Erano in un altro piano, meno grigio e con molta più confusione del solito, ma la situazione sembrava la stessa, Rick che arrivava un po' trafelato a grandi falcate, Jim seduto su una delle panchine di ferro nel corridoio. La faccia dell'uomo più anziano, però, era molto più rilassata, quasi sorridente, mentre armeggiava con uno di quegli smartphone nuovi che tanto odiava pur riconoscendone l'utilità; sorrise a Rick sentendolo arrivare ormai anche lui aveva imparato a riconoscere l'incedere dello scrittore in quei corridoi troppo familiari. A Castle bastò vedere il volto sereno del padre di Kate per tranquillizzarsi e rallentare di poco il passo.
- Katie è dal cardiochirurgo, non credo ne avrà ancora per molto.
Rick ascoltava annuendo alle parole dell'uomo adesso un po' imbarazzato a stargli difronte.
- Credo si arrabbierà un po' a vedermi qui, non voleva che venissi. - ammise Castle
- Sì, lo immagino. Non è facile per lei. Katie è...
- Complicata. - Lo interruppe senza pensarci - Splendidamente complicata, volevo dire.
Jim rise dell'imbarazzo di Castle
- Sì, lo è. Ma è la cosa più preziosa che ho al mondo, tutto quello che di bello mi rimane. Tu sei padre Rick, mi puoi capire.
- Certo. Io... voglio solo solo che Kate sia felice.
- Mi basta questo. Ora vado a studio.
Gli diede una pacca sulla spalla e salutò anche i due agenti che li avevano scortati fin lì dall'hotel.
Rick provò a sedersi ma si alzò dopo pochi secondi appoggiandosi al muro. Poi si sedette di nuovo per alzarsi poco dopo. Ogni tanto guardava verso i due agenti: aveva dimenticato la loro presenza e questo rischiava di mandare tutto a monte, poi la vide la salutò con un timido cenno della mano mentre lei si guardava intorno sorpresa cercando con lo sguardo quello rassicurante di suo padre.
- È andato a studio - le disse Rick andandole in aiuto nella sua ricerca infruttuosa
- E tu che ci fai qui ti avevo detto di non venire! - Non fece caso al suo piglio duro e autoritario, era bellissima: un filo di trucco esaltava i lineamenti del suo viso, un paio di jeans ed una t-shirt bianca il suo fisico, ancora un po' troppo magro ma perfetto.
- Sei bellissima - le rispose imbambolato
- Non è la risposta a quello che ti avevo chiesto, Castle!
- Me lo ha chiesto tuo padre, mi ha chiamato lui! - Provò a discolparsi e lei si ammorbidì. Non riusciva a tenere il punto con lui, era felice di vederlo.
- Devo solo passare in amministrazione a firmare delle carte.
- Ti accompagno? O se non vuoi, me ne vado... - Chiese con speranza e timore.
Kate allungò la mano verso di lui, un tacito invito che fece riemergere Rick dalle paure che lei potesse essere veramente arrabbiata per la sua presenza lì.
Rick aspettò pazientemente fuori dalla stanza dell'amministrazione. Aveva visto un altro ascensore usato per lo più dal personale, aveva anche sbirciato dentro, assicurandosi che portasse ai parcheggi e così era. Quando Kate uscì senza dirle nulla la prese per un braccio trascinandola fin lì.
- Che stai facendo Castle? - chiese perplessa ma assecondandolo
- È una sorpresa! - rispose felice di vederla se non collaborativa, almeno non reticente.
- Ma ci sono gli agenti di là che mi aspettano per tornare in hotel! - Protestò senza però fermarsi
- Loro non sono inclusi nella mia sorpresa!
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Obsession
FanfictionRick ha detto a Kate che non sarebbe stato a guardarla mentre buttava via la sua vita. È tornato a casa dopo la consegna del diploma di Alexis quando sente bussare alla porta del loft. Ma non è Kate, è Esposito che lo avvisa che Beckett è in ospedal...