Capitolo 69

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Pov Isabel





La ragazza mi guardava, in attesa di spiegazioni e lì per lì non seppi cosa dire, trovandomi a disagio.

In fondo, io come l'avrei presa, trovando una sconosciuta con un mio vestito addosso?

"Sei tu la sorella di Dylan?" domandai, non sapendo come potermi spiegare.

"In persona, tu chi sei?" chiese ancora accigliata e confusa.

"Una sua am.. Dipendente" mi corressi, non potendo definirmi di certo una sua amica.

La sua espressione divenne ancora più stralunata, mi rendevo conto che non era una buona motivazione per avere addosso il suo vestito.

"Senti, è tutto un malinteso e idea di tuo fratello che è meglio che ti spieghi lui. Ora se mi dai cinque minuti, mi cambio, rimetto al suo posto questo vestito e scusa ancora" dissi velocemente, volendo sotterrarmi dalla vergogna.

Ecco perché non davo mai retta a quel testa di cazzo, proprio per cose come questa.

"No, tranquilla. Tienilo pure, sta molto meglio a te" rispose infine con un sorriso, facendo accigliare me stavolta.

"Non credo sia il caso" dissi, ridendo di puro nervosismo.

"Insisto! Non l'ho neanche mai messo per cui tienilo, davvero" ripeté e per il momento lasciai perdere, limitandomi ad annuire.

L'indomani avrei preso a sberle Dylan e tramite lui, avrei riportato il vestito, sperando di non vedere mai più sua sorella con la quale avevo fatto una grandiosa figura di merda.

"Hai contributo tu a organizzare la festa?" chiese e mi voltai verso di lei, sorpresa di vederla ancora lì.

Non sembrava fosse venuta per la festa, vestita di jeans e maglietta, esattamente come me, prima di assecondare le assurde idee dell'idiota.

"No, io ho portato solo le bibite. Credo che abbia organizzato tuo fratello tutto. È molto pignolo su queste cose" risposi con convinzione.

Lei annuì lentamente, perdendosi a fissare un punto della stanza, con lo sguardo assorto e il volto serio.

Poi si voltò di scatto, sorrise e inclinò leggermente la testa di lato, stringendosi nelle spalle.

"Io mi chiamo Krystal" si presentò, facendomi rendere conto di non sapere il suo nome.

"Isabel, piacere" replicai in tono educato, ancora sotto a disagio per la questione di poco prima.

"Isabel" ripeté tra sé, prima di sorridere nuovamente, in modo esagerato.
"Un nome di origine iberica, sei spagnola o sudamericana?" domandò, facendomi accigliare.

Quella ragazza, sembrava avere qualche rotella fuori posto. Si notava da come fissava il vuoto o cambiava velocemente espressione.

"No, ma mia madre è una fan delle telenovele per cui, credo sia dovuto a quello" risposi, causandole una risata che non seppi definire sincera.

"Che ne dici se chiamo tuo fratello mentre mi aspetti qui?" le chiesi, osservando come i suoi occhi verdi, si fossero illuminati nel menzionare il fratello.

"Sì! Ti aspetto qui!" trillò entusiasta.

Probabilmente erano una famiglia di pazzi, tutto lì.

Mi feci largo tra la folla nuovamente, raggiungendo le scale che salii di corsa, sperando di trovare Dylan, al più presto.

Eppure sua sorella mi era sembrata normale, poco prima che fissasse il vuoto.

"Dylan?" chiamai a gran voce, bussando a caso ad ogni porta.

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