TRENTASEI

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Alexis aveva accolto quella situazione molto peggio di quanto Castle avesse pensato e tutte le rassicurazioni che aveva fatto a Beckett, sul fatto che sua figlia avrebbe capito, fu costretto a spazzarle via. Non l'aveva presa bene e non aveva capito, lo aveva accusato, anzi di averle tenuto nascosto quanto successo e di decidere al posto suo. Appena tornata da Los Angeles, Alexis trovò ad aspettarla in aeroporto Castle con i suoi due "angeli custodi" e fu costretto a spiegare subito a sua figlia la situazione che non aveva voluto nemmeno accennarle al telefono. Gli aveva subito bocciato l'idea di andare in Europa a studiare e arrivata a casa si era rinchiusa nella sua camera per i seguenti giorni, evitando di uscire dal loft ed anche dalla sua stanza, quando lui era lì.
L'unica volta che si erano incrociati avevano finito per discutere. Alexis gli aveva ricordato come lui continuasse a mettere in pericolo se stesso e la sua famiglia, senza essere un poliziotto, a immischiarsi in situazioni che non lo riguardano, a giocare con la vita sua e degli altri. Lui aveva subito passivamente le sue accuse senza replicare, fino a quando con tono accusatorio gli aveva chiesto se lei valesse tutto quello che stava facendo subire a loro. Rick senza pensarci gli rispose di sì, che Kate valeva tutto quello, ma quel "lei" senza nemmeno nominarla lo aveva ferito e lui ci aveva tenuto a sottolineare il suo nome.
Martha che aveva assistito alla loro discussione aveva visto suo figlio uscirne provato e si era offerta di parlare con Alexis e provare a farle capire le sue ragioni, ma Castle non voleva che si creassero fazioni e non voleva che poi sua figlia vedesse la nonna come qualcuna schierata contro di lei. Aveva bisogno che Martha le stesse vicino come a lui non permetteva di fare e che sapesse che su di lei poteva contare a prescindere. L'attrice, invece, aveva preso molto bene la novità, esorcizzata la paura per quella situazione, diceva che si sentiva molto diva ad andare in giro con le guardie del corpo, ricordandosi una volta, quando era all'apice della sua carriere, che la produzione di un film a cui aveva preso parte gli aveva dato una scorta così ridicola che pensò di lasciarla dopo solo un paio di giorni. Quei due agenti, invece, erano molto prestanti: "Quando mi ricapita di poter uscire insieme a due così bei giovanotti!" ripeteva a chiunque gli chiedesse che effetto faceva vivere quella situazione accompagnando il tutto da sorrisi smaglianti e gesti eloquenti. Castle sapeva quanto Martha fosse preoccupata, ma ammira la sua positività ed il suo tentativo di alleggerire quella situazione che sentiva gli stava sfuggendo di mano.
Rick aveva annullato tutte le sue apparizioni pubbliche, soprattutto un tour in Canada  promozionale che aveva fatto infuriare sia Gina che Paula. Aveva passato quasi tutto il tempo con Kate ma non riusciva a nascondere la sua inquietudine crescente che si trasformava in pomeriggi interi passati davanti al computer a fissare il cursore lampeggiante senza scrivere una parola. Aveva anche cancellato quello scritto in precedenza, quella bozza di un "Final Heat" che non avrebbe mai visto la luce. Era come se aver realizzato il suo desiderio di stare con Kate lo avesse svuotato di idee per continuare le storie di Nikki o molto più semplicemente in quel momento era troppo coinvolto per riuscire a pensare a qualcosa di diverso. La situazione con Alexis poi lo preoccupava e lo rattristava allo stesso tempo. Non credeva possibile che sua figlia non capisse la sua situazione e quanto fosse importante per lui, che non era un gioco e soprattutto non lo era Kate. Si rendeva conto che quella frustrazione lo stava anche facendo diventare sempre più scostante e scontroso. Con Kate si sforzava di essere quello di sempre, ma lei capiva i suoi turbamenti e cercava di stargli vicino senza opprimerlo, senza chiedergli nulla, sedendosi vicino a lui quando lo vedeva più teso e nervoso, accarezzandolo e baciandolo dolcemente o solo abbracciandolo e Castle si lasciava andare tra le braccia di lei, riscoprendo il piacere di essere lui quello coccolato. Amava quando si sdraiava sul divano e lui poteva appoggiare la testa sulle sue gambe: Kate gli accarezzava i capelli e massaggiava la fronte sfiorandola delicatamente con la punta delle dita con movimenti circolari che lo rilassavano al punto che qualche volta si era anche addormentato.

"Voglio che vieni a vivere da me." Castle glielo aveva detto all'improvviso, una di quelle volte che era sdraiato sulle sue gambe e Kate era sobbalzata interrompendo le sue carezze. Rick allora le aveva preso la mano, baciandone il dorso e poi si era tirato su. "Dico sul serio, voglio che vieni a stare da me. Non posso pensare di stare separato da te"
Castle era serio tanto quanto Beckett a disagio. Provò a portare molti argomenti per fargli capire che quella soluzione non era fattibile, non così presto, ma lui smontava ogni sua obiezione tanto che lei arrivò a pensare che avesse ragione lui e non trovava motivi validi per non farlo che non fossero la sua paura per quel passo e non voler forzare la mano con Alexis. Ma lei sarebbe andata all'università, aveva ribadito Rick, non era una presenza costante. Della sua paura, però, non gli disse nulla, lasciò solo cadere il discorso, promettendogli che ne avrebbero riparlato quando sarebbe stato il momento.
Kate non era la sola a nascondere le proprie paure, Rick faceva lo stesso. La teneva fuori dalla sua inquietudine e dai timori per il rapporto teso con sua figlia, sapeva che se lo avesse fatto Beckett si sarebbe sentita ancora più in colpa e lui non voleva. Nonostante tutto in quei giorni l'aveva vista più tranquilla o meglio, la voleva vedere così. Aveva paura delle parole che gli aveva detto Esposito una sera quando lo riaccompagnava a casa: rassegnata, così aveva descritto Kate e a Rick sembrava vero, anche se non voleva ammetterlo. Non era la solita Kate che prendeva le situazioni di petto, sembrava in balia degli eventi e che fossero più loro, insieme a Price, a trascinarla dentro le indagini delle quali sembrava quasi disinteressata dopo l'esplosione dell'auto di Rick. Nel frattempo Price sembrava diventato una figura sempre più presente ed ingombrante, così la percepiva Castle. Era sempre più spesso da Kate e lei, con lui, sembrava aprirsi più che con altri. Gli aveva detto cose delle loro indagini che Castle avrebbe preferito fossero rimaste per loro, continuava a non fidarsi di lui, senza un motivo specifico, era una sensazione, quando lo vedeva la sua spia di pericolo di accendeva ed i suoi sensi erano all'era. Così avevano discusso quando lei gli aveva parlato di "WB" e dei loro dubbi e delle loro ipotesi, perché per Castle era un rischio, lei lo diceva sempre era una storia di poliziotti corrotti ed ora coinvolgeva così ciecamente Price, uno del quale sapevano poco o nulla, uno che aveva ostacolato le indagini. Per Kate, però, Nick era uno di cui si poteva fidare e parlando con lui aveva visto alcuni lati di se, un forte dolore dal quale non era facile riprendersi ed il mostrarsi freddo e distaccato per non essere vulnerabile, attaccare per primo gli estranei, per non essere attaccato. Castle tutto questo non riusciva proprio a vederlo, ma non gli interessava vedere proprio niente di lui, lo tollerava solo perché vedeva la sua dedizione al caso, aveva portato molti spunti su cui avevano potuto lavorare, lui per primo. Ma quello che aveva scoperto in biblioteca si era guardato bene di rivelarlo, perché non voleva che la sua scoperta arrivasse a lui. Aspettava solo una situazione più tranquilla per poterne parlare a Kate, nel frattempo cercava altri pezzi che combaciassero con quelli che aveva raccolto per quel puzzle.

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