QUARANTA

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Castle era rientrato mestamente al loft. Il suo agente di scorta non aveva detto una sola parola, ovviamente sapeva, come tutti, ma manteneva il suo ruolo discreto. Varcata la soglia voleva andare direttamente in camera, chiudersi lì e non vedere nessuno ma Martha lo fermò prima che potesse riuscirci.

- Ora ragazzo mi dici tutto quello che è successo tra te e Katherine! Cosa hai fatto?

- Io? Io non ho fatto niente! È lei che di punto in bianco mi ha lasciato! Senza un motivo, mettendo in mezzo scuse ridicole! Per lei quello che c'era tra noi non era vero, capisci? - Sbottò Castle piuttosto nervoso

- Ne sei sicuro? Non è che le hai detto qualcosa che l'ha spaventata?

- No, mamma, no! Ed ora non voglio più parlarne.

- Richard, se sei innamorato di lei, lasciale del tempo, ma non ti arrendere. Lei ti ama, forse a parole potrà dire il contrario, ma io c'ero quel giorno e quella che ho visto era una donna distrutta dal dolore. Solo chi ama può stare così.

- Avrà cambiato idea. - Rispose brusco prima di sparire in camera sua.

Guardava il lato del letto vuoto, lì dove doveva esserci lei, anche se Kate in quella stanza non ci aveva mai dormito. A malapena c'era entrata una volta, imbarazzata, quando era rimasta qualche giorno al loft dopo l'esplosione del suo appartamento. Eppure lui la vedeva lì, forse perché in quelle settimane aveva cullate l'idea che lei sarebbe stata lì, appena risolta quella situazione, per sempre. E ripensava a tutte le donne inutili della sua vita che aveva portato su quel letto e l'unica veramente importante mai. Non era mai stata nella sua stanza, nel suo letto. Ma per lui era lì e non se ne andava mai, nemmeno se chiudeva gli occhi ed allungava una mano a sentire le lenzuola fredde, nella sua mente quello era il posto di Kate e disegnava anche il suo corpo a mezz'aria come se volesse accarezzarlo e non sapeva se ritenersi fortunato per aver accarezzato anche se per poco tempo il sogno di Kate Beckett divenuto realtà, ed era molto meglio di quanto avesse mai immaginato, disperato perchè lei lo aveva lasciato o solo uno stupido illuso che che credeva che lei sarebbe stata diversa, che si sarebbe lasciata andare, che si sarebbe fatta amare senza quelle paure che avevano vinto su tutto e sopratutto su loro.

I calci e i pugni contro quel sacco non migliorarono l'umore di Beckett, anzi servirono solo a farle capire il perché. Aveva il fiatone e dolore ovunque.

Il dottor Burke, però, era stato chiaro. Non l'autorizzava a riprendere servizio. Troppi due traumi così ravvicinati per essere serena, troppi anche conoscendo il suo stato emotivo e quel poco che gli aveva accennato di Castle prima di chiudersi in un "non ne voglio parlare" e in un "non c'entra niente con il caso". Ed era proprio questo che aveva spinto Burke a farle prendere più tempo. Castle c'entrava: con il caso, con lei e con la sua voglia di affrettare i tempi e lui non le poteva permettere di riprendere servizio così, tanto che anche il suo medico all'ospedale aveva sconsigliato una ripresa immediata.

Era andata via di corsa dallo studio dello psichiatra, tentando di seminare anche le guardie, ma dovette arrendersi dopo poco. Sentiva il cuore batterle a mille nel petto ed il fiatone farsi prepotente. Non era solo fatica fisica, lo sapeva, ma detestava il suo corpo se non le dava le risposte che voleva.

Era tornata nella sua stanza, che adesso odiava con tutta se stessa, e si era precipitata in palestra per sfogarsi, ottenendo l'effetto contrario, il suo corpo che le ricordava perché non poteva tornare in servizio ed allora sembrava volerlo punire, lui colpevole di non assecondarla nei suoi propositi di riprendersi la sua vita.

- Adesso basta Kate! - le disse in tono dolce ma autoritario il John il personal trainer della palestra fermando il sacco. Lei diede altri due forti pugni che lo sbilanciarono un po', poi si tolse le fasce buttandole a terra ai suoi piedi, andando a prendere una bottiglietta d'acqua. Apriva le mani a fatica per quanto le aveva tenute strette mentre colpiva ripetutamente, si erano arrossate e non poteva escludere che sanguinassero anche in qualche punto.

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