CINQUANTACINQUE

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I passi di Martha ed Alexis erano amplificati dal silenzio di quel corridoio. Le due donne arrivarono davanti alla camera di Rick, trovandolo abbracciato a Vanessa. Era buffo, sembrava quasi lui a voler rincuorare lei e con l'unica mano libera le accarezzava la schiena mentre lei era dolcemente appoggiata al suo petto.

- Ehm... Ehm... - Martha si schiarì per annunciare la loro presenza e aspettò un attimo prima di entrare dentro seguita dalla nipote.

- Ciao mamma, ciao Pumpkin! - Le salutò calorosamente Castle mentre Vanessa si era portata al suo lato rimanendogli vicina, ma non troppo.

- Papà, come stai? - Chiese Alexis preoccupata guardando il suo braccio ingessato.

- Oh bene. Dovrò solo stare un po' a riposo, ma la mia testa è dura, più del mio braccio a quanto pare.

- Richard, cosa è successo?

- Un po' di stanchezza mamma, nulla di che, un incidente, capita... - Si giustificò trovando lo sguardo serio di madre e figlia a scrutarlo.

Le due rosse avevano solo guardato di sfuggita la donna al suo fianco, più concentrate su Rick che su di lei. Fu Castle, quindi, a rompere l'imbarazzo che si era appena creato in un momento di silenzio.

- Mamma, Alexis, lei è Vanessa. So che ci avete già visto su qualche giornale, ma vi assicuro che dal vivo siamo molto meglio. - Sdrammatizzò la situazione e cinse il fianco della donna avvicinandola a se. Lei, molto cordialmente, strinse la mano di Alexis e poi fu inaspettatamente travolta dall'abbraccio di una sempre troppo espansiva Martha che le dava ufficialmente il benvenuto tra loro.

Arrivò un medico a dire a Castle che anche gli ultimi accertamenti che aveva fatto avevano dato esito negativo, poteva quindi tornare a casa. Ebbe un attimo di incertezza guardando sua madre e sua figlia che uscirono dalla stanza lasciandolo solo con Vanessa.

- Beh, Richard, io... Ci sono tua madre e tua figlia adesso... Cerco il primo volo e torno a Los Angeles. - Non voleva essere di troppo, né imporre la sua presenza, ma soprattutto non aveva senso stare a New York se non stava con lui.

- Vieni a casa con me. - La sorprese con quella richiesta e sorprese anche se stesso.

- Come? - Chiese perplessa

- Vieni con me, a casa mia. Hai fatto sei ore di volo, non puoi ripartire subito. Stai un po' con me. Oggi almeno, questa notte... - Glielo chiese con quegli occhi a cui già non sapeva dire di no ed in fondo prima di partire aveva chiamato la sua agente avvisandola che non sapeva quanto dovesse stare fuori. Si era stupita lei stessa quando aveva giustificato la sua assenza come "motivi di famiglia", ma lei per fortuna non le aveva fatto domande. In quattro anni che recitava in quella serie tv era la prima volta che mancava dal set per un motivo improvviso, sarebbero stati comprensivi, girando in quei giorni le scene senza di lei.

- Va bene, vengo con te.

La donna prese la borsa con le poche cose di Castle e tenendolo per mano uscirono dalla stanza. Appena fuori a Rick cadde l'occhio su quelle due tazze di caffè abbandonate in un angolo vicino al muro e non sapeva perché, ma il suo cuore sembrò perdere un battito.

Per Castle era tutto così strano e naturale allo stesso tempo. Aveva chiesto a Vanessa di andare da lui perché sentiva che era giusto così, perché voleva averla vicino, perché le era mancata. Non c'era nulla di innaturale in questo, stavano insieme e voleva stare con lei, eppure mentre stava per varcare la porta del loft tenendola per mano, si era sentito improvvisamente a disagio, come se quel passo implicasse altro, come se fosse qualcosa di grande ed entrasse realmente nella sua vita. Si erano incontrati solo in hotel o a casa di lei. Portarla nel loft, con la sua famiglia, aveva un significato del tutto diverso.

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