Pov Aiden
Ogni qual volta che dovevamo andare a vivere per conto nostro, il destino ci faceva ritornare dritti in quella torre, tanto amata da Christian.
Era stato proprio lui a svegliarmi o meglio, i suoi versi stupidi mentre parlava al piccolo Kristian, ormai preso in ostaggio da chissà quanto tempo.
Voltai il viso di lato, per sbirciare oltre le sue braccia, notando un paio di occhietti azzurri spalancati e rivolti a Chris.
"Sei andato a rubarlo dalla culla un'altra volta?" mormorai, allungando un indice per accarezzare il naso del piccolo.
"Certo! Voleva stare con me, come potevo dirgli di no?" ribatté con fare ovvio, senza staccare gli occhi dell'amato nipote.
"Mi scusi, grande zio" dissi, alzandomi a sedere, gli lasciai un bacio su uno zigomo e abbandonai il letto.
"Pranziamo insieme nella pausa? Ho voglia di stare con te" borbottai, sbadigliando mentre raggiungevo il bagno.
"Non dire che hai voglia di me davanti al bambino, lo traumatizzi" rispose e uscii a guardarlo, con lo spazzolino in bocca e un sopracciglio inarcato.
"Infatti non l'ho detto" obbiettai, ottenendo finalmente i suoi begli occhi addosso.
"Certo, nega pure ora!"
Alzai gli occhi al cielo e tornai in bagno per finire il lavaggio dei denti, venendo bloccato stavolta da uno sgambettare sulle scalette e sul parquet, seguito da un urlo.
Quando mi affacciai, trovai un tornado di cinque anni ai piedi del letto che cercava di montare su di esso, mentre dall'altro capo Christian lo guardava severamente.
"Ti ho detto di non correre in questo modo, né di urlare. Lui si spaventa, è piccolo!"Caleb rimise il piede a terra, indietreggiando di un passo dal letto, con gli occhi fissi verso Christian e quando abbassò lo sguardo, il mio cuore si strinse.
Sciacquai velocemente i residui di dentifricio e subito raggiunsi il piccolino, afferrandolo di peso in braccio.
"Ringrazia che ci sono dei bambini qui e non ti posso dire ciò che meriti!" esclamai, prima di uscire dalla torre per correre giù al piano terra.
Quando entrai in cucina, gli occhietti grigi erano ancora velati di lacrime e il labbro inferiore era sporto a dismisura.
Lo posai in piedi sopra il bancone della cucina e lo guardai mentre intrecciava le dita delle manine, con fare triste."Cosa c'è piccolo?" chiesi, nonostante sapessi già la risposta ma prima lo avrebbe confessato, prima avrei potuto rassicurarlo.
"Papà Christian non mi vuole più bene" mormorò, allungando le braccia per correre a rifugiarsi sul mio petto, scoppiando a piangere.
"Ma no cucciolo, lui ti ama tanto tanto" sussurrai, accarezzando la piccola schiena e lasciandogli alcuni baci tra i capelli.
Mentre lo stringevo, lo sentivo mio come un po' lo era sempre stato. Mi ero preso cura di lui sin da quando era nel pancione della mia migliore amica e promettendo a lei di non fargli mai mancare un padre, lo avevo amato tanto ogni giorno, così come Christian.
Caleb sarebbe stato il fratello maggiore di Harlen, a tutti gli effetti.
"Quando Harlen sarà nato, non sarete più i miei papà?" borbottò, alzando gli occhioni grigi nei miei, facendomi sorridere per quel broncio buffo.
"Noi saremo sempre i tuoi papà, anche quando sarai grande. Non ti lasceremo mai solo, okay?"
Annuì appena per poi sorridere e sporgere le piccole labbra, richiedendo un bacio che non gli negai.
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Keep Me Safe
Teen FictionTre anni sono passati dalla pubblicazione di 'There you'll be' il libro di Christian Scott per sua madre Rachel Whitie Scott. Cosa sarà cambiato? Sequel di 'Everywhere where I am there you'll be'. STORIA A TEMATICA OMOSESSUALE.