Capitolo 58

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Matthew
Non so come mi sia venuta questa folle idea, ma tutto d’un tratto tutto mi sembrava chiaro. Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Lui è un fottuto drogato che ha lasciato i suoi vizi diversi anni fa e ora dove meglio di quei luoghi può aver nascosto una donna indifesa?
Sembrava difficile da capire ma alla fine la verità è che quando hai voglia di lottare ogni cosa dopo un po’ ti sembra sempre più chiara.
<< Sei sicuro di quello che stai dicendo? >> domanda Jeffry mentre continuiamo a camminare lungo le stradine più oscure della città. Molte persone decidono di non passare di qui per ovvi motivi e questo è quello che caratterizza questo quartiere. Solo siringhe usate sono presenti lungo i marciapiedi e qualcuno che è tanto fatto da non riuscire più a tornare a casa dai propri cari.
<< Sul serio un uomo ricco come tuo fratello frequentava certi posti? >> a volte Jeffry ha questo dono di riuscire a rompere le scatole più del dovuto. Forse è per questo che con Cat andavano così tanto d’accordo. In fondo anche lei ha questo dono di riuscire a mandarmi fuori di me.
<< Sai, nella vita si è sentito molto trascurato dal fatto che io ho avuto sempre le giuste attenzioni. Sostiene lui. È stato adottato e quando lo ha scoperto a risentito di questa novità. È stato quando è diventato adolescente che ha iniziato a fare uso di queste stupide cose. Fino a quel momento non lo aveva mai fatto e poi… poi puoi immaginare anche tu come sono andate le cose. >> nelle mie parole riesco a percepire una fitta di dolore per la vita aspettata a tremare nell’attesa che un corpo ubriaco possa tornare a casa.
<< Fai silenzio. >> lo rimprovero mentre un rumore si fa eco nelle mie orecchie. Io questo rumore lo conosco perfettamente.
<< Amico smettila di fare il cretino. Non sta succedendo niente qui intorno e poi questo posto, anche se è mattina, mi mette paura. Perché non ce ne andiamo? >>
<< Jeffry la vuoi smettere di farfugliare? >> lo rimprovero abbassando il tono della voce.
<< Questo suono è lo stesso di quello di Catherine quando sbatte la penna sul tavolo. >> lo informo capendo perfettamente che abbiamo indovinato.
<< Di che cosa stai parlando? >> Una mano si poggia sul mio viso come segno di nervosismo. Penso che Jeffry sia una persona intelligente, ma a volte me ne fa dimenticare.
<< Quado è nervosa Catherine inizia a fare rumore con il tappo della penna a un ritmo ben preciso. Lo senti questo rumore? È lo stesso ritmo. Jeffry siamo molto più vicini di quello che crediamo. >>
<< No, ma fai sul serio? Potrebbe essere qualsiasi persona che produce quel rumore. Senti, secondo me abbiamo sbagliato strada. Dovremmo seguire un’altra pista. >>
E alla fine tutto si dimostra come doveva essere. I fatti hanno cambiato le carte in tavola dandomi ragione. Una finestra si apre al terzo piano di un palazzo distrutto. Una mano si sporge per gettare il mozzicone della sigaretta. L’orologio costoso di mio fratello si mostra ai miei occhi mentre Jeffry finalmente capisce tutto. I suoi occhi così spalancati mi ricordano quelli di un gatto che sta per essere schiacciato da una macchina, ma in realtà l’unica cosa che ci possa schiacciare in questo momento è la nuda e cruda verità.
I nostri sospetti non si sono dimostrati errati. Io avevo ragione. Lui aveva ragione e se solo per un attimo ho dubitato di mio fratello adesso non ha più scusanti.
<< Come facciamo con il contratto? >> domanda poi facendomi sussultare. Il contratto era una cosa che non avevo programmato. È qui con me ma in questo momento l’unica cosa che vorrei fare è prenderlo e stracciarlo. Dovevamo incontrarci da qualche parte, ma quando l’idea mi è balenata in mente non mi importava più di niente. Io dovevo provare a trovarla senza che lui sapesse del mio piano e alla fine ho fatto tombola.
<< A quello ci penseremo più in là. Ora l’unica cosa che mi chiedo è se dobbiamo o meno chiamare la polizia. >>
<< Matt, questa situazione ti sta sfuggendo di mano e sei troppo coinvolto dai due per ragionare a mente lucida. Tuo fratello ti ha ingannato e sta cercando in tutti i modi di derubarti di ciò che è tuo per diritto. Quindi adesso se non prendi tu quel maledetto telefono per chiamare lo farò io perché l’unica cosa che voglio che venga salvata è Catherine e penso che anche tu voglia questo perché la ami. >> annuisco alle sue parole stupendomi del fatto che mi stia difendendo in questo modo. Alla fine quest’uomo non è affatto una cattiva persona e con il passare dei minuti me lo sta dimostrando. Alla fine potrebbe essere un ottimo complice nella vita e se da una parte l’ho odiato per aver tradito Cat, dall’altra ha la mia completa approvazione perché grazie a lui potrò godere di una donna che amo alla follia.
<< Dobbiamo capire come poter entrare in quell’appartamento. Non sappiamo neanche dove sia l’entrata. >> il mio cervello è già entrato in modalità paranoia e sta cercando di capire come potrebbe essere possibile liberare Catherine senza farci scoprire. Chiamare e aspettare la polizia potrebbe essere l’unica soluzione, ma io non voglio aspettare il loro arrivo. Voglio il mio legale immediatamente fuori di là e se non lo faccio ora potrei anche diventare pazzo.
<< Ad occhio e croce penso che potrebbe essere il portone. L’unico problema però è capire come entrare senza farci scoprire. Penso che tuo fratello sia stupido, ma non fino a questo punto. Per quanto mi riguarda potrebbe anche avere un’arma nelle sue mani e farla fuori prima che potremmo veramente vederla. >> le parole di Jeffry sono sensate ma io non voglio aspettare altro tempo. La mia coscienza si rimprovera già del fatto di non aver capito sin da subito che c’era qualcosa dietro a quelle assurde parole. Avrei dovuto capirlo da solo che essere avvocato è sempre stato il suo sogno e che non avrebbe ne ora e ne mai lasciato questa sua brillante carriera per un periodo di confusione. La vedevo la determinazione nei suo occhi quando leggeva il caso della mia azienda, glielo si leggeva dentro il rancore che provava per quella feccia umana di Ryan Steel, ma io troppo accecato dai miei sentimenti per lei non me ne sono reso conto, troppo impegnato a pensare che una nuova donna stava infrangendo per la seconda volta il mio cuore rammentato dal passare del tempo. Non mi importa molto se sto sbagliando e se devo fare la cosa sensata. Alla fine la mia follia ha preso ancora una volta il sopravvento, così dopo aver mimato un mi dispiace al mio nuovo compagno di avventure, mi addentro dentro il palazzo rovinato dal tempo nella speranza di aver preso la giusta decisione.
Le urla di Jeffry arrivano perfettamente alle mie orecchie, ma l’unica cosa che riesco a percepire veramente sono quei maledetti suoni che senza saperlo mi stanno conducendo da lei. Ringrazio il cielo di averla studiata perfettamente nei giorni passati e che anche questa cosa stupida mi sia risaltata agli occhi.
Le mura sono di un grigio fumo, sporche non solo dal tempo trascorso da quando è stato abbandonato, ma anche sporco delle insicurezze di ogni uomo che è passato da qui per trovare un po’ di pace con la compagnia di un bicchiere in più. Non mi stupisce affatto se Erik abbia passato quel brutto periodo. Allontanava ognuno di noi, non voleva essere aiutato. Preferiva morire dentro piuttosto che incamminarsi verso la luce. Ognuno di noi ha provato a persuaderlo, ma quando la testa è dura e si è convinti di star facendo la cosa giusta è difficile cambiare idea.
Il silenzio rimbomba nei corridoi del palazzo mentre osservo i vari disegni dipinti da quella banda di scapestrati. Al solo pensiero che mio fratello abbia frequentato gente senza un ritegno morale e che magari abbia condiviso della roba con loro mi mette i brividi. Solo i miei passi fanno da eco a queste mattonelle così distrutte mentre quei rumori sembrano ormai un lontano ricordo.
Se il mio orientamento non mi inganna dovrebbe essere questa la porta corrispondente a quella maledetta finestra e poi è l’unico ingresso ad essere stato lasciato socchiuso. Alla fine aveva ragione Jeffry: mio fratello è un vero stupido, e se prima avevo provato un leggero fastidio nel sentire parlare così di un membro della mia famiglia, nonostante sia uno dei peggiori di questo momento, adesso non lo provo più. Alla fine devo dire grazie che mio fratello a volte riesce ad essere così ingenuo, anche se da questo momento non potrò più pensarlo. Per architettare un piano del genere infatti bisogna avere un minimo di cervello e un pizzico di malizia e anche se mi costa ammetterlo lui ne ha molta. Tutta la cattiveria che io acquisito negli anni per non farmi fregare negli affari lui la custodiva gelosamente nel suo sangue per poi utilizzarla al momento opportuno.
Mi avvicino lentamente alla porta mettendo il mio naso in quella piccola fessura per cercare di capire meglio la situazione. All’interno non è presente neanche un mobile e ad occhio e croce penso che la casa possa avere una sola camera, probabilmente quella dove tiene in ostaggio Catherine. Dai rumori non sembrerebbe esserci qualcuno, ma il mio sesto senso l’avverto la puzza di marcio che regna in questo luogo, la puzza di bruciato che mi permetterà di arrivare fino alla fine. Arrotolo le maniche della mia camicia aprendo leggermente la porta senza farmi vedere. Se sono fortunato Erik sarà a cambiarsi o a lavoro, diversamente il mio cervello dovrò architettare immediatamente una soluzione per salvare la pelle a me e alla donna che amo. Jeffry non so che piani abbia, spero solo che riesca a coprirmi le spalle.
Come sospettavo la casa risulta essere vuota e piena di polvere. Evidentemente è stata abbandonata parecchi anni fa e nessuno ha avuto il coraggio di affittarla. In effetti chi comprerebbe mai una casa in una zona così malfamata? Solo un pazzo come mio fratello e i suoi amici avrebbero potuto conoscere questa zona. Ricordo che una volta lo seguii. Sapevo che ci stava nascondendo qualcosa, così come sapevo che il suo comportamento non era del tutto normale. Sono stato io il primo a scoprire della sua dipendenza e quel giorno ricordo perfettamente di averlo minacciato. Se lui avesse smesso di fare stronzate io avrei evitato di dirlo ai nostri genitori; purtroppo però non è stato così e rivelare questo piccolo segreto è stata l’unica cosa giusta che potessi fare per salvarlo da una vita destinata alla distruzione. E sembrava che ci fossi riuscito, o almeno così ci eravamo convinti.
Una voce si fa spazio tra le mie orecchie facendomi capire di aver indovinato, ma se da un lato sarei potuto essere felice per questa vittoria, dall’altra mi rendo conto che se lei sta parlando significa che c’è qualcuno a tenerle compagnia. Del sudore imperla la mia fronte mandandomi in iperventilazione. Che diavolo devo fare adesso? Perché Jeffry non si decide a venire per coprirmi le spalle? Non fa mai qualcosa di buono quell’uomo e penso che dovrei proprio ricordarglielo se mai dovessi uscire vivo da tutta questa situazione. Alla fine dei conti posso dire che Erik è sempre stato un bravo fratello, nonostante tutto quello che mi abbia fatto e forse potrei anche perdonarlo se evitasse una tragedia. L’unica cosa che mi importa veramente è fala uscire da questa lurida topaia, nient’altro e se per farlo dovrò promettere che questa follia non avrà alcuna conseguenza, sono pronto a giurare anche sulla vita di Clara, la donna più importante della nostra vita. Se non funziona mettendo in mezzo lei e questa specie di sentimenti che prova per la donna che ho amato per tutta una vita non so che cosa fare.
<< Guarda qui chi c’è venuto a trovare! >> e poi la sua voce. Brividi di terrore percorrono la mie pelle mentre un metallo preme con forza e prepotenza sulla mia testa nel tentativo di farmi avanzare verso l’unica stanza presente nella casa oltre al bagno. Ingoio la saliva accumulatasi nel giro di pochi millisecondi e procedo verso la direzione da lui indicata con quell’affare così freddo ma così caldo e potente tra le sue mani. Il bastardo ha una pistola e a questo punto mi pento di non aver ascoltato il mio amico quaggiù. << Sai è stato facile non farmi vedere dal tuo amico. Alla fine avrei potuto ucciderlo, ma no! Alla fine mi sono convinto che avervi tutti e due qui sotto il mio potere e lui là sotto pieno di paura nel momento in cui avrebbe visto che non saresti uscito tanto presto sarebbe stato più eccitante. >>
<< Tu sei malato! >> affermo convinto mentre gli occhi di Catherine incontrano i miei dopo tanto tempo. Gli stessi occhi illuminati dalla speranza sostituita dalla paura nel vedermi con una pistola puntata alle tempie. Se esco vivo da qui giuro che a stringerò tra le mie braccia e non la lascerò più andare. Se sarà necessario sarò pure disposto a vendere la mia azienda pur di stare con lei in santa pace senza avere avventure di questo genere. La situazione con Ryan sarebbe stata abbastanza difficile da sopportare, questa non ci voleva affatto.
<< Non provare a parlare o giuro che lo ammazzo! >> urla rivolgendosi a Catherine la quale impaurita abbassa lo sguardo dopo avermi fissato con le lacrime agli occhi. Darei la mia vita a questo lurido bastardo pur di vederla libera e felice. Erik mi spinge contro la sedia di Cat buttandomi letteralmente a terra. La fondina sempre vuota mentre quella mano sembra indecisa se premere o meno il grilletto.
<< Erik per favore! Rifletti su quello che stai facendo. Cosa potrebbero pensare i nostri genitori di tutto questo? E il povero nonno? Lui non voleva che lottassimo così per la sua azienda. Non voleva che nostra famiglia andasse in frantumi. >> provo a convincerlo mentre la sua mano stringe sempre di più la parte finale di quella 44 magnum. << Gli hai già inflitto una delusione quando eri appena un’adolescente. Non distruggere di nuovo il loro cuore ora che credono che tu sia un vero uomo perché io lo so che dietro quella pistola c’è un uomo che ama e che si fa amare. >> Con lui non sono mai stato così dolce, forse perché pensavo non c’era di bisogno, ma ora mi rendo conto che lui aveva solo bisogno di un po’ di affetto in più per crescere come sono cresciuto io. Se potessi tornare indietro direi ai miei genitori di non comprarmi quel giocattolo per comprarlo a lui se è questo quello che potrebbe salvarlo. Avrei preferito ricevere un abbraccio in meno da piccolo piuttosto che vivere questa situazione, perché sono sicuro che se avessi ricevuto meno affetto sarei lo stesso uomo di ora, solo che questa persona non crederebbe in determinati valori che mantengono in piedi la sua vita.
<< Tu non sai niente del nonno e della nostra famiglia. >> la pistola premuta con più pressione. Il suo alito sulla mia pelle mentre una puzza di alcool si diffonde vicino a noi.
<< Loro hanno sempre amato te e non me. Cosa hai tu che io non ho? Forse il loro maledetto sangue? Se non mi sbaglio non sei tu ad essere passato da una famiglia a un’altra. Non sei stato tu a vivere nel degrado con genitori che ti picchiavano perché troppo occupati a bere per rendersene conto. Avevo quattro anni e quei momenti anche se piccolo non li potresti mai dimenticare! >> questa volta inizia a tirare i miei capelli fino a quando non decide di farmi sbattere la testa contro la colonna del muro provocandomi un dolore allucinante. Se dovessi uscire vivo da qui, giuro che lo denuncio per sequestro di persona, ricatto e violenza non solo su un uomo ma anche su una donna. In più se non dovesse essere necessario tutto ciò chiederei al giudice un’ordinanza restrittiva, dopotutto abbiamo tutti i requisiti per ottenerla e quell’idiota ce li sta fornendo tutti senza neanche rendersene conto. Perderebbe il suo valore e in questo caso non solo non lo vorrà la mia azienda, ma qualsiasi società o studio legale alla ricerca di un dipendente. Chi assumerebbe uno psicopatico del genere? Questa volta la voce di Catherine si fa sentire sommersa dai singhiozzi. Tieni duro amore mio, perché fosse l’ultima cosa che ti prometto, noi due usciremo da qui.
<< Smettila di piagnucolare. >> la rimprovera non capendo quanto una donna possa soffrire in una situazione del genere. Perché potete dire di tutto sul cromosoma XX ma la verità è che non sono forti come vogliono fare credere. Catherine ne è un esempio. Tanto forte e determinati ma poi appena l’uomo da lei tanto amato la tradì è caduta in un baratro di disperazione. Ha sempre fatto finta di essere una donna forte, una di quelle a cui non importa le idee che si fanno di lei, una di quelle che deve vincere la guerra e non la battaglia. Non le importava quel primo giorno se stava gridando contro qualcuno, un suo collega o un suo superiore, l’importante era non farsi mettere i piedi in testa da nessuno e io l’ammiro per questo, nonostante in quel momento avrei voluto ucciderla.
La stanza si illumina di una luce blu e rossa, i suono è sempre più vicino mentre gli occhi di quell’uomo che mia madre ha cresciuto con tanto amore si spostano da me alla donna tenuta legata contro la sedia. Non si aspettava di certo questa mossa da parte nostra e sinceramente neanche io visto che la visione di due corpi morti si fa strada nella mia immaginazione. È vero che ho concordato con Jeffry di chiamare la polizia ma adesso quel suono così vicino a noi mi mette paura. Un uomo al megafono urla di lasciarci andare, che eravamo circondati, ma a lui non importa. Lui inizia a ridere, una risata come quelle sentite solo nei film, una risata che ti fa per la prima volta accapponare la pelle per la paura di non riuscire a sopravvivere. È pazzo! E questo ahimè l’ho capito solo adesso. Pensavamo tutti che questa sua follia fosse dovuta alla dose di alcool e droga che aveva in corpo, ma la verità è che questa follia è contenuta nel suo DNA.
<< Ci ha provato a fregarmi caro fratellino, ma non ci riuscirai. Dammi quel maledetto contratto e io mi costituirò. Una sola mossa sbagliata e morirete. >> Mi volto per guardare Cat negli occhi, come se la sua espressione potesse darmi la risposta giusta. Fino ad ora è sempre stato così, ma questa volta no. Adesso sono stanco di fare la cosa giusta. Adesso è arrivato il momento di pensare a noi e di comportarmi come Cat ha fatto quel suo primo giorno di lavoro. Non mi importa se giusto o sbagliato, ma lui non avrà mai quel pezzo di carta dalle mie mani.
<< Clara non penso sia molto felice di quello che stai facendo. Cosa farebbe lei se fosse viva? Anzi no. Come ti comporteresti tu invece? >>
<< Lei non è viva. E se non lo è, è solo colpa tua. Non ti sei mai accorto veramente della sua malattia. Non ti sei mai accorto che la donna che dicevi di amare stava scomparendo davanti ai nostri occhi perché troppo magra per affrontare la vita. No, per te c’era solo il lavoro, lei non esisteva. >> e forse per una volta ha ragione. L’unica cosa di cui mi pento nella vita è di non averle dato le giuste attenzione, quelle che forse è riuscita a trovare per un paio di mesi in un Erik follemente innamorato di lei.
Un rumore, una porta che sbatte e poi le loro urla. Dagli uomini in divisa entrano in questa stanza così spoglia di sentimenti. Il giubbotto antiproiettile rilegato al loro torace mentre un Erik soddisfatto si volta verso di me. E in quel momento niente sembrava più avere senso. Uomini che urlavano di lasciare la pistola, il pianto di Catherine accompagnato dai suoi singhiozzi che le impedivano di urlargli di smetterla e di lasciarli andare, che era finita. La voce di Jeffry che urlava a quegli uomini in divisa di lasciarlo andare. Che qui dentro c’era una parte importante della sua vita.
E poi c’eravamo io e lui. Non ci importava di niente. I suoni arrivavano ovattati alle nostre orecchie. Tutti tranne uno. Anche se non l’ho mai provato di presenza, anche se quel maledetto rumore l’ho sentito solo in televisione, ho capito da dove provenisse. Le sue labbra hanno mimato un “addio” prima di sorridere e farsi prendere definitivamente dalla polizia. Catherine inizia a dimenarsi mentre le sorrido gridandole con tutta la forza che avessi in corpo quanto la amo.
E poi il buio, quel buio accompagnato dall’assordante rumore del silenzio. Tutto tace intorno a me mentre mi porto le mani al cuore ormai ricoperte dal mio sangue.
Mi accascio a terra notando i poliziotti guardarsi tra di loro non sapendo come agire mentre anche quel membro della mia famiglia così vile assiste alla scena compiaciuto continuando a sorridere.
Pensavo di fare grandi cose nella mia vita prima di morire ma almeno morirò con la consapevolezza di aver smesso di respirare per una buona causa e che ad attendermi c’è una Beatrice follemente innamorata di me.

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