Castle osservò Beckett spostare la sedia e gli sembrò che ci si stesse abbandonando. I gomiti poggiati sul tavolo, la testa tra le mani gli apparve stanca, sfinita, come se un peso immane l'avesse appena investita. Prese una sedia anche lui e la avvicinò alla sua, le cinse le spalle con un braccio mentre con l'altra mano cercava il suo volto nascosto e lo trovò umido accarezzandole una guancia.
- Non volevo metterti pressione, volevo che non affrontassi questo da sola. In fondo io non sono solo... solo un comodo cuscino, ma anche il tuo partner sul lavoro, quello che con le sue brillanti teorie da ormai quattro anni ti permette di risolvere tutti i casi più complicati. Era una semplice offerta di consulenza, Beckett, non vorrei che tu l'avessi scambiata per qualcos'altro, tipo non so, il fatto che starti lontano diventa ogni minuto più difficile o che vorrei baciarti ogni momento e passare il resto della giornata con te, perché non è assolutamente così.
Aveva cominciato serio, aveva finito volendo sdrammatizzare, in quel suo mix di farla ridere e confessarle cose serie che stava usando da un po' e che a volta sembrava funzionare, ma non in quel caso. Non ebbe una reazione, non lo mandò via, non allontanò la sua mano nè si sottrasse al suo abbraccio, semplicemente non fece nulla.
- Ok, Beckett... Io vado a casa. Mi faccio una doccia, mi sistemo un po'. Poi se vuoi torno... Aspetto che mi fai sapere tu, non voglio importi la mia presenza.
Kate annuì con la testa in modo impercettibile, Rick se ne accorse solo perché ancora aveva la mano sul suo volto e lo sentì scivolare tra le dita. Alzandosi le diede un bacio tra i capelli, soffermandosi ad accarezzarli per qualche istante, gli era immensamente difficile allontanarsi. Recuperò la giacca, abbandonata dal giorno precedente su una poltrona, la indossò mestamente e si apprestò ad uscire, voltandosi a guardarla ancora una volta, ma lei non si era mossa. Uscì da lì, salutando i due agenti di guardia che si sorpresero di vederlo uscire non sapendo quando fosse entrato, ma nessuno gli chiese niente e lui gliene fu grato. Camminò per il corridoio con la sensazione che stava sbagliando tutto. I suoi passi ovattati sull'alta moquette producevano un sordo rimbombo che si mescolava con il cigolare delle ruote di un carrello dell'house keeping che veniva nella direzione opposta ed il ragazzo lo salutò educatamente con il sorriso stampato sul volto, così come dovevano avergli insegnato. Aspettò con impazienza l'ascensore ed ogni secondo in più di attesa lì al piano aumentava la voglia di tornare indietro. Quando le porte si aprirono davanti a lui non sapeva se viverlo come una liberazione o come un obbligo ad andarsene. Due persone all'interno lo fissavano aspettando una sua mossa. Entrò prima che le porte si richiudessero osservò la pulsantiera, il piano terra era già stato selezionato e si appoggiò poco educatamente allo specchio alle sue spalle alla parete dell'ascensore fissandosi la punta delle scarpe mentre scendevano.
- Signor Castle! Signor Castle! - La voce di Peter, il GM dell'hotel lo colse alle spalle mentre si apprestava ad andare alla concierge per farsi portare la sua auto.
- Ciao Peter, gli affari vanno bene, bel via vai anche oggi vedo, eh! - Gli disse in una di quelle cortesi frasi di circostanza osservando il via vai di clienti che affollavano la reception.
- Non ci possiamo lamentare, la sua ospite? Va tutto bene?
- Tutto perfetto Peter. Mi raccomando solo la massima discrezione, è una questione veramente importante.
- Non si preoccupi Signor Castle. È venuta la polizia ieri, ha esaminato le schede dei dipendenti ed il capitano ha scelto personalmente le persone che possono accedere alla camera della sua ospite. Faremo tutto il possibile per garantire la massima riservatezza e venire incontro a tutte le sue esigenze.
- Grazie Peter, è molto importante per me. Potrebbe avere bisogno della piscina o della palestra, nei prossimi giorni.
- Basta che ce lo comunica prima, magari possiamo stilare una tabella, se lei vuole, per farle avere la certezza che non ci siano altri ospiti.
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Obsession
Fiksi PenggemarRick ha detto a Kate che non sarebbe stato a guardarla mentre buttava via la sua vita. È tornato a casa dopo la consegna del diploma di Alexis quando sente bussare alla porta del loft. Ma non è Kate, è Esposito che lo avvisa che Beckett è in ospedal...