Catherine
Quando finalmente arrivo in ufficio si è fatto già tardi a causa delle piccole discussioni avute con Adam davanti l'ascensore. A volte penso che venga affetto da quello che noi persone comuni chiamiamo stupidità dato che voleva farmi scendere al primo piano utilizzando le scale, a detta sua più sicure rispetto a "una stupida scatola di metallo che oggi funziona e domani potrebbe non farlo più."
A volte mi domando come faccia a sopportarlo date le innumerevoli volte in cui mi infurio con lui. Le porte dell'ascensore si aprono mostrando tutti i dipendenti seduti già alla loro postazione. Certo, l'unica in ritardo sono io. Che cosa mi aspettavo? Cercando di non farmi notare mi dirigo così nel mio piccolo ma confortevole ufficio. Penso proprio di voler attaccare qualche fotografia al muro data la freddezza di questo posto. I muri sono così spogli da battere anche un albero in pieno autunno. La mano maschile domina in questo spazio e io sono più che sicura di volerla abbattere.
Chiudo le porte alle mie spalle poggiando la borsa sulla mia nuova scrivania già sommersa di carte. Mi domando se sia stato il signor Smith a darmi questo nuovo lavoro da svolgere o qualcun altro della sede. Nel dubbio inizio a lavorare immaginando già che cosa mi spetti per le prossime due ore. Di solito a persone appena laureate come me non danno in mano tutte queste carte, evidentemente il signor Smith si fida abbastanza della sottoscritta per invogliarmi a dare il mio meglio e a farmi conoscere per quella che sono. Oppure è tutta una prova? Mi incita il mio cervello a una risposta che non vorrei neanche sentire per sbaglio.
Le carte devo ammettere che sono innumerevoli e il mio cervello dopo appena un'ora e mezza non ne può più, così decido immediatamente di fare una breve pausa andando a prendere una tazza di caffè all'ingresso del corridoio. Ancora tutti i dipendenti sono intenti a lavorare mentre il mio ego smisurato non fa altro che pensare che sono così brava da aver finito quasi il mio lavoro nonostante le numerose carte.
Guardandomi intorno devo ammettere che il posto in cui lavoro, nonostante il lusso sfrenato appariscente, risulta essere un luogo tranquillo, confortevole, quasi come se fosse una seconda casa e io in questa casa intendo rimanerci, così finito il mio caffè decido di tornare nel mio piccolo ufficio per completare ufficialmente il mio lavoro.
Percorro il piccolo corridoio che mi separa dall'abitacolo quando il mio corpo si scontra accidentalmente con un uomo. Il suo profumo è riconoscibile, ma la sua immediata fuga non mi permette di verificare i suoi lineamenti. Le spalle sono grosse così come il suo busto, il quale risulta essere sotto la camicia ben allenato. L'uomo non indossa una giacca, forse a causa del terribile caldo, il che mi risulta abbastanza strano. Una delle regole dell'azienda è quello di mantenere un portamento sempre elegante e discreto. Certo ammetto che anche io non sono vestita meglio dati i semplici pantaloni neri stretti che fasciano perfettamente le mie gambe, ma in mia difesa posso dire che quell'uomo, a differenza mia, sembra essere uno dei pilastri di questa azienda sempre pronto a ricevere appuntamenti. Un po' come il signor Smith ecco. Nonostante le mie perplessità continuo le mie corse verso il mio ufficio continuando a pensare a quell'uomo. Quel corpo, quella colonia, sono cose che ho immediatamente riconosciuto, ma che non riesco ad associare a nessun volto e ciò non fa altro che farmi infuriare dato il mio immediato intuito nel riconoscere le persone.
Con questi pensieri un po' stupidi apro le e-mail aziendali che ancora non ho avuto la possibilità di leggere data la massa di carte presenti sulla mia scrivania. Una in particolare attira la mia attenzione.
Da: matthew.parker@info.it
A:
Oggetto: riunione
L'aspetto questo pomeriggio per la riunione delle 18:30 presso la stessa struttura. Non tardi e sia meno impacciata, le voci corrono.
MP
Rimango senza fiato nel leggere una tale posta elettronica dotata di così tanta freddezza e poca professionalità. Come può quell'uomo permettersi di rivolgersi a me con quei toni? E come possono i dipendenti spargere la voce di un qualche incidente?
Rileggo ancora una volta l'e-mail che mi è stata inviata, ma ogni volta che la rileggo le mie gambe iniziano a tremare. Non so se sia per la paura o qualcos'altro, ma la sensazione è la stessa di quando mi scontrai, prima di questo week end, con quell'uomo. Brividi di freddo iniziano a percorrere la mia pelle e già lo so: questo lavoro mi porterà alla rovina.
![](https://img.wattpad.com/cover/122661272-288-k311363.jpg)
STAI LEGGENDO
Hug my heart
ChickLitCatherine Stewart è un giovane avvocato pronta a lottare per i propri clienti. Grazie alla sua ambizione è riuscita a realizzare il suo più grande sogno: diventare l'avvocato di una delle società più rinomate di quel momento. Cosa potrebbe succedere...