Rick osservava il parcheggio vuoto dove c'era la macchina si Price, incapace di muoversi. L'aveva voluta aspettare, aveva visto la macchina della sua scorta ed era rimasto lì vicino per attendere che scendesse, per parlarle, ancora una volta. Perché voleva che gli dicesse che non lo amava, guardandolo negli occhi, perché lui non ci credeva. L'aveva attaccata per provocarla, per ferirla, per vedere una reazione che non c'era stata. Gli era sembrata inerme alle sue parole, fredda ma solo di facciata, ormai la conosceva quel tanto che bastava per capire quando mentiva. Aveva visto in lei una ferma volontà di mantenere la sua decisione di tenerlo a distanza, non si sarebbe mai aspettato però di vederla uscire così poco tempo dopo con Price, salire in macchina con lui, regalargli perfino un sorriso. Gli fece male quel sorriso più di quanto avrebbe mai immaginato. Lui pensava di non essere più in grado di sorridere.
- Castle... - la mano di Esposito di poggiò sulla sua spalla - ... amico, tutto bene?
- No. - rispose sinceramente.
- Cosa è successo tra te e Beckett? È per il cellulare? - si preoccupò l'ispanico.
- No... Già da prima. Non so cosa... Beckett ha deciso così. - disse sconsolato - Ora è meglio che vada. Mi dispiace Javier. Non volevo che ci andassi tu si mezzo.
- È stata una mia scelta Castle. Avevo bisogno di un po' di ferie - provò a sdrammatizzare.
Rick era rimasto a fissare il parcheggio vuoto dove c'era la macchina di Price. Effettivamente no, non riuscì a sorridere.
- Amico, mi dispiace solo che tra te e Beckett non... - Castle lo interruppe annuendo con la testa e facendogli un cenno con la mano. Non voleva nemmeno sentirlo dire. Gli diede due pacche sul petto e si allontanò mestamente alla ricerca di un taxi, dopo aver declinato l'invito di Esposito ad accettare un passaggio. Salì sul primo che trovò ma dopo pochi chilometri scese, la strada era tutta bloccata e si sentivano solo sirene in lontananza. Se la sarebbe fatta a piedi, ora che aveva rinunciato alla sua scorta non senza andare contro la Gates ed i consigli dei suoi amici, poteva almeno passeggiare da solo.
—
Kate non si era accorta della presenza di Castle, né del suo sguardo fisso su di lei, né del rumore del suo cuore frantumato sull'asfalto del parcheggio.
Seduta vicino a Price non si accorgeva nemmeno degli sguardi che Nick le rivolgeva sempre più spesso mentre lei guardava distrattamente fuori dal finestrino.
- Delusa? - Chiese all'improvviso il detective aggiustando lo specchietto e guardando le auto dietro
- Di cosa? - Kate sembrò ridestarsi dal suo mondo mentre rispondeva svogliatamente.
- Di Castle.
- No. Fa solo male adesso.
- Noi uomini siamo specialisti in questo, far soffrire le donne come te, quelle che sembrano più forti. - ammise come uno che sapeva bene di cosa stesse parlando. Kate diede poco peso al suo tono.
- Non è lui ad avermi fatto soffrire. Sono io che sto facendo soffrire entrambi.
Price però sembrava non ascoltarla più, guardava nervosamente nello specchietto retrovisore, fino a quando svoltò in modo brusco su una strada laterale.
- Non è da qui che si va a casa mia, Nick. - lo riprese Beckett
- Lo so. Ci stanno seguendo. Dietro la macchina di scorta, quel suv grigio.
Kate osservò lo specchietto e alla curva successiva presa da Price in modo troppo veloce la vide anche lei ed il suo viso si costrinse in una smorfia mentre Nick accelerava sempre più. Poi dovette solo inchiodare, lasciando una scia nera di pneumatici sull'asfalto.
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Obsession
FanfictionRick ha detto a Kate che non sarebbe stato a guardarla mentre buttava via la sua vita. È tornato a casa dopo la consegna del diploma di Alexis quando sente bussare alla porta del loft. Ma non è Kate, è Esposito che lo avvisa che Beckett è in ospedal...