CINQUANTASETTE

253 15 0
                                    

Nei giorni seguenti tornarono un paio di volte a settimana in paese, per mangiare qualcosa alla tavola calda e fare colazione da Theresa. Quella stagione era più fredda del previsto anche in quella zona della South Carolina e Price e Beckett approfittarono anche per comprare qualcosa di più adatto per il clima nel piccolo negozio di abbigliamento sportivo. Kate si diceva che in fondo non era difficile vivere così, bastava non pensare che prima aveva una vita, un lavoro, degli amici. E Castle.

Cercava di pensare sempre meno a lui, chiacchierando sempre di più con Nick, tenendosi impegnata a leggere o nei suoi consueti allenamenti quotidiani. Non era facile perché c'era sempre qualcosa che lo faceva pensare a lui, bastava una parola, a volte, solo una parola e Castle irrompeva di nuovo ad incrinare quel fragile equilibrio che provava a costruirsi giorno dopo giorno. Non era però sempre lui a presentarsi all'improvviso, guastafeste e irriverente come era sempre stato, spesso era lei che andava con la mente proprio lì, in quell'angolo dove lo aveva nascosto e a cercarlo. Se le capitava di leggere un pezzo in un libro che la colpiva particolarmente, la segnava e si chiedeva chissà cosa ne avrebbe pensato Rick, quando aveva mangiato da Theresa dei panckakes particolarmente calorici, immaginava quanto potessero piacere anche a lui, con tutta quella cioccolata, panna oltre alla frutta fresca, secca, lo sciroppo al caramello e tutto il resto. Nick era inorridito solo a guardarli, ed anche lei aveva faticato a mangiarne più di qualche boccone, tra le risate dell'anziana donna che subito dopo gliene portò un piatto molto più semplice e Kate era convinta che Castle li avrebbe finiti e sorrise immaginandoselo lì a mangiarli sporcandosi di panna e cioccolata il contorno delle labbra. Pensò anche che non si sarebbe vergognata di alzarsi e pulirlo lei stessa con una lunga serie di baci, ma questo avrebbe fatto volentieri a meno di ricordarlo perché un nodo allo stomaco la strinse in una morsa dolorosa, come sempre quando i ricordi diventavano più intimi e reali.

Nick si accorgeva di quei momenti, quando la vedeva assente e lontana ed il suo volto diventava triste, contratto o altre rare volte, sorrideva da sola. Sapeva che quelli erano i momenti in cui si tuffava nel suo passato e c'era Castle. Lo sapeva perché lo aveva vissuto anche lui. Anche lui aveva passato mesi o forse anni a tormentarsi con il ricordo di Claire ed anche a lui bastava poco per farla rivivere nella sua mente. Capiva Kate il sacrificio e la violenza che stava facendo a se stessa, lasciando Castle preferendo la possibilità di regalargli una vita sicura e felice senza di lei, anche se questo le costava una sofferenza continua, che sapeva non avrebbe mai potuto alleviare in nessun modo.

Il cuore di Kate era di Castle, così come il suo era di Claire. La distanza e la morte non cambiavano questo, quando due persone si appartenevano, lo facevano per sempre, non si poteva fare nulla per spezzare un legame invisibile, più forte di qualsiasi lega creata dall'uomo. Aveva provato anche lui a non pensare a Claire ed anche per lui era stato inutile. Aveva provato ad innamorarsi di Kate, perché chiunque si sarebbe potuto innamorare di lei, chiunque ma non lui. Beckett era bella, intelligente, forte e sensibile, avevano anche creato una forte complicità in quella convivenza obbligata, avevano imparato a conoscersi di più e a raccontarsi molto di loro: non poteva negare di esserne attratto, ma non era amore, non poteva mai esserlo.

L'aveva vista una sera avvolta in una coperta seduta sulla spiaggia a guardare l'infinito dell'oceano. Era rimasto indietro ad osservarla immobile, quella era una cosa che Claire faceva spesso quando erano lì e lui ne prendeva un'altra e si andava a sedere vicino a lei. Potevano rimanere in silenzio a guardare il mare per ore tenendosi per mano o stando abbracciati. Nick con Claire non aveva bisogno né di parlare né di fare nulla, si sentiva completo solo con la sua presenza e da quando lei non c'era più non era più riuscito a colmare quel vuoto, in nessun modo.

L'aveva vista poi rialzarsi, battere le mani per togliersi i residui di sabbia e tornare verso casa. Vedeva il suo sorriso nella penombra mentre il sole che tramontava allungava le ombre dei suoi passi.

ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora