CINQUANTA

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Rick stava sorridendo molto. Erano i primi sorrisi sinceri che faceva da settimane. La serata con Vanessa era più piacevole di quanto si sarebbe immaginato prima di uscire, non poteva tirarsi indietro, quella cena l'aveva vinta all'asta qualche mese prima e alla fine fu veramente felice dell'occasione. Vanessa Parker non era solo una bella donna, ma anche una persona molto simpatica e alla mano, molto lontana dal personaggio altezzoso e austero che interpretava in "Queen of Fire". Anche i suoi capelli erano, nella realtà, meno biondi e più corti di quelli platinati di Hira, la regina guerriera che interpretava. Aveva però lo stesso sorriso seduttore e gli stessi occhi verdi penetranti ed una bellezza molto prorompente ma non volgare e non la ostentava, nemmeno nell'abbigliamento. L'aveva sorpreso quando era passato a prenderla nella sua casa di New York, scendendo vestita semplicemente con un paio di jeans ed una maglietta nera sotto un giacchetto di pelle ed aveva riso del suo stupore, vedendolo invece in un perfetto completo scuro con tanto di cravatta che aveva provveduto lei stessa a togliergli, per levargli anche parte dell'imbarazzo. Così, con la camicia bianca con il colletto sbottonato era decisamente più adatto al suo abbigliamento del tutto informale.

Avevano quindi anche deciso di cambiare anche del tutto programmi, abbandonando l'idea di quell'esclusivo ristorante di sushi dove Castle aveva prenotato optando per un thailandese semplice ed alla mano che conosceva Vanessa. L'attrice aveva riso tantissimo sentendo le scuse di Rick che annullava la prenotazione, troppo in ritardo secondo il direttore del ristorante, mentre lui tirava in ballo questioni importantissime di sicurezza nazionale esagerando volutamente per prendere in giro alla fine lo scortese direttore. Pensò che l'idea di cambiare ristorante era stata la migliore presa da molto tempo, perché quel thailandese si era rivelato veramente un posto eccezionale: l'ambiente era curato e sembrava veramente una piccola oasi d'oriente nella grande mela, il personale cordiale ed il cibo ottimo. Aveva gustato il suo phad Thai fino alla fine dando sfoggio della sua abilità nel mangiare con le bacchette facendo sorridere più volte Vanessa quando invece gli cadevano miseramente se provava a fare delle evoluzioni non richieste e necessarie, così come si era quasi sentita male dal ridere quando aveva fatto cadere un intero pezzo di pollo nella salsa piccante ed aveva voluto mangiarlo comunque, salvo poi diventare completamente rosso e bere con troppa avidità ed inutilmente il suo tè. Aveva apprezzato particolarmente che nel locale i tavoli erano molto distanziati uno dall'altro, lasciando ad ognuno la giusta privacy senza troppa confusione che con le luci basse e rossastre creavano un ambiente molto intimo, adatto a conversare a bassa voce. Aveva quasi finito la sua cena quando Vanessa si era alzata per andare in bagno e lo aveva lasciato al tavolo da solo a mangiare gli ultimi pezzi di pollo allo zenzero ed un pensiero volò rapido nella sua mente, fu un attimo ma la sua ombra rimase persistente in lui: quel posto sarebbe piaciuto tanto a Kate. Ebbe un gesto di stizza lanciando il tovagliolo sul tavolo che notò anche Vanessa, vedendolo proprio mentre tornava al tavolo.

- Tutto bene Richard? - Chiese sedendosi davanti a lui.

- Sì, tutto bene - Mentì - Scusami, devo andare anche io in bagno.

Si alzò ed andò velocemente verso il bagno. Si sciacquò il viso guardandosi allo specchio mentre nella sua mente l'immagine di Kate rimaneva persistente. Le sarebbe piaciuto quel posto, avrebbe adorato il phad Thai ed anche il pollo allo zenzero ed i gamberi al latte di cocco. E lui avrebbe adorato portarla lì e passare con lei tutta la sera. La stava odiando: stava passando una bella serata in compagnia di Vanessa, si stava divertendo, era sereno e poi era arrivata lei nella sua mente e tutto era cambiato e quel senso di vuoto lo aveva invaso e lo stava stritolando avvolgendolo nelle sue spire, il vuoto che era solo l'assenza di lei che tornava a farsi presenza costante quando meno se l'aspettava. La odiava per questo, la odiava perché non se ne andava dai suoi pensieri, da lui e dal suo mondo.

Si asciugò velocemente con un fazzoletto di carta e tornò da Vanessa che stava indossando il giubbino di pelle e sembrava pronta ad uscire. Si scusò, pensando che era stato via più di quanto fosse opportuno, ma lei gli regalò un sorriso benevolo.

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