Il rumore delle onde del mare era diventato il suo compagno migliore, la colonna sonora delle sue giornate, tutte uguali. Si sentiva in colpa per non riuscire ad essere minimamente di compagnia nemmeno per Nick, ma lui, invece, non sembrava preoccuparsene, come lei era uno che era abituato a stare da solo e sembrava che tutto quello non gli pesasse. C'era solo una cosa che tutti i giorni facevano insieme ed era andare a correre. Nick le diceva che doveva rimettersi in forma e si era offerto di farle da personal trainer, così occupavano quasi tutta la mattinata scaricando energie correndo sulla spiaggia e con il passare dei giorni la resistenza di Kate aumentava così come la sua voglia di andare sempre più lontano, tenuta a freno da Price che le ricordava sempre che non potevano spingersi troppo oltre quel tratto di spiaggia. L'attività fisica era l'unica cosa che le permetteva di staccare la mente dal resto del mondo concentrandosi sui muscoli indolenziti, obbligandoli a dare sempre di più fino a quando non li sentiva bruciare e tremare.
Avevano cominciato poi anche ad allenarsi nel corpo a corpo, con un po' di attrezzatura non molto professionale che Nick era riuscito a trovare nel paese vicino. Aveva bisogno di riprendere dimestichezza con quelle pratiche in cui aveva sempre eccelso e che adesso faticava nel ritrovarle con naturalezza. Price in questo era un'ottima spalla, uno di quelli che non si lasciava muovere a compassione, ma che picchiava duro e non gliela dava mai vinta, fino a quando lei non riuscisse veramente ad atterrarlo e per molti giorni non ci riuscì, facendo vincere su di se solo la frustrazione di non avere ancora pieno possesso del suo corpo, come voleva lei. Ma questo non la faceva abbattere, la spingeva solo ad allenarsi di più, con lui e da sola, a concedersi lunghe nuotate anche quando l'acqua era diventata più fredda e le correnti più forti. Ma Kate sapeva nuotare bene, gli anni trascorsi in piscina da bambina avevano dato i suoi frutti e non si spaventava di quelle onde né del freddo, perché ogni giorno combatteva dentro di se con ben altre tempeste da placare senza riuscirsi mai.
Man mano che passavano le settimane cominciava sempre più a sentire la mancanza della sua vita, dell'azione, dell'essere utile e più stava bene, più si sentiva in forma, più si sentiva inutile bloccata lì tra quella casa tutta troppo bianca, la spiaggia ed il mare, un sogno che rischiava di diventare il suo incubo. Per giorni le sue mattine erano state scandite dalla "rassegna stampa" che Nick le faceva trovare, si era chiesta più volte se ci fosse del sadismo in lui nello sbatterle in faccia riviste dove Castle campeggiava in bella mostra ogni volta con una donna diversa in pose più o meno equivoche. Era arrivata a scontrarsi con lui, a chiedergli perché lo faceva ma lui non le aveva mai dato una risposta che lei considerava accettabile. "La vita va avanti Kate" le ripeteva, sottintendendo che anche la sua doveva farlo, ma lei proprio non capiva come potesse andare avanti in qualche modo se era confinata lì. Non voleva piangere né commiserarsi, però più volte la sera arrivava al punto di non farcela più, quando i ricordi si impossessavano di lei e faceva ancora più male o quando facendo zapping gli era capitato di vederlo in tv, bello come sempre e la sua voce era entrata di nuovo nella sua testa. Si fermava a guardarlo sorridere ammiccante alla telecamera, fare battute con l'intervistatore di turno brillante come sempre, ma lei non la poteva ingannare, lei lo vedeva anche dalla tv che i suoi occhi blu non erano limpidi come sempre quando era felice, che erano velati, opachi, non brillavano come il suo sorriso e allora scappava via, anche dalla sua immagine e non gli importava se al suo fianco c'era una bionda o una mora che si strusciava, perché lei riusciva a vedere solo i suoi occhi tristi e se ne sentiva responsabile: lei aveva amato il sorriso di quegli occhi, più di qualsiasi altra cosa e ogni volta che li vedeva brillare ed illuminarsi, riusciva a far splendere anche lei con la sua luce.
Poi, dopo aver visto della sua grande festa per il lancio di Frozen Heat e le foto di rito con Martha ed Alexis, di Castle non c'era stata più traccia nei giornali e lei aveva cominciato a sentire quasi quella mancanza di notizie quotidiane di lui, per quanto gli facesse male vederlo così. Non lo aveva visto per molto tempo cercava tra le pagine della cronaca rosa sue notizie, ma non c'era nulla, aveva trovato solo un trafiletto della sua presenza a Columbia su un giornale di cronaca locale, quando era andato a presentare il libro. Poi una mattina lo aveva visto. Era bello come raramente lo aveva visto, nel suo smoking nero, più magro, sorridente, vicino a quell'attrice bionda che stringeva in modo diverso lo vedeva che era veramente a suo agio. E gli sorridevano anche gli occhi, lo aveva visto, in quella foto in primo piano, dove i loro visi erano tremendamente vicini e lui le dava un tenero bacio sulla guancia ed anche il giorno dopo era di nuovo con quella donna nelle pagine di cronaca rosa, ed era ancora più felice al party per il suo libro a Los Angeles mentre la presentava ufficialmente come la sua compagna.
STAI LEGGENDO
Obsession
FanfictionRick ha detto a Kate che non sarebbe stato a guardarla mentre buttava via la sua vita. È tornato a casa dopo la consegna del diploma di Alexis quando sente bussare alla porta del loft. Ma non è Kate, è Esposito che lo avvisa che Beckett è in ospedal...