SESSANTANOVE

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Andati via dal messicano, Lanie aveva proposto a Kate si spostarsi in un locale più movimentato, dove la musica ad alto volume e l'alcool la facevano da padroni. Più i minuti passavano, più Kate si pentiva di aver accettato. Avrebbe voluto una serata per chiacchierare un po' con la sua amica, divertirsi e mangiare qualcosa di buono, si ritrovò invece da sola, con un cocktail scadente tra musica troppo forte e Lanie che si strusciava ad un tipo che la faceva ballare. Non proprio la sua serata ideale e la situazione era precipitata quando un tipo decisamente troppo ubriaco ci aveva provato con lei che prima lo aveva allontanato con le buone, ma quando lui non era riuscito a tenere le mani a posto provandola a trascinarla al centro della pista. Allora lo aveva prima sbattuto a terra ed immobilizzato e poi minacciato di arrestarlo, uno spettacolo fuori programma per i clienti del locale poco gradito dai proprietari che poi le avevano invitate ad andarsene. Forse avevano preso poco sul serio la minaccia di Kate pensando che scherzasse quando aveva detto di essere un detective della polizia ma lei aveva decisamente preso sul serio il loro comportamento e qualche bel controllo non glielo avrebbe tolto nessuno.

Così finirono per mangiare hot dog e bere birra su una panchina in un parco, mentre Lanie le diceva che doveva imparare a essere più sciolta e Kate che la guardava con facce disgustate. Parlarono di uomini, di sesso e di darsi delle possibilità, il tutto facendo un attento slalom stando entrambe attente a non pronunciare mai un nome: Richard Castle.

Quando la mattina dopo Kate sentì bussare alla porta era ancora mezza addormentata nonostante fosse molto tardi per i suoi standard. Aveva un gran mal di testa. Urlò che stava arrivando e si diede solo il tempo di sciacquarsi il viso e prendere la pistola, per sicurezza. Aprì la porta e rimase interdetta davanti alla persona che era ferma sul ciglio del suo appartamento con un sorriso amichevole.

- Buongiorno Kate, possiamo parlare qualche minuto?

- Ma certo, entra pure, Vanessa.

Così Beckett appena sveglia, con un aspetto pessimo, insonnolita e con un gran mal di testa si trovava davanti la compagna di Castle che sembrava appena uscita da un set fotografico. "Fantastico" pensò, mentre la invitava a sedersi.

- Vuoi una tazza caffè? - Le chiese Kate cercando di essere il più ospitale possibile.

- Certo, grazie.

Nel tempo che preparò il caffè le due donne rimasero in silenzio, fino a quando Beckett non le porse la tazza.

- Grazie, tu niente caffè? - Chiese l'attrice vedendo che ne aveva preparata solo una.

- No io... non lo bevo più, quasi mai. - Ammise Kate messa a disagio da una semplice domanda.

- Come Richard, nemmeno lui beve caffè. Dice che gli fa male al cuore. - Sorrise Vanessa trovando un punto in comune con i due, non sapendo quando quella semplice cosa li legava e cosa aveva voluto dire per loro.

- Già... fa male al cuore... - sorrise Kate imbarazzata da quella scusa così vera che aveva trovato. Era una cosa proprio da Castle.

- Ti chiederai perché sono qui, immagino. - Disse l'attrice sorseggiando il caffè.

- Effettivamente sì. - Ammise Kate tamburellando con le dita sul tavolo nervosamente.

- Ieri sera io e Richard ci siamo lasciati.

Kate fermò ogni movimento del suo corpo. Alzò solo lo sguardo per cercare di decifrare quello di Vanessa. Perché era lì da lei?

- Io... io... mi dispiace... - balbettò Beckett

- Non credo dovresti. In realtà sono stata io a lasciare Richard. - Le disse Vanessa e Kate cercava nella sua voce e nei suoi gesti qualche minima traccia di biasimo nei suoi confronti che non c'era.

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