Capitolo 82

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Ancora ricordo le mie dolci labbra sopra il tuo corpo e come tremavi, gemendo, ogni volta che ti prendevo.








Pov Ryan



Dopo un tempo interminabile, le carte del divorzio erano arrivate sopra la mia scrivania, pronte per essere firmate.

E quale altro modo esisteva di porre fine ad un matrimonio, se non con una scorta di birre?

Suonai al campanello e mi guardai attorno con una smorfia, non avrei dovuto lasciare Eric venire a vivere in un quartiere del genere, in realtà, non avrei dovuto lasciargli fare parecchie cose.

La lezione per la prossima vita sarebbe stata: se tuo marito ti crea problemi, rinchiudilo in cantina finché non rinsavisce.

La porta scattò e mi stampai in faccia il mio miglior sorriso, alzando entrambe le mani per poter mostrare, da una parte la cassetta con le birre. Dall'altra, i documenti che avrebbero mandato a puttane quattro anni di matrimonio, in quattro secondi.

"Credo sia una bellissima serata per divorziare" affermai, sotto il suo sguardo divertito.

"Con quella faccia da schiaffi, dovrei prenderti sul serio?" arcuò un sopracciglio, scostandosi poi per lasciarmi passare.

"Non sputare nel piatto in cui mangi" ribattei, facendomi strada nell'angusto appartamento.

"Mangiavo" mi corresse, allargando il mio sorriso.

"Mangerai" promisi, voltandomi a guardarlo.

Alzò gli al cielo, sbuffando una risata e scosse la testa, andando a recuperare una delle birre che avevo portato.

"Sai che queste non basteranno per arrivare a fine serata vero?" mi fece notare, buttandosi sul divano.

Scrollai le spalle, lanciando i documenti sul tavolino di legno posto davanti a noi. Eric allungò subito una mano per afferrarli e lo bloccai sul tempo, bacchettando le sue dita.

"Ehi" protestò, mettendo su un broncio, fingendo un chissà quale dolore atroce.

Afferrai nuovamente la sua mano, portandola alle labbra e stampai alcuni baci nel punto in cui lo avevo colpito, sotto la sua espressione soddisfatta.

"Passata la bua, bambino?" sussurrai, alzando gli occhi verso i suoi, grigi e tempestosi.

"No" rispose, sorridendo furbamente, causandomi una risata prima di avvicinarmi e sigillare quel bel sorriso con un bacio.

"Adesso sì" mormorò, leccandosi le labbra carnose. Mi regalò un altro splendido sorriso che mi inchiodò al divano, lasciandomi senza ossigeno, senza saliva in bocca, senza un barlume di lucidità.

Dio, come si poteva amare qualcuno così tanto?

"Vieni qui" gli ordinai con urgenza e l'attimo dopo fu a cavalcioni sul mio bacino, stretto nella mia presa ferrea, senza via d'uscita.

"Birra, abbracci e divorzio. È così che hai programmato la serata?" domandò con un tono scherzoso, saltando in aria non appena pizzicai per dispetto un suo fianco.

"In realtà sono anche venuto per raccontare alcune storie" dissi, ottenendo la sua attenzione.

"Quali storie?" indagò, inclinando il capo di lato, sempre più divertito.

"Delle bellissime storie" puntualizzai "Ora sta buono e ascolta"

"C'era una volta un bellissimo ragazzo, una conferenza all'università e una penna mancante.."

Keep Me SafeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora