CINQUE

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- Allora, Detective Esposito... Come avete fatto lei e il suo collega ad arrivare sulla scena del ferimento della Detective Beckett prima di ogni altra squadra in zona?

- Eravamo da quelle parti. Quando poi abbiamo sentito le richieste di soccorso per un agente ferito ed il numero di matricola abbiamo capito subito che si trattava di lei.

- Ha notato niente di strano?

- No, nulla. Insieme a noi sono arrivati i paramedici che hanno subito preso e trasportato Beckett in ospedale.

- Avete fatto i rilievi, niente armi, niente impronte...- Price lanciò il fascicolo sulla scrivania a cui era seduto Esposito, sembrava stessero giocando a carte e nessuno dei due aveva intenzione di cedere.

- È scritto tutto lì. - Disse indicando con un gesto della mano il fascicolo.

- Gli effetti personali di Beckett ci sono tutti, manca solo il cellulare. Una rapina che finisce male, prendono la prima cosa a disposizione e scappano.- Sentenziò Price.

- Beh mi sembra una conclusione affrettata, in una rapina finita male nessuno pensa a cancellare le impronte! E poi il luogo non è casuale... - Ringhiò Esposito che aveva perso tutta la sua, poca, aplomb.

- Passate troppo tempo con lo scrittore, voi del dodicesimo. Non sempre ci sono storie interessanti, la verità è spesso banale...

- Beh, in questo caso sarà solo questione di tempo, sapremo da Beckett come sono andate le cose.

Javier si alzò e stava per andarsene, quando Price lo richiamò

- Quando pensa che potrò interrogarla?

- Vi avviseremo.

Le porte dell'ascensore si chiusero e Javier premette compulsivamente il tasto del piano terra. Fuori dal quinto lo stava aspettando Ryan, in macchina.

- Allora?

- Aveva ragione il tuo amico. Non ha nessuna intenzione di indagare in altre direzioni. Una rapina finita male, capisci? Si stanno prendendo gioco di noi apertamente, maledizione!

Castle era tornato in ospedale da Beckett. Era ancora intubata e non poteva parlare ma lo sguardo che gli regalò quando lo vide era il miglior saluto in cui potesse sperare. Rick mantenne la sua promessa di non parlarle fino a quando non avesse potuto farlo anche lei, e Dio solo sapeva quanto gli stesse costando tenersi tutto dentro.
Gli erano state fatte delle concessioni particolari, per lasciarlo stare lì. All'inizio non ne aveva avuto il permesso, ma quando aveva ricordato alla dirigenza dell'ospedale la sua ultima generosa donazione, oltre alle varie feste di beneficenza a favore dell'ospedale a cui negli anni aveva partecipato offrendo numerosi premi per le raccolte fondi, erano diventati tutti decisamente più accondiscendenti. Naturalmente, speravano si ricordasse che di lì a poco ci sarebbe stato l'annuale cena per i benefattori dell'ospedale e confidavano sarebbe stato anche quest'anno un loro gradito ospite.
Per quanto lo riguardava, bastava gli permettessero di stare con Kate. Sarebbe andato a qualunque cena, magari perfino con lei, si ritrovò a pensare in uno slancio di ottimismo.
Quando si sedette vicino a lei, la vide allungare la mano cercando la sua. La prese tra le proprie, accarezzando le dita sottili, ancora troppo bianche. Le accarezzò poi la fronte ed una guancia e lei provò a muoversi per accentuare il contatto. Avrebbe voluto dirgli molte cose, avrebbe voluto scusarsi e confessargli tutto, dargli quelle spiegazioni che tanto meritava, ma non poteva parlare e lo trovava assolutamente frustrante.
Provò ad allungarsi ancora verso di lui, lo voleva toccare, voleva ricambiare quelle carezze, ma Castle sembrava non capirlo e prese di nuovo la sua mano. Kate emise un lamento ed un mugolio di disappunto, provando a togliere la mano dalla sua presa. Lui la lasciò subito, appena la sentì agitarsi, e lei riuscì solo ad indicare il suo volto. Rick capì, avvicinandosi di più e portando le dita di lei sulla sua guancia, dove le mosse dolcemente.
Nessuno dei due si chiese cosa volesse dire tutto quello, quei contatti silenziosi che mai erano stati così intimi come in quei momenti. Castle non si accorse nemmeno di come era volato via il tempo, quando l'infermiera Cerbero gli disse che adesso doveva proprio uscire, quasi provasse un gran fastidio ad averlo lì. Diede un bacio sulla fronte a Beckett, promettendole che sarebbe tornato il giorno dopo ed uscì. Vide in fondo al corridoio Jim Beckett discutere animatamente con un medico, senza però riuscire a sentire cosa si stessero dicendo.

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