Capitolo 52

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Pov  Ryan





"Non mi fare quella faccia" asserì Robert, facendomi scattare la testa nella sua direzione.

"Non sto facendo nulla" risposi, stringendomi nelle spalle.

"Invece sì, mi fai quell'espressione da cucciolo. Ci vediamo quando torno a Dover, no?" osservò e mi limitai ad annuire lentamente.

Probabilmente potevo sembrare una fidanzatina appiccicosa ma avevo provato molte belle sensazioni, anche se legate solo dal sesso.

Mi sarebbe mancato Robert, perché non ammetterlo? Sapeva come prendere il mio carattere complicato ed addolcirlo.

Tornare a casa, significava ritornare alla mia vita, al momento incasinata e abbastanza triste.

Una strana paura dentro di me, mi suggeriva che in realtà tutto ciò che avevamo vissuto, fosse solo un'avventura dall'altra parte del mondo, nata e morta lì.

E mentre ci avvicinavamo all'aeroporto di Dover, non potevo evitare di far scorrere quei pensieri, nascondendo il tutto dietro ad uno sguardo rivolto totalmente al finestrino.

"Ehi" sussurrò, poggiando una mano su una mia coscia che strinse leggermente.

Voltai il viso verso il sedile, accanto al mio, nel quale era seduto, concedendogli l'attenzione.

"Che c'è?" domandò, guardandomi come a volermi studiare in ogni piccolo particolare.

"Niente" mi fu automatico rispondere. Non sapevo dove fosse andato a finire il mio carattere, mascherato da tonnellate di fragilità che non mi erano mai appartenute.

Si avvicinò di scatto, afferrandomi per la nuca in modo da spingermi verso di lui, in un bacio al quale mi abbandonai completamente, cercando di imprimere bene in mente, il suo sapore.

"Tornerò da te il prima possibile e pensami perché io lo farò sempre" sussurrò ad un millimetro dalle mie labbra.

Gli regalai un piccolo sorriso, rispondendo alle sue parole con un altro bacio mozzafiato.






**






I messaggi minacciosi da parte di Christian, erano di una quantità indefinita.

Negli ultimi giorni non avevo proprio aperto il telefono né avvertito qualcuno del mio ritorno.

Per questo, mi trovavo davanti la villa Scott con il dito attaccato al campanello, in attesa di fare una sorpresa a tutti.

La porta si aprì, rivelando proprio Chris, il quale cambiò espressione almeno quattro volte da sorpresa a felice, passando per incazzata.

"Sei un figlio di puttana!" esclamò prima di avvolgermi un caloroso abbraccio che ricambiai contento anche io, di potermi sentire a casa.

"Mi ignori per giorni e poi eccoti qua! Fottuto stronzo" aggiunse, trascinandomi dentro casa.

"Sono appena atterrato e stordito da morire, offrimi un caffè che ti devo raccontare un po' di cose" risposi, andando a prendere posto su uno dei comodi divani.

Alla fine i caffè diventarono due, le ore passarono piacevolmente, discutendo sulle mie foto, il lavoro che avevo fatto e la bellezza di quel luogo magico.

Ma tutto portò ad un punto, un piccolo grande particolare che Christian ignorava.

"Ti ricordi per caso cosa mi hai detto di non fare assolutamente?" esordii d'un tratto, facendolo accigliare.

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