CENTOSEI

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Kate guardava la sabbia scivolare via dai pugni. La raccoglieva a grandi manciate poi stendeva le braccia dritte davanti a se ed osservava i granelli portati via dal leggero vento che si andavano subito a ricongiungere con tutti gli altri intorno a lei. Le piaceva affondare le mani in quella sabbia sottile e dorata, appena tiepida ma fresca se andava più in profondità e guardava davanti a se la vastità del nulla. Infiniti spazi e silenzio. Il sole cominciava ad abbassarsi lentamente, rendendo tutto intorno a lei con un colore più intenso, non c'era più quella luce accecante e i contorni del paesaggio ora erano più definiti, con i giochi di luci ed ombre che si allungavano sulla sabbia. Era immersa totalmente in quel paesaggio, sentiva di farne parte, lasciava i suoi pensieri andare via, sospinti dal vento come quei granelli di sabbia. Tutto il resto del mondo era così lontano. Sentiva per la prima volta, dopo tanto tempo il suo cuore finalmente leggero, libero dal dolore e dalla paura ed anche i ricordi cominciavano a diventare meno opprimenti, quasi dolci. Il vento le accarezzava la pelle nuda, un po' arrossata, delle braccia e delle gambe ed ora che il sole non scaldava più come prima sentiva dei leggeri brividi percorrerla. Era tutto bello, ma non era perfetto. Non c'era lui.

Riconobbe i suoi passi anche sulla sabbia, li avrebbe riconosciuti ovunque. Lo sentì sedersi dietro di sé ed avvolgerla con le sue braccia mentre lei, si lasciò abbandonare all'indietro fino ad incontrare il suo petto che l'accolse caldo e morbido. Lui con la mano sinistra cercò la sua incrociando le loro dita come facevano sempre, facendo tintinnare il metallo delle loro fedi che si toccavano e quanto piaceva ad entrambi quel rumore lo si capiva dai loro sorrisi, che a volte sembravano ancora increduli di avercela fatta. Castle appoggiò le labbra sul suo collo, che sapeva di lei, di sabbia e di sole. Le lasciò una scia di baci fino ad arrivare all'orecchio, mordicchiò il lobo e la sentì fremere tra le sue braccia, adorava stuzzicarla, adorava vedere come reagiva ai suoi baci, alle sue carezze.
- Malik ci ha lasciato la duna tutta per noi. Verrà a riprenderci tra un po', dopo che il sole sarà tramontato.
Kate si voltò ed erano effettivamente soli. Eccola la perfezione. Era così persa nei suoi pensieri e nel panorama che non si era accorta nemmeno del rumore del fuoristrada che si allontanava. Vedeva i segni delle ruote a terra, insieme a quelli dei passi di Castle che arrivavano fino a lei. Il vento stava già rimodellando la sabbia ed il profilo della duna. Chiuse gli occhi per un po', solo per godersi l'abbraccio di suo marito, il vento sulla pelle ed il silenzio totale intorno a loro. Suo marito: il solo pensarci le provocava più brividi del vento sulla pelle arrossata per quel traguardo che in alcuni momenti sembrava irraggiungibile ed invece ora era tutto vero, Castle era suo marito. Gli unici rumori che sentiva ora erano i loro respiri ed il battito dei loro cuori. Non si sarebbe mai stancata di sentire il battito profondo, forte del cuore di Rick. Spesso la notte si appoggiava su di lui e solo così riusciva ad addormentarsi, ad allontanare gli incubi che ritornavano, a calmarsi.

Era stata lei la prima persona che aveva visto quando si era svegliato, a cui aveva sorriso. E glielo aveva chiesto, di nuovo, in quel momento, con le prime parole che era riuscito a pronunciare: "Beckett mi vuoi sposare?".
Il sole scendeva lento, allungando le ombre e delineando i profili delle dune. Il vento modificava lentamente i loro contorni e loro erano lì, abbracciati, a godersi quello spettacolo che l'universo stava mettendo in scena solo per loro.

- Tramonto sulle dune nel deserto possiamo cancellarlo dalla lista - Le sussurrò con quella voce che Kate avrebbe voluto mandare al diavolo il tramonto, il deserto le dune e tutto il resto per occuparsi solo di lui.
- Questa lista si sta consumando troppo velocemente Castle...
- Quando è finita, ne possiamo sempre fare un'altra e poi un'altra e poi un'altra... - Rick parlava e la baciava sul collo: se quello era il paradiso a Kate andava benissimo. Avevano realmente fatto una lista, durante la degenza di Rick avevano scritto tutte le cose che avrebbero dovuto fare insieme, una volta usciti da lì. Lui ricordava quello che lei le aveva detto, tutto quanto. La prendeva in giro per questo e non faceva che ripeterle le sue parole e le sue promesse e Kate era certa che lo facesse anche per vendicarsi della sua finta amnesia, ma non si arrabbiava, era troppo felice che lui fosse lì, che stesse bene ed aveva solo voglia di scherzare e ridere con lui, come sempre. Stava al gioco lo stuzzicava anche lei "Castle non ricordo di averti mai detto nulla di simile, te lo stai inventando". E rideva ed anche lui ci provava anche se gli faceva male tutto, ma aveva quel sorriso radioso solo per sentire la risata di Kate. Era stato fortunato, nel voltarsi il proiettile aveva colpito una parte della schiena senza danneggiare nessun organo vitale e senza intaccare la colonna. Poteva finire molto male, gli avevano detto, invece stava finendo tutto per il meglio. Quando finivano lei gli ripeteva di continuo, tutto quello che gli aveva già detto e che lui sapeva. Che lo avrebbe seguito in ogni avventura, ma al primo posto, c'era sposarsi. Rick ci tenne a farle sapere che le avrebbe fatto una richiesta vera, un'altra, di quelle ufficiali appena sarebbe uscito dall'ospedale, però era felice di sapere che intanto lei gli aveva già detto di sì e non voleva perdere tempo.

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