DICIANNOVE

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Avevano parlato molto nei giorni precedenti, ora sembravano non voler parlare più, anche se avevano molte cose di cui discutere, sopratutto Kate, aveva molte cose di cui chiedergli conto, ma passò tutto il secondo piano. Beckett era rannicchiata sul divano, con la testa appoggiata sulla spalla di Castle, mentre accarezzava il suo petto da sopra la camicia.
Non avevano più la percezione del tempo.
Si accorsero quante ore erano passate solo quando si ritrovarono nella penombra e guardando fuori, vedevano New York avvolta dalle prime luci della sera. Si guardarono e risero, una delle tante volte di quel pomeriggio e Kate non avrebbe mai pensato quella mattina che il suo primo giorno fuori dall'ospedale sarebbe stato così. Si immaginava sola, in una stanza piccola e anonima a cercare di leggere qualche pagina di uno dei libri che si era fatta portare ed invece era stata tutto il pomeriggio tra le braccia di Castle e non importava dove, sarebbe andata bene anche quella piccola ed anonima stanza della sua mente. Era stata felice, era stata leggera e senza pensieri. Tutto quello che da tempo non era riuscita più ad essere lo era stata in un solo pomeriggio con lui, lasciando che Castle fosse Rick e lei fosse Kate, senza muri, senza barriere e senza paure, libera di ridere alle sue battute sceme, di baciarlo ogni volta che ne aveva voglia, di lasciarsi baciare quando era lui che voleva farlo. Per un pomeriggio aveva chiuso fuori da quella porta la vita reale, le paure, le scelte, il sentirsi braccata da qualcosa di diverso delle braccia di lui che non l'avevano mai lasciata.

Le era piaciuto stare ad ascoltare i suoi racconti su tutte le volte in cui avrebbe voluto baciarla nel corso di quegli anni: ripercorreva momento dopo momento cominciando dal loro primo caso insieme. Così le aveva detto che quando lo aveva salutato in strada e dopo averlo provocato se ne stava andando, avrebbe voluto fermarla e baciarla lì, fregandosene di tutti quelli che li potevano guardare, anche se sapeva che dopo avrebbe rischiato come minimo uno schiaffo. Beckett annuì, specificando che uno schiaffo sarebbe stato il minimo e lui sorridendo la baciò. Era il bacio che le avrebbe voluto dare quel giorno ma non ci fu nessuno schiaffo, dopo. E continuò così recuperando quei baci non dati uno dopo l'altro, lasciando Kate senza parole per come si ricordasse perfettamente ogni momento, ma si stupì ancora di più di se stessa perché li ricordava tutti anche lei. Così bacio dopo bacio si era fatta sera ma Castle era ancora all'inizio del ripercorrere la loro storia.

- Ci vorranno molti altri pomeriggi così per arrivare fino ad oggi. Mi devi tanti baci Kate... - Disse baciandola ancora - ... Tanti, tantissimi baci...

Kate rimase con le labbra socchiuse a e la testa leggermente inclinata, sospesa a mezz'aria dopo che Rick si era staccato da lei, dopo che le aveva morso il labbro superiore e lo aveva tenuto tra le sue labbra succhiandolo senza volerlo lasciare andare. Lo aspettava di nuovo, come era stato per tutto il pomeriggio, quando se Rick non parlava era perché la stava baciando sulle labbra o, se parlava lei, ma lo aveva fatto molto poco, sulla guancia scendendo lentamente sul collo e soffermandosi lì, in quel punto che aveva trovato subito come se ne avesse sempre conosciuto l'esistenza, dove lei era più sensibile e dove i baci le davano quel brivido in più. Più di una volta si era lasciata andare ed aveva manifestato tutto il suo apprezzamento per quel tocco gentile e deciso delle sue labbra, facendo nascere sul volto di Rick un sorriso che lei non avrebbe mai visto. Lui in compenso aveva visto tutti quelli di lei: quelli stupiti, quelli felici, quelli emozionati e quelli provocanti. L'aveva vista sorridere con gli occhi prima che con ogni altra parte del corpo, li aveva visti luccicare, ci aveva visto se stesso riflesso e se ne era innamorato sempre di più perché non c'era cosa più bella che vedere lei che lo guardava con quell'intensità e quella gioia. Non l'avrebbe mai immaginato quando era entrato lì ed era stato nuovamente attaccato da lei rintanata dietro le sue barriere, ma alla fine c'era riuscito, l'aveva resa felice quel pomeriggio, lo sapeva ed era la sensazione migliore che potesse provare, non desiderava altro, da sempre. Rick sapeva che lo poteva fare, forse sarà stato presuntuoso da parte sua pensarlo ma aveva sempre saputo che se lei glielo avesse permesso, lui sarebbe stato in grado di renderla felice, perché lo sentiva dentro che se il destino li aveva fatti incontrare c'era un motivo e quel motivo era tanto semplice quando ineluttabile, lui avrebbe dovuto farla uscire dalla torre nella quale si era rinchiusa e regalarle la felicità che lei meritava.

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