Matthew
La porto a casa mia perché in realtà non so in che altro posto portarla. Si è nettamente rifiutata di tornare a casa sua, a stretto contatto con Adam che l’avrebbe riempita di domande a detta sua. L’unico posto che mi è venuto in mente è la mia dimora che per questa volta può diventare anche la sua. Da quando siamo seduti in macchina non ha fatto altro che piangere, forse per il dolore, forse per i ricordi che sono imprigionati nella sua mente. Non ha proferito parola. Si è limitata a piangere e a singhiozzare due cose che di solito odio in una donna ma lei è ancora una volta l’eccezione alla regola. La guardo di sottecchi cercando di capire che cosa le sia capitato. Anche se piange devo ammettere che è bellissima. Accosto scendendo dalla macchina per aprire il cancello. Questa mattina ho dimenticato il telecomando a casa e ancora non sono riuscito a prenderlo dato che non sono ancora tornato. Lasciarla sola anche se per qualche minuto, quasi secondo, mi mette un’ansia che non riesco a descrivere.
Quando arriviamo scende dalla macchina stringendolo il suo esile corpo tra le sue braccia. Ha freddo ma non vuole dirlo perché non vuole far sentire la sua richiesta di aiuto disperato. Non vuole chiedere l’aiuto di nessuno per orgoglio, ma io so che ha bisogno di qualcuno che mantenga insieme i suoi pezzi e io penso di essere pronto per questo compito. Se solo lei aprisse il suo cuore io potrei aprirle il mio. Potrei rivelarle la mia disastrosa vita se la potesse far sentire meglio, prenderei il suo dolore se servisse ad alleviarlo e a farla sentire meglio.
Ancora non è riuscita a parlare, non mi ha raccontato niente e io giuro che vorrei tanto rispettare il suo silenzio ma alla fine cedo e le domando cosa le possa essere capitato. Della ragazza forte che ho conosciuto un mese fa non è rimasto più niente. La ragazza che ho conosciuto ha lasciato spazio alla vera sé, quella che ha cercato di nascondere agli occhi di tutti noi. Gli occhi della ragazza continuano ad inumidirsi nonostante lei cerchi di a tutti i costi di smetterla ma evidentemente la sofferenza che nascondeva la teneva dentro di se da molto, troppo tempo e adesso esce fuori come se fosse stato aperto il vaso di Pandora. So cosa possa provare una persona in questo momento, ci sono passato anche io quindi decido di lasciarle lo spazio necessario per ricomporre la sua vita e reagire.
Chi ti ha ridotto in questo stato? Dimmi chi è stato perché giuro che lo ridurrò allo stesso modo.
Le porgo un bicchiere d’acqua il quale lei prende con mani tremanti. Le lacrime sembrano essere cessate me i singhiozzi permangono facendomi sussultare ad ogni rumore.
<< Si sposano. >> corrugo la fronte non riuscendo a capire a chi si possa riferire e solo ora mi accorgo di non conoscere praticamente niente di questa ragazza così fragile. Di lei conoscevo solo la maschera che si ostinava a portare. A volte condividere il proprio dolore con qualcuno può fare sentire meglio, ma questo Catherine non lo ha ancora capito.
Mi racconta per la prima volta la sua storia e ogni volta che nomina quel patetico del suo ex serro i pugni per contenere la mia rabbia come si può fare una cosa del genere a una donna come lei? Forse nella mia vita ho amato troppo per riuscire a comprenderlo perché non riesco a farlo neanche da uomo colpito in pieno da una crisi ormonale. Quando non si ama più come si può tradire? O come si può tradire la propria donna continuando a guardarla ogni giorno negli occhi.
Tu uomo così vile, non ti senti una schifezza nel sapere di avere tradito la tua donna e per di più con sua cugina? Non ti fai schifo nell’averle inviato la partecipazione al tuo matrimonio? E tu Sam come fai a guardati ancora allo specchio sapendo di aver distrutto la vita non di una persona ma di tua cugina?
<< È per questo che è da un mese che non presenzi al lavoro? >> domando riconnettendo finalmente tutti i pezzi del puzzle. La vedo annuire mentre si accoccola a me sul mio divano. Non l’avevo mai vista così indifesa e non l’avevo mai vista così fragile. << Sei una stupida, lo sai? >> l’abbraccio facendola sorridere. Ha bisogno di aggrapparsi a qualcuno e io sono qui per questo.
<< Guardo quella partecipazione ogni notte a casa dei miei genitori. Ogni notte piango ma questa volta non ho più resistito. Avevo bisogno di respirare. >> confessa guardandomi negli occhi. Ecco spiegato il motivo per il quale era seduto su gradini della casa dei suoi genitori così pensierosa. Ma se voleva scappare da quella quotidianità perché non chiamarmi prima? L’avrei raggiunta da qualsiasi parte, principalmente dopo aver capito di essere profondamente ed irrimediabilmente innamorato di lei. Sono innamorato della sua fragilità, della sua storia, della persona che è diventata grazie a quel coglione. Vorrei confessarglielo ma prima di mettere a nudo i miei sentimenti devo prima capire una cosa.
<< Sei ancora innamorata del tuo ex? >> chiedo trattenendo il fiato. Non voglio sentire la sua risposta e se fosse positiva? Se fosse ancora innamorata di quel Jeffry nonostante lui stia per sposare un’altra donna? Il silenzio colpisce il mio orgoglio portandomi a riflettere. Chi tace acconsente, giusto?
<< Non lo so. Forse sono ancora legata al Jeffry che ho amato un tempo. Forse sono ancora legata a quella storia perché non l’ho mai lasciata andare, perché in fondo non l’ho mai accettata per davvero. >> confessa poi non sapendo che ad ogni singola parola pronunciata dalla sua dolce e sottile bocca ha distrutto pezzo per pezzo il mio cuore. Annuisco facendo finta che le sue parole non mi abbiano colpito, ma per la verità mi hanno totalmente ucciso.
<< Vuoi andare a dormire? >> le consiglio poi notando due occhiaie sotto ai suoi occhi. Ora capisco perché non sia voluta andare al lavoro. Il suo cuore sta soffrendo e in questo momento non è in vena di ascoltare le mie stronzate per un eventuale processo, per una eventuale sentenza. Una parte di me non vuole vederla perché senza volerlo mi ha profondamente ferito, ma l’altra parte vorrebbe rimanere con lei fino a quando non si addormenta.
<< Non so cosa voglio. >> parla come se io non ci fossi, come se stesse parlando con sé stessa e stia cercando di capire meglio la situazione. La verità è che Liam aveva da una parte ragione: lei non saprebbe amarmi, ma non perché aa di più il suo lavoro, bensì perché è stata colpita da un uomo che le entrato fin sotto la pelle e lei ha paura di soffrire come quella volta, come sta soffrendo ora. L’unica cosa che deve capire una ragazza intelligente come lei è che non tutti gli uomini sono fatti della stessa pasta del suo ex.
<< Hai mai pensato che magari non era destino? Che il loro era destino e che Dio ti ha dato una seconda possibilità? >> alle mie parole Catherine si volta fissandomi intensamente negli occhi. I suo sguardo sembra essere perso, più di qualche minuto prima.
<< Io non voglio una seconda possibilità. >> e allora l’ho sentito. Ho sentito il mio cuore distruggersi ufficialmente.
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Hug my heart
ChickLitCatherine Stewart è un giovane avvocato pronta a lottare per i propri clienti. Grazie alla sua ambizione è riuscita a realizzare il suo più grande sogno: diventare l'avvocato di una delle società più rinomate di quel momento. Cosa potrebbe succedere...