Capitolo 36

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Pov Aiden






"Aiden, corri!"

Scattai in piedi nel sentire Jessica urlare dal piano inferiore, scesi di corsa i gradini delle scale, fino a ritrovarmela davanti, con un enorme sorriso e un pacco tra le mani.

"Che cos'è?" domandai confusamente, osservando il pacco che mi stava porgendo.

"Guarda tu stesso!" esclamò e non persi altro tempo ad afferrarlo e raggiungere il divano.

Scartai lo scotch, aprendo finalmente la misteriosa scatola.

Le mie labbra si dichiusero in pieno stupore, nel vedere il contenuto.

Un grosso album bianco, impreziosito da fili dorati con una semplice scritta.

Mr.& Mr. Scott

L'album che avevo scelto mesi prima del matrimonio, era lì tra le mie mani, che racchiudeva le foto del giorno più bello della mia vita.

Iniziai a sfogliare le pagine, osservando ogni fotografia, la maggior parte ritraeva noi due, la cerimonia, le promesse, il bacio e arrivato a quelle del ricevimento, non potei che ridacchiare per tutte le brutte figure dei nostri amici.

Spostai lo sguardo alla fede al mio anulare sinistro e ringraziai Dio, per la millesima volta, per avermi dato quel ragazzo complicato che ha reso la mia esistenza speciale, amandomi solo come chi, possiede un cuore puro.

Non avrei mai creduto di poter amare così profondamente, di tenere a qualcuno più della propria vita.

Credevo esistesse solo nei libri e nei film, questo tipo di legame, eppure è vero e segna chiunque nel bene e nel male.

Io ero solo il ragazzo più fortunato del mondo.
Cristian Scott è e sarà sempre la meraviglia più grande, con tutti i suoi difetti e con tutti i suoi errori.

Sospirai, intrappolando il labbro inferiore tra i denti mentre richiudevo l'album, accarezzandone la fodera morbida.

"Papà Aiden!" sentii urlare da Caleb che come un tornado, invase il soggiorno, correndo verso di me.

"Ehi cucciolo, ma ciao" lasciai l'album sul tavolino davanti a me, per afferrare il corpicino del birbante che non persi tempo a sbaciucchiare.

"Chi è quello?" domandò e aggrottai la fronte, non capendo a chi si riferisse.

Vidi poi un suo piccolo indice, puntato verso il raccoglitore bianco e sorrisi divertito, passando una mano tra i suoi morbidi capelli.

"Non si dice 'chi' amore, è un oggetto, si dice 'che cosa'" spiegai, sotto il suo sguardo corrucciato e sorrisi maggiormente, allungando una mano per afferrare l'album.

"Qui dentro, ci sono le foto del matrimonio mio e di Christian. Vuoi vederle?" domandai, aprendo il grosso raccoglitore, sotto il suo naso.

"Sì!" esclamò con enfasi, battendo le manine.

Così iniziai a fargli vedere tutte le foto che avevo già visto poco prima, ridendo ai suoi commenti e nei punti in cui, esclamava di essere presente.

Poi si voltò verso di me con i suoi enormi occhioni grigi.
"Papà Christian era tutto nervoso, non stava mai fermo, zio Ryan gli ha portato della voka per farlo calmare!"

Nonostante la serietà con cui mi fece tutto il discorso, mi venne da ridere al suo tentativo di dire 'vodka' ma per non offenderlo, morsi la lingua a sangue e prestai attenzione a ciò che disse in seguito.

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