Pov Ines
Passai le dita tra le pieghe della gonna color pesca, per quella che mi sembrò la quinta o sesta volta.
Quel colore, era l'unica cosa che spezzava la tristezza dello studio medico.
Già non aiutava la mia ansia, ma quelle pareti e quel odore d'ospedale, non facevano altro che demoralizzarmi ancora di più.
Il medico era in ritardo e più lo aspettavo lì dentro, più avevo voglia di strapparmi i capelli uno ad uno.
Abbassai le palpebre, concedendomi qualche secondo, per svuotare la mente da tutto con un respiro profondo.
Sobbalzai nella poltrona non appena lo squillo del telefono, si espanse per tutta la stanza.
Mi affrettai a tirarlo fuori dalla borsa e vedere chi fosse.
Appena lessi il nome di mamma sullo schermo, sospirai, sapendo per certo, che avesse più ansia di me ogni qual volta che avevo una visita.
Premetti il tasto verde e portai il telefono all'orecchio, schiarendomi la voce.
"Ciao mamma"
"Allora? Che ti ha detto?!" esclamò subito, facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Il medico non è ancora arrivato, lo sto aspettando ora nel suo studio quindi, meglio che stacco perché dovrebbe entrare da un momento all'altro" spiegai velocemente, dando continue occhiate alla porta.
"Oh certo tesoro, vai! Poi fammi sapere mi raccomando!"
Annuii alle sue parole, nonostante non potesse vedermi e prima che potessi rispondere, chiuse la chiamata al posto mio.
Feci per riporre il telefono in borsa quando questo, iniziò a squillare di nuovo.
Quasi diedi per scontato fosse nuovamente mia madre che si era scordata di aggiungere qualcosa, invece era Isabel.
"Ehi"
"Ciao bionda, senti ti devo parlare di una cosa che non ti ho ancora detto" esordì, facendomi corrugare la fronte.
Schiusi le labbra pronta a rispondere quando la porta si aprì, facendomi sobbalzare sulla poltrona nuovamente.
"Senti, sono molto impegnata ora, ne riparliamo dopo?" domandai velocemente, seguendo con lo sguardo il medico che raggiungeva la scrivania davanti a me.
"Ohw, sì certo" rispose e con un rapido 'ciao', liquidai la chiamata, portando la mia completa attenzione all'uomo brizzolato avanti a me.
"Buongiorno signorina Scott" mi salutò cordialmente, accennando un sorriso che prontamente ricambiai.
"Buongiorno dottore"
"Allora, le ho già detto che non voglio mettere pressioni su decisioni del genere, soprattutto con lei che è così giovane ma il tempo passa e se vuole una gravidanza, più tempo si lascia scorrere meno possibilità ci sono per riuscire.
Entro un anno lei dovrebbe rimanere incinta e spero vivamente che abbia preso una decisione a tal proposito. Le ho già fornito tutte le informazioni riguardanti l'inseminazione artificiale che mi aveva chiesto, anche se è mio dovere informarla, che sarebbe preferibile, un concepimento in maniera naturale per una riuscita assicurata, quindi se magari lei ha un compagno.."Avevo ascoltato ogni singola parola con molta attenzione, fino a ritrovarmi a sgranare gli occhi e scuotere la testa da un lato all'altro energicamente.
"No, non ho un compagno" marcai bene l'ultima parola e riordinai i pensieri, sapendo che il medico attendeva una risposta ad una decisione, che finalmente avevo preso e non avevo ancora detto a nessuno.
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Keep Me Safe
Teen FictionTre anni sono passati dalla pubblicazione di 'There you'll be' il libro di Christian Scott per sua madre Rachel Whitie Scott. Cosa sarà cambiato? Sequel di 'Everywhere where I am there you'll be'. STORIA A TEMATICA OMOSESSUALE.