OTTANTASEI

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Si risvegliarono in un groviglio di corpi e coperte. Il fuoco ormai era spento e dalle finestre con le tende rimaste aperte filtrava una timida luce.
Non avevano nessuna intenzione di alzarsi da lì e nessuno li avrebbe obbligato a farlo: tutto quello era meraviglioso. Kate era sdraiata a pancia in giù incastonata tra i cuscini, Rick sollevò il piumone per coprirli meglio, generando però un'onda fredda che colpì il corpo nudo di lei che protestò con qualche mugolio. Poi lui si stese al suo fianco, reclamandone il possesso allungando un braccio per non perdere mai quel contatto fisico che era indispensabile anche a lui adesso. Non aveva esagerato quando l'aveva definita la sua droga, perché più ne aveva più ne voleva e non riusciva a farne a meno, ma non aveva nessuna intenzione di guarire da quella dipendenza.
Le accarezzava piano la schiena e sapeva che non stava dormendo, lo percepiva da come si muoveva impercettibilmente a seconda come la toccava, andando incontro alla sua mano quando questa sembra allontanarsi da lei. Rick adorava quando era lei a cercare il suo tocco e si divertiva a stuzzicarla facendoglielo desiderare, gli piaceva sapere che ora era lei a volerlo almeno quando lui l'aveva sempre voluta.
- Hai dormito bene? - Le chiese chinandosi sotto la coperta per baciarla sul collo, scostando quei capelli ancora troppo corti per i suoi gusti. Ne accarezzava le punte come se fossero ancora una ferita aperta di quei mesi, non perché le stessero male, lei era sempre bella, a prescindere dai capelli, ma perché ci vedeva il simbolo di quello che voleva dimenticare. Non gli rispose che qualcosa che assomigliava ad un mugolio soddisfatto ed ancora assonnato.
- Hai fame? Vuoi che ti preparo la colazione? - Rick continuava ad accarezzarle la schiena mentre lei scuoteva la testa energicamente.
- No, Castle. Vieni qui. - Battè la mano sul cuscino vicino a lei, perché riempisse quello spazio vuoto tra di loro. Rick non se lo fece ripetere e si avvicinò quasi strisciando in mezzo a quel marasma di coperte e cuscini che si erano ben uniformati sotto i loro corpi.
- Castle? Perché ti sei fermato? - Gli chiese protestando perché aveva interrotto il suo massaggio e se ne stava vicino a lei semplicemente osservandola con gli occhi chiusi e quelle labbra perfette leggermente schiacciate sul cuscino. La prese trascinandola verso di se, così che si appoggiasse sul suo petto, sentì i suoi seni a contatto con il suo torace e non resistette alla tentazione di accarezzarne uno, racchiudendolo per qualche momento nel palmo della sua mano, stuzzicandola un po' e sentì come subito rispose al suo tocco intrecciando le gambe con le sue. Sorrise compiaciuto e tornò ad accarezzarle la schiena disegnando spirali sulla sua pelle.
- Come siamo esigenti questa mattina Beckett! - La sentì ridacchiare sulla sua spalla mentre un leggero morso si trasformava in un bacio.
- Dimmi la verità... - Gli chiese Kate tirandosi su e voltandogli il volto verso di lei dopo avergli stampato un bacio sulle labbra - ... Quante volte hai già organizzato tutto questo?
- Alcune. - Ammise Rick - Ma non così. E fino ad oggi tutto questo non aveva mai avuto nessun altro senso che fare solo un misero sfoggio.
Kate sapeva, nel suo intimo, che non poteva essere la prima o l'unica con cui Rick aveva fatto certe cose. Però non riuscì a nascondere un certo fastidio.
- Anche Vanessa? Hai portato qui anche lei? - Si scoprì improvvisamente e per la prima volta gelosa di quella donna che di fatto glielo aveva riconsegnato e fu quando pensò che di fatto loro due erano stati insieme molto più tempo di quanto non avesse fatto lei.
- No. Non è mai venuta qui. Ma... Hey Kate - Fu lui questa volta ad alzare il suo volto per parlarle guardandola negli occhi - Anche se ci fosse stata, non sarebbe cambiato nulla. Lei non è te. Nessuna è te. Nessuna può essere paragonata a te.
Nelle orecchie di Beckett tornò la sua voce che le sussurrava quella canzone solo poche ore prima. Lo baciò ancora, più a lungo, costringendosi a far uscire dalla sua mente qualsiasi immagine di lui con altre donne. Castle era lì, ed era lei quella che teneva tra le braccia e baciava con passione mentre i loro corpi erano un groviglio di braccia e gambe intrecciate insieme.
- Sai, mi è venuta un po' di fame. - Beckett sussurrò quelle parole a Castle mentre gli mordicchiava e succhiava il lobo dell'orecchio.
- Cosa vuoi? - Gli chiese faticando non poco a resistere a quelle provocanti attenzioni.
- Quello che preferisci. Mi affido al mio personalissimo chef!
Così dicendo li scoprì scostando con un gesto secco il piumone facendo rabbrividire Rick mentre lei correva in bagno.
- Intanto vado a farmi una doccia. - Gli disse mentre correva verso la stanza da bagno alla loro destra e lui rimase a guardare estasiato il suo corpo nudo ed atletico, sentendosi investito da un'ondata di calore che gli fece dimenticare il freddo di essere stato scoperto.

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