VENTOTTO

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Il ghiaccio nel secchiello lasciato a terra al lato del letto ormai era del tutto squagliato. I loro corpi nudi erano un groviglio inestricabile avvolto nelle lenzuola su quel letto bagnato di sudore, di ghiaccio sciolto e di loro. Il tempo della passione era appena passato ed ora era il momento, non meno appagante e gratificante delle tenerezze, degli abbracci, del tenere i loro corpi vicini. Anche dopo, soprattutto dopo. Non c'era stata una volta che non era stato così. Non c'era mai stata fretta o frenesia, non era mai solo appagamento fisico, era anche tutto il resto, tutto il prima ed il dopo a rendere speciale ogni volta. Più passavano i giorni più aumentava la loro complicità ed affinità, sotto tutti i punti di vista. Si divertivano tra di loro, sperimentavano, si amavano, si regalavano a vicenda passione e piacere, giocavano senza vergognarsi di farlo. Così quella sera Beckett aveva esaudito una delle richieste di Castle, perché a lui quella frase che gli aveva detto tanto tempo prima, dei giochi che sapeva fare con il ghiaccio era rimasta impressa e lei era stata felice di accontentarlo, di vederlo arrivare al limite e superarlo, ed era compiaciuta piacere che sapeva donargli e di vederlo abbandonare ogni freno inibitore, per lei e con lei.

Kate non era innamorata di Rick, Kate lo amava. Amare è un verbo, implica un'azione, qualcosa in movimento, che si evolve, cresce e ti fa crescere. Amare rende felici e stanchi, amare è vincere la paura di aver paura di amare. Tutto questo per lei era qualcosa di nuovo, di grande e spaventoso, che la portava a fare i conti con se stessa molto più spesso di quanto non avesse mai fatto. Ogni giorno, in quei momenti di silenzio e solitudine, si poneva domande alle quali era sempre più difficile rispondere, perché molto spesso una risposta non c'era. Vedeva la sua vita o meglio, immaginava quella che avrebbe potuto essere la sua vita con Castle e si vedeva libera da incubi ed ossessioni, lo desiderava fortemente ed allo stesso tempo le sembrava così di tradire sua madre e la sua memoria. Si sentiva egoista a pensare solo alla sua felicità a mettere se stessa e i suoi sogni al centro del suo mondo: era possibile che quell'amore che provava per Rick che lei vedeva come un sentimento giusto potesse avere un retro della medaglia così sbagliato? Come poteva fare a far convivere queste due parti della sua vita, il suo futuro con Castle ed il suo passato segnato dall'omicidio di sua madre? Come poteva, se non metteva la parola fine a tutta quella vicenda vivere liberamente la sua vita senza portare ancora di più anche Rick al centro del mirino che da oltre un anno aveva puntato addosso? Poteva permettersi di fargli rischiare la vita solo per starle vicino? Lui lo avrebbe fatto, lei lo sapeva, perché in quegli anni, quando non erano nulla più che colleghi o amici, lo aveva già fatto tante volte, senza indugio. Si sarebbe preso anche la pallottola del cecchino se avesse fatto in tempo, non aveva esitato a buttarsi sul suo corpo ed era stata una frazione di secondo a salvarlo. Sì, perché Kate quella frazione di secondo di ritardo, lei non la vedeva come lui, che diceva che non aveva fatto in tempo, lei la vedeva come il giusto tempismo perché fosse salvo, perché era questo che le importava di più. Che lui fosse salvo.

Le braccia di Rick circondavano il suo corpo, le dita le percorrevano la linea della spina dorsale e chiudendo gli occhi riviveva il brivido provato fino a poco prima, quando poi anche lui aveva deciso di giocare con il ghiaccio e con il corpo di Kate e brividi si susseguivano a brividi, di freddo e di piacere. Gli mordicchiava il lobo dell'orecchio mentre lui baciava ogni centimetro di pelle alla sua portata. Più i giorni passavano più la salute e le cicatrici di Kate miglioravano, il dolore era sempre meno intendo e lei si sentiva sempre meglio, più in forma e con più vigore, merito delle sedute i palestra e delle lunghe nuotate in piscina, ma Rick in ogni situazione non perdeva mai attenzione e riguardo nei suoi confronti, anche quando si lasciava andare sembrava che il suo inconscio sapesse sempre come e dove toccarla per non farle male.

- Domani Angela ci ucciderà - Disse Rick sghignazzando mentre mordicchiava la spalla di Beckett. Angela era una delle due persone autorizzate ad entrare nella stanza di Kate per rassettarla. Era la preferita di Castle, bassa e minuta dalla carnagione olivastra che rivelava le origini sud americane, era spigliata e divertente e passava tutto il tempo a cantare mentre sistemava la stanza.

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