Kate era andata a parlare con Burke quella sera stessa. Gli aveva chiesto un appuntamento, con la massima urgenza e lui le aveva detto di raggiungerlo dopo il normale orario di visita.
Fu una chiacchierata informale, nella quale il dottore più che altro si informò dei suoi ultimi mesi e di come la situazione si era evoluta. Burke sapeva benissimo che Kate non sarebbe stata tranquilla e serena fino a quando quel caso non sarebbe stato chiuso, perché non era solo una questione di lavoro, ma ormai una questione privata che la toccava da più punti, andando a colpire direttamente i suoi affetti più importanti. Gli aveva parlato anche di Castle, non nascondendogli nulla della loro relazione, di come era finita e di come si fosse sentita persa senza di lui, della decisione di tornare per darsi un'altra possibilità e di tutti i fatti più recenti, fino a quella stessa mattina quando l'aveva lasciata. Definitivamente.
Lui si limitò ad ascoltare, come faceva sempre.
- Ha fatto bene a provarci Kate. Se dentro di se sentiva che c'era una possibilità che la vostra storia non era realmente finita, ha fatto bene a parlargli. Sarebbe stato peggio rimanere con il rimpianto di non averci provato.
Burke la vide stringere i pugni ed abbassare lo sguardo, la vedeva era a disagio adesso.
- Cosa altro c'è Kate?
- Lanie, una mia cara amica, dice che secondo lei Castle è ancora innamorato di me e che dovrei aprire gli occhi.
- E Lei cosa pensa, invece?
- Mi ha lasciato, dicendomi che andava dalla sua compagna perché io gli avevo fatto troppo male. Però non lo so, ogni volta che ci sfioriamo, io... nei suoi occhi vedo che c'è dell'altro.
- Ci spera ancora Kate? Dentro di lei, nel profondo, ha ancora una speranza? - Le chiese Burke accavallando le gambe in attesa della risposta alla domanda che credeva più difficile, ma che invece arrivò senza dover aspettare troppo, perché Beckett rispose di getto.
- Sì. Sempre.
Il dottore le sorrise e la salutò. Non avevano altro da dirsi, ma le comunicò che per lui era tutto ok, sarebbe potuta tornare a lavoro non appena il distretto lo riteneva opportuno, non c'era nessun vincolo negativo da parte sua.
Erano passati un paio di giorni che aveva usato per riprendere pieno possesso della sua vita e della sua casa, facendo anche quelle cose banali per gli esseri umani ma necessarie per vivere, tipo fare la spesa. Era andata a trovare suo padre ed avevano cenato insieme, parlando non più del solito nonostante l'assenza prolungata dicendosi il minimo indispensabile, capendosi molto di più. Era uscita di nuovo a pranzo con Lanie ed avevano organizzato una serata sole donne con Jenny, perché Kate voleva essere aggiornata di tutti i particolari. Era un maschio, lo avevano saputo da poco e ancora non lo sapeva nemmeno Lanie. Avevano brindato, tutte rigorosamente con analcolici, alla bella notizia e si erano perse per ore in chiacchiere entusiaste sulla gravidanza di Jenny e riso quando lei raccontava tutte le fobie di Kevin futuro papà. Una serata bella. Una serata normale. Una serata nella quale il pensiero di Castle non l'aveva ossessionata, almeno fino a quando non era tornata a casa sola e lo vedeva dormire sul divano, ma lui ovviamente non c'era. Fisicamente. Per tutto il resto era lì. La sua ingombrante presenza era sul divano, sul pavimento, nella cucina, vicino alla finestra. Dentro di lei, soprattutto.
Castle però non era nell'appartamento di Kate, non era nemmeno al loft e nemmeno a New York. Era partito da qualche giorno con Vanessa che doveva tornare a Los Angeles per riprendere il lavoro e lui aveva pensato che allontanarsi da lì e mettere più chilometri possibili tra lui e Kate fosse la cosa migliore. Migliore per far continuare la sua vita sullo stesso binario ormai già conosciuto, senza ulteriori deragliamenti. Aveva scelto Vanessa, l'unica scelta possibile per non soffrire ancora, per non farsi annientare. Per essere felici ci sarebbe stato tempo.
STAI LEGGENDO
Obsession
FanfictionRick ha detto a Kate che non sarebbe stato a guardarla mentre buttava via la sua vita. È tornato a casa dopo la consegna del diploma di Alexis quando sente bussare alla porta del loft. Ma non è Kate, è Esposito che lo avvisa che Beckett è in ospedal...