VENTINOVE

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- Possiamo parlare? Non necessariamente di quello che è appena successo, in generale dico. O rimaniamo in silenzio a tempo indeterminato? - Le chiese Castle, quando si accorse che aveva smesso di piangere, con un tono che dietro l'ironia nascondeva il suo umore mesto. Beckett alzò la testa per guardarlo, si stringeva nervosamente le mani sulle ginocchia cercando di stare calmo ma lo vedeva che era smanioso, non era da lui stare tutto quel tempo fermo ed in silenzio, soprattutto se qualcosa lo corrodeva dentro.

- Stai già parlando Castle, non siamo più in silenzio. - Usò il suo stesso tono mentre si asciugava gli occhi arrossati con il dorso della mano.

- Uhm giusto. Allora vuoi che ritorniamo a stare in silenzio o possiamo continuare a parlare?

- Cosa c'è che non va Rick? Perché eri teso quando sei arrivato?

- Ho litigato con Alexis, cioè, abbiamo avuto uno scambio di opinioni, poi abbiamo chiarito, ma non so... mi ha fatto pensare...

- A causa mia? - Chiese subito Kate preoccupandosi. Tutto voleva tranne essere la causa di discussioni tra Rick e sua figlia.

- Tua? Perché mai... oh no! Kate, no! Alexis è contenta, ti vuole bene, lo sai! - Cercò di tranquillizzarla e per farlo si avvicinò poggiando una mano sulla sua gamba. Beckett gliela prese, ristabilendo il giusto contatto tra loro.

- Me lo diresti se fosse così, vero? Se ci fosse qualche problema con tua madre o tua figlia per colpa mia. Non voglio che ci siano segreti tra noi.

- Kate, certo che te lo direi. Ma mia madre ti adora lo sai, non dovrei dirtelo, ma faceva il tifo per te da anni ed Alexis è felicissima, dice che finalmente ho scelto una donna vera e non una da copertina. Però Kate, anche se non fossi piaciuta a nessuna delle due, piaci a me e conta solo questo.

- Cosa è successo allora?

- Meredith. Ha chiamato Alexis e l'ha invitata a Los Angeles. Ci sarà la prima di un suo film indipendente tra tre giorni e vorrebbe che la figlia fosse lì. - Sospirò Castle

- E tu non vuoi che vada? - Si informò Beckett

- No, il contrario. È lei che non vuole andare. Io le ho detto che doveva farlo, sarebbe stato giusto così e poi non vede Meredith da molto. Così abbiamo discusso un po'. Io la capisco, ha ragione nel dire che non si doveva ricordare alla fine di dirle della prima, però Meredith anche se è così è sempre sua madre, dovrebbe darle un po' più di credito. Alla fine ha deciso che andrà, partirà domani mattina e le ho promesso di accompagnarla.

- Quindi qual è il problema? Perché eri così nervoso?

- Pensavo a me e a Meredith, a quanti errori abbiamo fatto con Alexis, se non siamo stati troppo egoisti. Io a mollare per un tradimento, lei per la sua carriera. Avremmo dovuto sforzarci di più e darle una famiglia normale, quella che era giusto avesse. Ma si vede che non è destino, non l'ho avuta io e nemmeno mia figlia, probabilmente per questo, perché non so cosa è una famiglia normale che non sono stato in grado di darla nemmeno a lei. - Kate ascoltava il suo monologo convinta che si stesse dando colpe non sue, lei aveva avuto quella famiglia normale che lui tanto desiderava ed aveva vissuto come un vero e proprio dramma la sua distruzione in modo così tragico.

- Non puoi colpevolizzarti per cose che non dipendono da te. Certe cose bisogna volerle in due. Alexis è una ragazza splendida e se è così, è solo perché ha avuto uno splendido padre che non le ha fatto mancare nulla. Io non credo in quel tipo di destino Castle e non devi pensare che sia colpa tua, anzi penso che se tu non fossi stato un figlio di un genitore solo, non avresti avuto la tua esperienza personale per crescere così bene tua figlia. - Lo guardò con uno sguardo pieno d'amore, mettendo da parte quello che era accaduto poco prima. Non le aveva detto quelle parole tanto per dire, ma perché ci credeva veramente. Rick era un padre eccezionale e sua figlia ne era la prova.

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