SETTANTOTTO

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Kate osservava il bracciale che le aveva regalato Castle. Nessuno le aveva mai fatto un regalo del genere e lei non aveva mai avuto un gioiello così. La sua parte più femminile che teneva sempre ben nascosta ne fu immensamente felice e lusingata. Guardava ognuno di quei piccoli cuori e pensava che solo uno di quelli potesse essere un regalo splendido. Rick la osservava con la coda dell'occhio, sorridendo compiaciuto. Fare felice Beckett non era mai una cosa semplice, soprattutto non lo era riuscire a farle accettare il fatto che fosse il centro del suo mondo e molto più materialmente i suoi regali. Sapeva che, però, il difficile, per lui, doveva ancora venire. Kate era immersa nel ripercorrere mentalmente quella serata che non si era nemmeno accorta che quella che stavano percorrendo non era la strada per andare al suo appartamento.

Stavano percorrendo Canal Street quando Kate guardandosi intorno si rese conto che Castle non stava andando a casa come dava per scontato. Aveva forse qualche altra sorpresa per concludere la serata? Con lui non poteva mai stare tranquilla.

- Dove mi stai portando Castle? - Chiese quando lo vide rallentare in una via dove non c'era nulla. Si aspettava qualche locale particolare, invece quella strada di TriBeCa era sicuramente un'ex area finanziaria riconvertita a residenziale.

- A casa nostra. - Kate lo guardò perplessa, credeva stesse scherzando o che aveva capito male, invece tirò fuori dal cruscotto della macchina un telecomando ed un cancello si aprì, lasciandoli scendere al piano sotterraneo dove si trovava il parcheggio. Rick si guardò intorno qualche istante, poi sembrò trovare il posto che cercava e lì parcheggiò.

- Andiamo? - Le chiese mentre lei lo osservava senza capire e senza uscire dalla macchina. - Allora? Vieni?

Kate scese e chiuse lo sportello nervosamente. Odiava non sapere cosa stava accadendo o forse in quel caso, odiava di più pensare di sapere cosa stava accadendo.

- Mi devi dire qualcosa, Castle? - Chiese mentre lui inseriva il codice nell'ascensore che li portò direttamente ad un piano specifico.

- Il codice? È 2604

- Lo so, ti ho visto mentre lo digitavi. Mi dici cos'è questo posto e cosa ci facciamo noi qui?

- Ne vuoi parlare in ascensore? Possiamo aspettare di arrivare? - Rick era divertito dalla situazione e per niente scoraggiato dal suo atteggiamento poco collaborativo, perché si aspettava esattamente questo. Lo aveva messo in conto ed era stato titubante fino all'ultimo momento se fare tutto quello in quella sera particolare, con il rischio anche concreto di rovinarla, ma aveva deciso di giocarsi il tutto per tutto e se aveva imparato a conoscerla un po', sapeva che alla fine ne sarebbe stata entusiasta.

Kate rimase in silenzio accondiscendente appoggiata allo specchio in fondo all'ascensore. Trovava irritante quel sorriso stampato sul volto di Castle che sembrava sfidarla. Il display luminoso segnava il ventiseiesimo piano e le porte si aprirono. Castle girò nel corridoio fino ad arrivare davanti ad una grande porta identificata dal numero 04. Beckett che non smetteva mai di essere un detective, non potè evitare di leggere il nome lì vicino: Patrick J. Roberts.

- Questo Patrick J. Roberts è quel Patrick J. Roberts che penso io? - Chiese a Rick

- Sì è lui. - Rispose Rick mentre cercava di aprire la porta

- E perché stiamo entrando a casa sua?

- Sai che si è sposato da poco, no? La sua terza moglie non voleva stare in un palazzo, preferiva una villa indipendente e così si sono trasferiti.

- Tu cosa c'entri in tutto questo?

- Conosco Patrick da un po' di anni. Abbiamo frequentato per molto tempo gli stessi ambienti qui a New York prima che lui andasse a fare fortuna a Los Angeles e diventasse una star del cinema.

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