TRENTADUE

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Kate si alzò di scatto dal divano e non si rese nemmeno conto di essere già addosso a lui. Gli sbattè letteralmente contro, prese il suo viso tra le mani, lo accarezzò come ad assicurarsi che fosse realmente lui e lo baciò fregandosene se lì c'era il suo capo, suo padre, Martha e chiunque altro.

- Decisamente un bel bentornato Kate - Le disse Rick appena le loro labbra si separarono, poi la guardò attentamente, allontanando il suo volto per vederla meglio e notò gli occhi rossi, gonfi, le guance bagnate e come stava nervosamente muovendo la mandibola.

- Hey, Beckett, che succede? - Le accarezzò le guance con i pollici, asciugando quelle lacrime che stavano nascendo di nuovo. Lei non riusciva a parlare, accarezzava solo il suo viso. Rick guardò Lanie con uno sguardo interrogativo, cercando una spiegazione. Vide sua madre con un sorriso luminoso sul viso, provò ad avvicinarsi, ma Kate non si muoveva e non lo lasciava andare.

- Non sai quanto è bello vederti Castle - Le disse Lanie e rischiava di commuoversi anche lei, ma lui continuava a non capire.

- Qualcuno mi spiega? - Chiese curioso e preoccupato. Kate lo prese per mano e lo portò dagli altri. Martha si alzò ed anche lei abbracciò suo figlio che continuava a capire sempre meno il perché di tutte quelle scene.

- Sono stato in biblioteca, non sono tornato dalla guerra eh! - Precisò lui.

- Castle, cosa hai fatto questa mattina? - Chiese Esposito.

- Io... ho preparato il caffè a Beckett... poi sono uscito, ho chiamato un taxi, sono andato al loft ed ho preso Alexis, l'ho accompagnata in aeroporto...

- Con un taxi? - Chiese Kate

- Sì, con un taxi! La mia macchina ha avuto qualche problema ieri con l'accensione, sembrava che qualche filo facesse contatto. Ho chiesto a John il tutto fare del mio palazzo se poteva portarla al centro assistenza e sai, ad Alexis non piace andare con la Ferrari, dice che dà troppo nell'occhio, siamo andati in taxi, ma perché tutte queste domande?

- Vedi Castle - Continuò Javier - Questa mattina abbiamo ricevuto una segnalazione. C'è stata un'esplosione sulla Long Island Expressway. Una macchina con un uomo a bordo. Era la tua macchina.

Rick li guardò tutti sconcertato. Sua madre, i suoi amici, il capitano Gates ed infine Kate al suo fianco che aveva abbassato gli occhi fissando il pavimento. Le prese la mano, incrociando le loro dita e stringendola con forza. Ora tutto aveva un senso. Quegli sguardi ed i gesti di Kate li capiva e sentì un brivido di freddo scorrergli lungo la schiena. Controllò l'ora, era metà pomeriggio. Il tempo in biblioteca era volato così preso dalle sue scoperte.

- Castle, abbiamo provato a chiamarti! Perché il tuo telefono non era raggiungibile? - Chiese Esposito in tono accusatorio

- Ehy Javier, cos'è un interrogatorio? Io... In biblioteca non c'è campo...

- Eri in biblioteca? - Chiese Kate

- Sì sì... ti ho mandato un messaggio guarda! - Prese il cellulare ed aprì le conversazioni con Kate. C'era effettivamente un suo messaggio "Alexis tutto ok. Sto andando in biblioteca. Ho una pista. Ti Amo" e dopo un avviso di errore di invio. A Rick uscì solo un "oh" colpevole. - Io... Kate, mi dispiace... non avevo visto che non era stato inviato. Credimi"

Beckett fece cenno di sì con la testa, lo accarezzò ancora, non gli importava.

- Quindi John... è morto? O mio Dio! - Rick si mise seduto su una sedia e Kate rimase in piedi vicino a lui tenendogli una mano sulla spalla. Aveva bisogno del contatto fisico.

- Il corpo era irriconoscibile. Stavamo aspettando solo la conferma del... tuo DNA - disse Kevin.

Sentì la mano di Kate stringerlo, alzò lo sguardo cercando il suo, ma lei non riuscì a guardarlo, spostò solo la mano fino a dietro il suo collo, accarezzandolo dolcemente.

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