Capitolo 70

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Pov Aiden




Trasalii, quando la porta si chiuse con un tonfo secco, i miei occhi scattarono alle scalette, dalle quali vidi comparire Christian.

"Su vestiti, andiamo" disse frettolosamente, raccattando la mia giacca per tirarmela addosso in mal modo.

"Ehi" protestai, trovandomi il viso coperto dalla stoffa. Iniziai a indossarla e a metà braccio infilato, fui preso per i fianchi e sbattuto contro il suo petto.

Mi assalì, catturando le labbra in un bacio intenso, riempiendomi la bocca ripetutamente con la sua lingua calda.

"Se mi baci così, mi viene voglia di svestirmi" sussurrai, sorridendo sulle sue labbra ma il suo sguardo non era affatto tranquillo, era serio, troppo serio.

"Qualcosa non va?" domandai, staccandomi un poco per finire di mettere la giacca e passare una mano tra i capelli scombinati.

"Dobbiamo andare in un posto e dobbiamo sbrigarci" rispose, facendomi accigliare e prima che potessi dire altro, mi prese per mano, trascinandomi fuori casa e dentro la macchina.

"Amore, mi stai preoccupando" dissi, allacciando la cintura mentre Chris, metteva in moto a tutta velocità.

"Non preoccuparti ma ho bisogno di te" rispose, allungando una mano per afferrare la mia e stringerla con forza.

Ero sempre più confuso, era uscito dalla stanza solo pochi minuti, cosa era successo nell'arco di quel breve tempo?

Ma conoscevo Christian e quando non voleva rispondere direttamente a qualcosa, si limitava a risposte del genere.

Stressarlo più del dovuto, non sarebbe servito a nulla.

Così strinsi la sua mano tra le mie e puntai lo sguardo alla strada, riconoscendo man mano che andavamo avanti, la destinazione.

Fu allora che capii il suo cambio d'umore, l'irrequietezza dietro gli specchi verdi che erano i suoi occhi.

Portai la sua mano alle mie labbra, lasciandoci un piccolo bacio sul dorso e con la coda dell'occhio, vidi l'ombra di un sorriso comparire sul suo volto.

Parcheggiò l'auto nel sentiero circondato da maestosi alberi e lasciai la sua mano per poter scendere da essa.

Anche se il sole alto nel cielo, era splendente e riscaldava un poco con i suoi raggi il gelo invernale, una brezza d'aria fredda, smuoveva gli alberi e l'erba.

Feci velocemente il giro per poter prendere letteralmente possesso di un suo braccio, avvolgendolo completamente.

Camminammo così, in mezzo a quel luogo tetro e tranquillo finché non raggiungemmo una lapide in particolare.

Puntai lo sguardo su Christian e lessi dolore, perdita e una nostalgia che mi causò un groppo in gola.

Sapevo perché mi voleva lì, me lo aveva spiegato tanti anni prima e io nel mio piccolo, avevo sempre tentato di dare il meglio di me.



Flashback

"Sei sicuro di non voler rimanere da solo? Non vorrei essere di troppo" sussurrai, bloccandomi tra le file di lapidi e fiori freschi.

Scosse la testa, non voltandosi neanche a guardarmi e mi trascinò fino alla lapide bianca, sulla quale incise c'erano le lettere della persona più importante, nella sua infanzia.

Rachel Whitie Scott.

Una donna che avrei tanto voluto conoscere e ringraziare per aver dato alla luce, colui che un giorno, avrei amato più di me stesso.

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