Castle era rimasto con Beckett tutto il giorno. Avevano camminato per i corridoi dell'ospedale sempre seguiti dalle due guardie di turno che, pur a distanza di qualche metro, non li lasciavano mai soli. Kate sembrava visibilmente a disagio dalla loro presenza, voltandosi spesso a guardare per controllarli e più di una volta aveva chiesto a Rick era proprio necessario che fossero lì ottenendo solo come risposta un "Assolutamente": non era necessario chiedergli se fosse sì o no. I progressi di Kate erano lenti ma costanti, i medici erano contenti del suo decorso e di come si stava evolvendo il suo quadro clinico, soprattutto viste le condizioni iniziali nelle quali era arrivata. Un dottore non molto empatico, vicino alla pensione e con poca voglia di interagire con i pazienti, quel pomeriggio stanco di sentirsi chiedere da Beckett quando sarebbe stata dimessa, le disse che doveva ritenersi fortunata ad essere ancora in vita e che doveva fare poche storie. Glielo disse in modo così crudo che Rick vedendo Kate rimanere a bocca aperta senza capacità di replicare o dire altro, avrebbe voluto prendere l'uomo per il camice e sbatterlo al muro. Si limitò, invece a guardarlo uscire dalla stanza e poi ad abbracciarla più stretta che poteva senza causarle dolore, lasciando che sfogasse la sua frustrazione. Anche lui avrebbe voluto dirle che doveva essere paziente, ma sapeva che questo avrebbe creato in Kate solo maggiore avvilimento, così tutto quello che le ripeteva mentre le accarezzava la schiena e i capelli, era che non l'avrebbe lasciata sola e che avrebbero affrontato tutto insieme.
Riuscì a renderla felice quando, durante una delle sue visite di controllo, uscì da lì e poi tornò con una tazza di caffè fumante preso alla caffetteria vicina l'ospedale: il sorriso che gli fece vedendole portare la sua bevanda preferita, che poteva assaporare dopo tanto tempo, era quanto di più bello vedeva da troppo tempo, così come la beatitudine che leggeva sul suo volto mentre ne beveva qualche sorso. Pochi, era già uno strappo alla regola, ma furono sufficienti per migliorare di molto la sua giornata e non era solo il caffè in se, era il caffè che lui le aveva portato, solo l'ennesimo di quegli anni per farla sorridere e c'era riuscito ancora. Rick fu scosso da un brivido quando Kate per ringraziarlo sfiorò le sue labbra con le proprie e potè sentire su di lei il sapore del caffè. Avrebbe voluto assaporare quel gusto più a fondo, ma lei si allontanò subito, appoggiandosi alla sua spalla e lasciandosi cullare da lui. Stava così bene tra le sue braccia che per qualche minuto riusciva a dimenticare tutto, dove si trovava, in quale situazione era e quei dolori che non la abbandonavano mai. Gli abbracci di Richard Castle li avrebbero dovuti brevettare se a tutti facevano l'effetto suo.
Rick l'aveva chiamata poi prima di uscire di casa. Era nervoso e non riusciva a nasconderglielo. Lei lo capì ma fece finta di nulla, anche se prima di chiudere la telefonata si raccomandò ancora di fare attenzione, qualunque cosa stesse per fare. Kate era rimasta a lungo con il telefono in mano stretto con la tentazione di chiamarlo ancora, nella speranza che fino a quando fosse stato al telefono con lei, sarebbe stato al sicuro. Qualcosa le diceva che stava facendo qualcosa di tremendamente stupido ed aveva una morsa allo stomaco che non era di certo legata alle ferite, era qualcosa di diverso, qualcosa che veniva dalla paura che gli potesse accadere qualcosa. Si morse il labbro pensando a quanto era già diventato importante nella sua vita. Era così, era importante, ma lo era sempre stato, solo adesso aveva il coraggio di ammetterselo senza trovare giustificazioni a se stessa sul perché e sul quanto. Ora non si poteva ingannare più, La paura provata quando era ostaggio nella banca ed il terrore al momento dell'esplosione fino a quando non aveva sentito la sua voce e visto i suoi occhi erano già allora molto di più di quello che ammetteva a se stessa. Ma adesso Kate era lì, in ospedale, senza poter fare nulla per lui, dovendosi fidare delle sue parole, sapendo però che le mentiva. Era questo quello che provava lui ogni volta per lei? Era questo il rovescio della medaglia di essere innamorati, la paura costante per l'altro?
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Le 21 erano passate da qualche minuto. Castle controllava compulsivamente l'orario nel cellulare e lo schermo che si illuminava era l'unica luce in quel parcheggio oscuro con poche macchine ferme e tutte lontano da dove era lui, vicino ad un pilone non distante dalla luce verde dell'uscita d'emergenza.
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Obsession
FanficRick ha detto a Kate che non sarebbe stato a guardarla mentre buttava via la sua vita. È tornato a casa dopo la consegna del diploma di Alexis quando sente bussare alla porta del loft. Ma non è Kate, è Esposito che lo avvisa che Beckett è in ospedal...