Camminarono mano nella mano, appiccicose, nel parco dopo quell'improvvisa scena di Castle.
- Posso considerarti ufficialmente impegnata anche senza anello? - Le chiese Rick senza riuscire a togliersi il sorriso dalle labbra.
- Hai dubbi che non sia abbastanza impegnata con te? - Ribattè lei seria.
- No ma ecco... potrei chiamarti la mia fidanzata o la mia futura moglie e mi piace l'idea. - La sua sincerità la colse impreparata. Si aspettava chissà quale motivo le avrebbe tirato fuori.
- Puoi chiamarmi come vuoi, mio caro futuro marito o fidanzato. - Gli rispose scimmiottandolo ma la cosa lo rese immensamente felice e lo notò da come l'arco del sorriso si era incurvato ancora di più.
- Sai cosa pensavo Castle? Penso che sia arrivato il momento giusto per andare a casa nostra. - gli disse Kate appoggiata alla sua spalla mentre camminavano.
- Vuoi andare via? - Le chiese deluso e Kate si fermò per riprendere il discorso più seriamente.
- No. Ti sto dicendo che penso sia arrivato il momento per trasferirci. Non mi importa se non è finito, se ci sono delle stanze vuote. C'è tutto quello di cui abbiamo bisogno.
- Ne sei sicura? Cioè non pensi che sia presto? - Indagò
- Certo che sono sicura. Ci sto pensando già da un po' e voglio cominciare la nostra vita insieme. Penso che sia il momento giusto, se lo vuoi anche tu.
- Ehy certo che lo voglio! È fantastico! Questo fine settimana? - le chiese già eccitato.
- Pensavo di prendermi un giorno libero sabato. Che ne dici? - gli propose
- Dico che non vedo l'ora che arrivi sabato!
La baciò energicamente facendola sorridere, aveva odiato in passato i suoi slanci improvvisi che la mettevano a disagio, adesso invece li adorava. Le piaceva essere sorpresa da lui, anche se era solo un bacio dato quando non se lo aspettava o come qualche volta aveva fatto al distretto, quando le prendeva la mano distrattamente e la teneva stretta nella sua. Si sarebbe sentita ridicola e imbarazzata in qualsiasi altro contesto, adesso a parte il suo giocare sull'essere indispettita da lui, sentiva di non poterne più fare a meno, di avere bisogno della sua presenza costante, anche di quelle piccole cose, di una carezza di sfuggita, dello spostarle i capelli mentre è assorta a leggere i rapporti, del tocco delicato quando appoggiava la mano sul suo ginocchio, sotto la scrivania e a lei veniva spontaneo spostarsi verso di lui, cercandolo anche solo riducendo la distanza tra loro.
Attraversarono tutto il parco camminando tenendosi per mano, approfittando di una fontanella vicino all'uscita per lavarsi e togliere i residui di zucchero delle caramelle.
- Dove vuoi andare? - Gli chiese Kate una volta fuori dalla parte opposta rispetto a dove erano entrati.
- Non so, dove vuoi tu!
- Non lo so nemmeno io Castle!
Erano fermi davanti all'entrata della metro quando Rick la prese per mano portandola sotto. Presero il primo treno che passava e scesero senza far troppo caso a dove fossero. Si ritrovarono su Park Avenue e camminarono ancora per le strade di New York senza meta fino a quando Rick non la prese per mano e accelerò il passo portandola in un'anonima strada che per gran parte era coperta dalle impalcature.
- Beh? Perché qui? - Chiese Kate curiosa sapendo che lui non faceva mai nulla per caso.
- Andiamo Beckett! Lo dovresti sapere! - Disse quasi deluso che lei non ricordasse.
- Dovrei sapere? - Guardò le insegne dei negozi e dei locali, sbirciò anche sotto l'impalcatura per vedere se il motivo della loro visita si nascondeva lì sotto, ma nulla.
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Obsession
FanfictionRick ha detto a Kate che non sarebbe stato a guardarla mentre buttava via la sua vita. È tornato a casa dopo la consegna del diploma di Alexis quando sente bussare alla porta del loft. Ma non è Kate, è Esposito che lo avvisa che Beckett è in ospedal...