DUE

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Nel silenzio della notte, i rumori dei macchinari erano l'unico suono che, intermittente, teneva in vita quei corridoi, dove vita e morte si rincorrevano. Il cigolio delle ruote di un carrello, spinto da un'infermiera stanca, interruppe la monotonia del silenzio.
Seduti in una sala d'attesa, Jim Beckett e Castle erano uno davanti all'altro e guardavano entrambi il pavimento in mezzo ai loro piedi.
A vederli da fuori non potevano sembrare due persone più diverse: Castle era uno scrittore di successo, un playboy con due divorzi alle spalle, eccentrico e mondano. Jim era un avvocato la cui vita era stata distrutta dalla morte dell'unica amatissima moglie, riservato e composto.
Solo le parole li univano, ma ne facevano usi diversi. Anche se, in fondo, l'obiettivo di entrambi era di inventare storie credibili e convincenti.
Ancora una volta, tornava in ballo la differenza. Le storie di Castle erano come un gioco per lui, non gli sembravano nemmeno un lavoro e per il suo pubblico erano svago e divertimento. Le storie di Jim erano di vita reale e dalle sue parole dipendeva il futuro dei suoi clienti. Lui prendeva tutto con estrema serietà.
Eppure erano lì, insieme, a fissare le stesse mattonelle consumate dal tempo che avevano raccolto infinite lacrime e passi striscianti di dolore. Jim ogni tanto alzava lo sguardo scrutando Castle.
Si erano trovati, ancora sconosciuti uno all'altro, nella stessa situazione pochi -troppo pochi- mesi prima: anche quella volta Rick era rimasto lì con lui, aspettando notizie su Kate con il volto segnato dalla disperazione e dal senso di colpa per non essersi accorto un attimo prima del cecchino, per non essere riuscito a metterla in salvo. Era stato lì fin quando Kate non si era ripresa, malgrado Josh e le sue continue occhiate di sfida. Il dottore di certo non aveva fatto nulla per nascondere al mondo che quella era la sua ragazza, sottolineandolo sempre quando era sicuro che Castle potesse sentirlo. E Rick incassava, senza dire nulla, senza reagire alle sue provocazioni e non si allontanava mai. Fino a quella visita e alla fuga di Kate da tutto e tutti, per rifugiarsi con Jim in montagna, per staccare dal suo mondo e non pensare a nulla.
Ora Jim lo guardava, ed era diverso dall'ultima volta. Che fosse preoccupato era fuori dubbio, ma c'era dell'altro: era teso, arrabbiato.

- Cosa è successo tra te e Katie? - Chiese a Castle, che aveva alzato lo sguardo verso di lui non appena aveva sentito la voce dell'uomo. Rick tremava, forse di rabbia, ma non solo.

Come poteva spiegare al padre di Kate quanto era accaduto? Come poteva dirgli quello che c'era stato o, meglio, quello che non c'era stato tra loro e che lo aveva portato ad allontanarsi da lei in modo repentino? Poi c'era tutta la questione dell'omicidio di Johanna, di Montgomery e la faccenda di Smith. Castle non sapeva se Kate ne avesse mai parlato con il padre e se fosse giusto dirglielo, ma gli occhi di Jim non si staccavano da lui, in attesa di una risposta che Rick in cuor suo sapeva di dovergli.

- È complicato signor Beckett. Ed è una lunga storia... - Rick prese tempo. Sapeva che questo non sarebbe bastato per interrompere la necessità di sapere dell'uomo davanti a lui, ma serviva a lui per ricomporre le idee e capire cosa era giusto dirgli e cosa no.

- Non mi sorprende che lo sia, visto che riguarda Katie. E se è una lunga storia, abbiamo tempo, purtroppo. A meno che tu non debba andare...

Caste scosse la testa sussurrando un no. Si stropicciò le mani e poi se le passò sul viso. Raccontò a Jim dei documenti, di quella che lui aveva chiamato l'assicurazione sulla vita di Kate, a patto che lei smettesse di indagare. Gli spiegò di come lui era stato contattato per far in modo che lei non proseguisse nelle sue ricerche. Gli disse anche di Montgomery e Smith, della litigata con Kate, di averla pregata di rinunciare, di pensare alla sua vita, di come lei lo aveva attaccato e di come lui se n'era andato, perchè non poteva sopportare di vederla distruggersi.
Non gli disse niente, invece, della sua finta amnesia, di quello che lui le aveva confessato quasi un anno fa e ripetuto poche ore prima. Di come lei lo avesse cercato una volta ferita, di quello che le aveva scritto.
Jim rimase per qualche istante in silenzio, come se stesse metabolizzando quelle informazioni.

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