Vanessa dormiva con la schiena scoperta ed il lenzuolo abbassato fino alla linea dei glutei, Castle, invece, non era riuscito a dormire molto: era rimasto immobile nel letto, con gli occhi chiusi a cercare di dare un senso nella sua mente alle ultime ore. Era successo tutto velocemente e poi davanti a quel suo "sì" che le aveva sussurrato sulle labbra e con gli occhi, tutto era diventato lento, la fretta era sparita insieme ai timori che non fosse giusto. Lo volevano, lo era. La Vanessa risoluta e sicura si era trasformata in quel letto in una donna molto più fragile e timida di quello che potesse mai immaginare, perché doveva essere sincero, in quelle settimane qualche pensierino ce lo aveva fatto, immaginandosi però una situazione del tutto diversa, dove doveva essere lui quello da rasserenare e lei quella forte ed invece era accaduto il contrario e gli era piaciuto più di quanto immaginasse rassicurarla con baci, carezze e sorrisi. Disteso sul letto perso nel buio imposto dai suoi occhi chiusi, pensava che era la prima volta che aveva sorriso di nuovo con una donna in quei momenti, che non era solo passione, impeto e voglia, ma aveva sorriso si muoveva su di lei dolcemente imponendo un ritmo delicato al loro primo incontro e Vanessa lo aveva apprezzato, non c'erano state forzature o pretese, era stato tutto molto naturale, molto intimo. Aveva amato quel lato di Castle che era così diverso dai pettegolezzi sul suo conto, il suo essere gentile e garbato nel donarle un profondo piacere ed anche lei aveva sorriso e non se lo aspettava.
Castle si ritrovò ad accarezzarle la linea della schiena, si era voltato verso di lei, non sapeva di preciso quando mentre cercava di far ordine nei suoi pensieri. Gli piaceva sentire la sua pelle setosa sotto la punta delle dita, stava cercando di prendere confidenza con un corpo che ancora non conosceva evitando che la sua mano si muovesse da sola a cercare curve che non erano lì, ma che nella sua mente erano sempre troppo presenti. Così dalle spalle era sceso lungo la colonna tracciando una linea immaginaria fino al suo fondoschiena che svettava sotto il lenzuolo, ben pronunciato ma non volgare. Si trattenne da andare oltre e intrufolarsi sotto la stoffa per accarezzare ancora quella parte di lei che aveva già imparato a conoscere in precedenza ed un sorriso malizioso nacque sul suo volto ripensandoci.
La sentì svegliarsi, avvolgendosi come in un bozzolo tra le lenzuola, lasciando del tutto scoperto lui, che, come lei, ancora non si era rivestito. Provò un irrazionale senso di vergogna, qualcosa che non gli apparteneva, lui che non aveva mai avuto problemi ad esibire il suo corpo a nessuna donna.
- Buongiorno... - Vanessa aveva ancora gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno quando lo salutò sospirando.
- Buongiorno a te - le rispose abbozzando un sorriso imbarazzato che lei aprendo gli occhi colse insieme a quella postura innaturale di chi cercava di sembrare invece il più tranquillo possibile.
- Richard... - gli sussurrò avvicinandosi in modo poco casto al suo orecchio, lasciando scivolare via gran parte del lenzuolo nel quale si era avvolta - rilassati...
Vanessa cercò le sue labbra per unirle in un lungo bacio, mentre si liberava del tutto di quella stoffa superflua avvicinandosi sempre più a lui. Castle sentiva adesso quella donna completamente diversa da come era stata solo poche ore prima ed in effetti era così: Vanessa era diventata più sicura ed intraprendente ed era stato proprio Rick a farla diventare tale, le sue attenzioni e la sua delicatezza le avevano fatto capire che anche lei doveva lasciare andare i suoi timori e farsi trasportare dalle emozioni che Castle le provocava e quella mattina glielo dimostrò conducendo le mani di lui sul suo corpo e ringraziandolo di quanto le aveva fatto provare poche ore prima, riprendendo da lì dove si erano interrotti, a ruoli inversi.
Quella era stata solo la prima delle notti che che Rick e Vanessa avevano trascorso insieme. In quelle due settimane sulla West Coast, Castle aveva fatto di tutto per passare a Los Angeles più tempo possibile e Vanessa per passare più tempo possibile nella sua suite. Arrivati agli ultimi giorni prima che lui dovesse ripartire avevano anche deciso che non c'era motivo per nascondersi più, così Castle con tanto di smoking era stato il suo perfetto cavaliere in una serata organizzata dalla produzione del suo show televisivo e Vanessa era entrata al suo braccio al party promozionale organizzato dalla Black Pawn a Los Angeles, senza dubbio il più importante dopo quello a New York che li aveva fatti incontrare di nuovo. Questa volta, però, non si nascosero da sguardi indiscreti nel punto più buio della festa, ma Rick fu felice di averla al suo fianco ogni volta che doveva rilasciare un'intervista o scattare delle foto, senza curarsi se la stringeva a se più del dovuto o se qualche fotografo aveva immortalato uno dei tanti baci che le aveva dato in quella serata. Era perfettamente a suo agio con Vanessa al suo fianco che ovviamente riusciva a muoversi con estrema autonomia e disinvoltura tra giornalisti e fotografi, radiosa e solare. Si erano imposti solo un "no comment" a tutte le domande che riguardavano la loro vita privata, limitandosi a confermare solo che sì, stavano insieme e a fine serata avevano anche ceduto su qualche foto in posa con tanto di bacio in favore della stampa e non avevano trovato nulla di male in tutto quello, né di forzato, avevano fatto solo quello che si erano sentiti di fare, naturalmente. Certo, sapevano che adesso i fotografi non gli avrebbero più dato tregua, che li avrebbero trovati fuori ad ogni locale dove li avrebbero avvistati, ma non gli importava, non avevano nulla da nascondere, erano due persone single che si erano felicemente trovate e vivevano qualcosa di bello insieme.
Tornare a New York non era proprio quello che Castle voleva, ma anche Vanessa era stata irremovibile: doveva tornare a casa e non era solo perché nei giorni seguenti lei si sarebbe dovuta spostare per andare a girare alcuni giorni fuori dagli studios, ma anche perché gli aveva detto che avevano bisogno di allontanarsi un po'. Rick all'inizio non aveva capito, anzi si era arrabbiato sentendosi di nuovo messo da parte, così Vanessa aveva dovuto usare tutta la sua capacità di mediatrice per riuscire ad andare oltre il suo broncio e fargli capire che se avessero continuato a stare come in quei giorni, sempre insieme, avrebbero finito con il bruciarsi senza metabolizzare quello che stava accadendo tra loro. Glielo disse baciandolo che per lei quella storia era importante e lo era anche lui. Rick si sentì tranquillizzato dalle sue parole e riuscì a capire quello che voleva dire, perché immediatamente pensò a Beckett, a come avevano vissuto intensamente quella relazione senza mai riprendere fiato o staccarsi e si erano bruciati troppo velocemente scambiando una fiamma passeggera per qualcosa di più.
New York lo accolse più fredda di quanto non fosse Los Angeles e non solo climaticamente. Ovunque gli sembrava spirare un vento gelido che lo avvolgeva quando meno se lo aspettava. Era il vento dei suoi ricordi ed anche andare semplicemente in libreria o a prendere una cioccolata calda in una caffetteria diventava qualcosa dove c'era lei. E lei non aveva nemmeno bisogno di avere un nome. Lei era Kate, lei era sempre lei, nonostante i suoi sforzi per tenerla lontana dalla sua mente, quando era solo Beckett tornava prepotente e lui sperava sempre che ogni volta facesse meno male, ma non era così. Faceva male, sempre, come la prima volta. Vanessa era un balsamo, era il rifugio per il suo dolore, era sorridere spensierato per un po' e pensare che in fondo andava bene così. Però lei non c'era e la sua assenza faceva più male, l'assenza di Kate.
Quando rientrò al loft si sorprese di trovare Martha a casa. Lasciò la valigia sul pianerottolo e la giacca sull'appendiabiti. Vide sua madre con una copia di una rivista in mano sorseggiare quello che aveva tutta l'idea di essere un Martini.
- È una cosa seria, Richard? - Gli chiese senza giri di parole mostrandogli le foto di lui e Vanessa, strappandogli un sorriso.
- Stiamo bene insieme, che ne pensi? - Domandò a sua madre prendendole rivista e bicchiere e bevendo un generoso sorso di quello che sì, era proprio un Martini.
- Meglio delle ultime con le quali sei finito sui giornali. - Disse Martha riempiendosi un altro bicchiere - Almeno spero che questa non entri nel tuo letto solo per la pubblicità, non credo ne abbia bisogno.
- Non ha bisogno di entrare nel mio letto per niente, mamma. E poi è già da un po' di tempo che ci frequentiamo e se è uscito solo ora, vuol dire che non è per pubblicità, che ne pensi? - Puntualizzò indispettito.
- Sei felice Richard? - Chiese la donna con tono più tenero
- Sto bene con lei. È già un passo avanti.
- Che questo non vuol dire che sei felice. Con Katherine...
- Mamma, te l'ho già detto. Beckett è il passato. Qualunque cosa sono stato con lei era finto, quindi è inutile parlarne. Con Vanessa sto bene, è una bella ragazza sotto tutti i punti di vista, ci divertiamo e mi capisce. Vuoi sapere se sono felice? Non lo so se sono felice, non so se riuscirò mai ad essere felice come tu intendi essere felice. Mi godo quello che ho con lei, che è più di quanto un mese fa potessi mai pensare di riuscire ad avere.
Poggiò bicchiere e giornale sul tavolo e trascinò la valigia in camera. Si buttò sul letto e prese il cellulare scrivendo freneticamente.
"Mi manchi"
Ebbe solo un attimo di esitazione nello scegliere il destinatario quando le sue dita andarono automaticamente sulla B. Solo perché vicina alla V, si giustificò mentalmente mentre inviava il messaggio a Vanessa che gli rispose pochi secondi dopo.
"Anche tu."
STAI LEGGENDO
Obsession
FanfictionRick ha detto a Kate che non sarebbe stato a guardarla mentre buttava via la sua vita. È tornato a casa dopo la consegna del diploma di Alexis quando sente bussare alla porta del loft. Ma non è Kate, è Esposito che lo avvisa che Beckett è in ospedal...