NOVE

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- Per questo sei qui? - Gli chiese Kate dopo un po' che non parlavano e comunicavano solo con gli sguardi.

- Per prendermi cura di te? Sì. So quello che ti ho detto l'altro giorno, ed è vero. Non voglio stare a guardare mentre getti via la tua vita e non sai quanto mi fa male vederti così. So che non ho fatto abbastanza per impedirtelo. Avrei dovuto fare di più, in tutti i modi. Non posso fare finta di nulla. Tu sei... sei importante, per me.

Rick prese fiato. Cercò di trovare le parole giuste ma in quel momento non gli veniva in mente nulla di abbastanza incisivo.

- Kate, vale la pena tutto questo? Vale la pena rischiare la vita ogni volta? Non voglio che tu ti arrenda, che rinunci alla verità. Però, Kate, ti prego... Devi combattere in modo diverso, così non otterrai nulla. - Rick la vide agitarsi e voltarsi dalla parte opposta. Le prese la mano e continuò a parlare. - Sì, ti sto dicendo adesso tutto questo perché non potrai interrompermi ed urlare e dirmi che non sono nessuno. Lo so già che non sono nessuno per dirti cosa fare della tua vita. Non devi arrenderti nemmeno a te stessa, non devi rinunciare alla tua vita perché... possono accadere ancora molte cose. Possono accadere cose belle, se tu lo vuoi.

Beckett tornò a guardarlo. Il viso di Castle era incredibilmente vicino al suo, non se ne era accorta fino a quando non aveva riaperto gli occhi, trovando i suoi di un azzurro intenso a guardarla. Luccicavano di emozione e speranza. Provò a poggiare la mano sulla guancia di lui, ma i fili che tiravano le permisero di sfiorarlo solo con la punta delle dita, fino a quando non fu Castle ad avvicinarsi di più, per avere un pieno contatto con la mano di lei. Era fresca, quasi fredda, ma a Rick sembrò bruciare sulla pelle, come se lo stesse attraversando una scarica elettrica. Kate lo voleva. Voleva tutto quello che di bello poteva accadere e voleva che qualunque cosa fosse, accadesse con lui.

- Scusate, ho interrotto qualcosa? - Non si erano nemmeno accorti che Josh era entrato nella stanza fino a quando non si era schiarito la voce con un colpo di tosse, facendoli sussultare e distruggendo quel momento nel quale c'erano solo loro due, persi nello sguardo reciproco. Avrebbero potuto essere in qualsiasi parte del mondo lontano da lì, sarebbe stata la stessa cosa. Non ci avrebbero fatto caso, perché tutto quello che avevano intorno era solo un contorno al loro mondo.

Rick guardò Josh con lo stesso sguardo di un bambino che guarda il bullo che gli fa scoppiare il palloncino appena comprato al Luna Park. Era indeciso se picchiarlo o mettersi a piangere. In realtà non si mosse, trattenuto da Kate.

- Immagino che lo scrittore non sappia la novità, sono il medico di Kate, almeno per le prossime settimane, visto che il suo cardiochirurgo è all'estero. - Spiegò il dottore a Castle

- Che fortunata coincidenza, eh! - Disse sardonico Rick tra i denti.

- Se preferisci, Castle, chiederò che sia un tirocinante ad occuparsi di Kate. - Lui non rispose e Josh si sentì in posizione di netta superiorità nel chiedergli se poteva uscire dalla stanza perché doveva visitare la paziente. Avrebbe voluto dirgli di no ed ancora di più avrebbe voluto che lo facesse Kate. Non sapeva con quale diritto si immaginava una situazione del genere, ma ci sperò fino a quando non si chiuse la porta dietro le spalle. Sobbalzò, di nuovo, trovandosi Jim davanti. Erano un paio di giorni che non si vedevano, anche se si erano tenuti costantemente in contatto telefonico, aggiornandosi a vicenda sulle condizioni di Beckett.

- Tutto bene, Rick? - Gli chiese l'avvocato, vedendolo evidentemente scosso da tutto quello che stava accadendo in quella stanza.

- Sì è solo che Josh, il dottor Davidson... Non mi evoca bei ricordi... - Si tenne sul vago

- Già, stavate per fare a pugni in un corridoio come questo... - Jim vide Castle scurirsi ancora di più a quel ricordo - Sappi che non ho mai pensato che fosse colpa tua. Anche se è vero, hai spinto tu Katie ad indagare, so che fino a quando mia figlia non metterà la parola fine su questa vicenda non sarà mai libera e per tanti anni non l'ha ammesso, ma non ha nemmeno vissuto.

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