TREDICI

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Kate aveva passato molto tempo, fin troppo secondo i medici, a discutere con Kevin, Javier e Rick del caso. Era chiaro a tutti loro come l'assenza di alcun tipo di prova era al momento la prova più grande. In nessun caso una banale aggressione, per quanto violenta, avrebbe lasciato uno scenario del genere, nessun teppista si sarebbe preoccupato di ripulire tutta la zona da impronte o indizi e di stare sempre bene attento a non farsi inquadrare in viso da nessuna delle telecamere poste in quella zona. Avrebbero insistito su questi elementi con Price. Castle aveva prestato molta più attenzione a Beckett che alle chiacchiere sul caso dei detective ed aveva dovuto ammettere che occuparsi in qualche modo del suo lavoro, anche se riguardava se stessa, la aiutava più di ogni altra cosa, aveva rivisto per qualche istante il suo sguardo vivo ed attento, anche se offuscato dalla stanchezza che inevitabilmente aveva, anche se voleva dissimularla ad ogni costo. Si sforzò di non prenderle la mano mentre parlava, cosa che gli veniva adesso fin troppo naturale ed aveva notato che Ryan più di una volta lo aveva osservato a lungo e gli aveva chiesto anche come mai fosse così silenzioso e poco propenso a riempirli delle sue teorie. Si inventò qualche scusa sul fatto che aveva dormito poco e la casa editrice lo stava stressando per i suoi prossimi impegni e tour promozionali, mentre ancora doveva rivedere gli ultimi capitoli di Frozen Heat per la versione definitiva e dare l'ok alla stampa. In parte tutto ciò era vero, ma aveva anche detto chiaramente a Gina che non si sarebbe spostato da New York a tempo indeterminato e poteva pensare ad un viaggio solo se lo avessero chiamato a Stoccolma per ritirare il Nobel alla letteratura, visto che i Pulitzer si tenevano a New York. Gina non la prese bene, per niente, anzi lo accusò che se non si fosse concentrato sul suo lavoro, non solo non avrebbe mai vinto nessun riconoscimento, ma i suoi libri futuri sarebbero stati un flop: a Castle sembrò quasi che se lo augurasse anche se non capiva il perché, dato che ci avrebbe rimesso molto anche lei.

Il ciclone Lanie entrò nella stanza portando la sua consueta ventata di buonumore: Kate era sempre felice di vedere la sua amica. Chiacchierarono un po' tutti insieme come se invece che in una stanza di ospedale fossero seduti ad un tavolo all'Old Haunt. Rick se ne andò con i ragazzi, lasciando le due amiche sole per chiacchiere da donne, come disse la dottoressa. Castle e Beckett si scambiarono un lungo sguardo, dopo un saluto piuttosto formale davanti a tutti gli altri, lo scrittore era certo che a Lanie non fosse sfuggito e ne ebbe la conferma la sera stessa, quando Kate al telefono gli raccontò che la dottoressa le aveva fatto il terzo grado convinta che le nascondesse qualcosa su loro due. Avevano deciso di non dire niente a nessuno, almeno per il momento, almeno fino a quando Kate fosse rimasta in ospedale, fino a quando anche loro stessi non avessero fatto chiarezza sulla loro situazione. Rick non aveva problemi a non dire nulla alla sua famiglia, Alexis era partita da qualche giorno per un lungo viaggio in Europa con le sue amiche e Martha era impegnata in un percorso rigenerante in un centro benessere prima di partire per una breve tournée estiva con la sua giovane compagnia. Contava che, per quando le sue due donne sarebbero tornate a casa, la loro situazione sarebbe stata definita e non ci sarebbe stato nulla da tenere nascosto.

Si sentivano tutte le sere dopo che Rick era tornato a casa ed accadeva sempre più tardi, visto che rimaneva lì fin quanto glielo consentivano riuscendo a strappare sempre qualche minuto in più al controllo delle infermiere, decisamente più tolleranti in quel reparto.

Appena finita la telefonata con Kate, Castle andò nel suo studio per mettersi a scrivere. Aveva cancellato tutto quello che aveva scritto subito dopo il ferimento di Kate sotto il nome di Final Heat, non ci sarebbe stato nessun atto finale. Aveva scritto appena qualche battuta quando il telefono squillò di nuovo, era convinto che fosse Kate ancora una volta ed un sorriso spontaneo nacque sul suo volto, ma il numero anonimo attirò la sua attenzione e lo fece diventare serio.

- Castle! - Rispose deciso

- Buonasera signor Castle, sono Mr Smith. - Rick rimase in silenzio stringendo il telefono con forza - Io non posso più fare nulla per la detective Beckett, il patto è saltato, non posso più proteggerla. Loro sanno tutto, che state indagando ed anche del suo coinvolgimento diciamo personale. Incontriamoci domani sera allo stesso parcheggio. Le darò la copia dei documenti in mio possesso poi io sparirò per sempre e non avrò più nulla a che fare con questa storia. Sempre che lei voglia quei documenti, poi sarà lei a decidere cosa farne.

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