SETTANTACINQUE

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Aveva deciso che sarebbe uscita prima quel giorno dal distretto, anche se per lei prima voleva solo dire all'ora normale per tutto il resto del mondo.

- Detective Beckett, sta andando via? - Victoria Gates era appena uscita dal suo ufficio e le stava andando incontro.

- Ehm... io... sì, signore.

- Ci sono novità sul caso Church?

- Abbiamo una pista sulla quale indagare, stiamo aspettando dei riscontri dal Canada.

- Canada? - Chiese perplessa.

- Nicole Church aveva un conto a Toronto dove faceva dei versamenti ogni 10 del mese. Stiamo aspettando che ci mandino le registrazioni delle telecamere esterne di quel giorno per vedere se era sola o c'era qualcuno con lei. Il fidanzato ci ha confermato che quei soldi provenivano da dei lavori che faceva al di fuori della società per la quale lavorava.

- Non c'è altro? - Chiese fin troppo seria.

- Un conto alle Bahamas, ma quello per ora è un vicolo cieco, nessuno pare saperne nulla. Per ora non c'è altro signore. Stiamo sempre aspettando i risultati della scientifica sul computer del suo ufficio ma dubito possa darci informazioni.

- Sì, dubito anche io. Va bene detective, passi una buona serata.

- Grazie Signore. - Le disse Beckett timidamente.

- Ah detective! Sono felice se non passa tutte le sue giornate qui al distretto come prima.

- Sì, anche io - Kate era visibilmente imbarazzata ma apprezzo che il suo superiore non giudicava negativamente il suo desiderio di normalità.

Castle la aspettava fuori dal distretto con uno zaino sulle spalle ed un trolley vicino a lui. Gli sorrise istintivamente e gli diede un bacio veloce sulle labbra.

- Ciao! Pensavo tornassi su...

- Ecco io... sono arrivato pochi minuti fa, ho preferito aspettare sai, per evitare commenti e battutine.

- È un problema per te Castle?

- No, non per me, no... Le volevo evitare a te. Andiamo?

- Tieni. - Kate diede a Rick un mazzo di chiavi tenute insieme da un portachiavi di legno a forma di cuore con un "K" incisa: era come il ciondolo che le aveva regalato, solo un po' più grande. Lo aveva trovato quando era andata a fare una copia delle chiavi di casa dopo aver mangiato con Lanie. Rick le guardò senza dire nulla. - Sono le tue, puoi aprire...

- Sì... sì... - Castle guardò il portachiavi accarezzando la lettera incisa. Ricordava perfettamente quel ciondolo, così come ricordava cosa le aveva detto quando glielo aveva regalato ed era certo che se lo era ricordata anche lei quando lo aveva scelto, perché Beckett non è una che dimentica certe cose e non fa scelte a caso. Rick aprì la porta trascinandosi dietro il trolley e Kate lo osservava fuori dalla porta. Gli sembrava stordito da quella situazione, non si era nemmeno reso conto che lei non lo aveva seguito ma lo guardava sorridendo da lontano. Si accorse solo quando sentì la porta chiudersi e si voltò vedendola appoggiata con le mani dietro la schiena.

- Che c'è? - Le chiese guardandola frastornato mentre lei aveva un sorriso che le illuminava il volto.

- Ci sei tu. Qui.

- Sì, sono qui, perché? - Le disse come se stesse ripetendo l'ovvio continuando a non capire.

- Castle. Focus. Tu. Sei. Qui.

- Sì. - Ripeté lui

- Sono felice, Castle. Felice. - E Rick non capiva come poteva dirglielo ed innervosirsi allo stesso tempo. Lasciò cadere lo zaino a terra e la abbracciò.

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