Capitolo 23

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Catherine
Usciti dal tribunale continuiamo a camminare uno accanto all’altro senza più proferire parola. Le macchine continuano la loro corsa senza far alcun casi a noi: semplici e ingenui passanti. Matthew continua ad avere le mani in tasca non mostrando alcun interesse a voler parlare. Le sue parole risuonano ancora nella mia testa, aggiungendosi alle lista delle cose dolci che la sua bocca ha pronunciato.
<< Ti va di fermarci a mangiare qualcosa? >> domanda poi voltandosi per guardarmi. Annuisco senza neanche degnarlo di uno sguardo e mi dirigo al fast-food più vicino.
<< Non sarà un ristorante come piace a voi ricconi, ma ti posso assicurare che si mangia bene. >> provo a scherzare mettendo fine al gioco del silenzio che ha caratterizzato questa passeggiata negli ultimi minuti. Alle mie parole Matthew scoppia a ridere provocandomi un qualcosa nello stomaco e senza neanche accorgersene. La sua risata, per la prima volta nella giornata, è una risata genuina, una di quelle risate di pancia che fanno sorridere anche te.
<< Non entro in un fast-food da quando ero giovane. >> confessa poi facendomi corrugare la fronte.
<< Sospettavo che non venivi a mangiare così spesso qui, ma addirittura anni no! Parker mi delude lei! >> lo canzono spintonandolo per fargli capire che in realtà sto giocando. Anche lui mi spintona dandomi un colpo di anca e spingendomi ad entrare dentro il locale. Immediatamente un odore di frittura e hamburger invadono le mie narici facendomi respirare odore di casa. << Amo questo genere di cibo. >> inizio a saltellare sul posto come se fossi una bambina emozionata di entrare per la prima volta in un locale del genere.
Ci sediamo a uno dei tavolini aspettando che un qualche cameriere venga a prendere le nostre ordinazioni. 
<< Da quando hai conseguito la laurea? >> mi domanda poi durante l’attesa. Corrugo la fronte non riuscendo a capire alla perfezione la sua domanda.
<< Non hai studiato bene il mio curriculum? >> domando schernendolo, ma in verità sono curiosa di sapere la sua risposta. Matthew di fronte a me sogghigna quasi come se la mia domanda fosse fuori luogo.
<< Non mi sono soffermato molto sulla tua carriera a dire la verità. Mi sono limitato a rubare il tuo numero quella sera. >> conclude il suo discorso fiero di se e principalmente di ciò che ha fatto. Da quando siamo usciti da quel tribunale lo vedo per la prima volta con una punta d’orgoglio nello sguardo per ciò che ha fatto.
<< Sei un grandissimo deficiente! >> lo rimprovero osservando il locale attorno a me. L’abitacolo risulta essere abbastanza moderno e alla mano, un luogo palesemente frequentato dai soli adolescenti.
<< Secondo te come finirà questo processo? La sentenza subirà la confessione della nostra “pseudo relazione”? >> mima con le dita una specie di virgolette facendomi sorridere per la sua ingenuità.
<< Il giudice mi è sembrato a nostro favore e no, non penso che la decisione della giuria sia influenzabile. Ciò che ho detto in tribunale è la verità: noi due potremmo avere una qualsiasi relazione, che sia sentimentale o sessuale, la giurisprudenza non punisce alcun tipo affinità. >> osservo la situazione e notando che finalmente un cameriere sta venendo nella nostra direzione.
<< Quindi io potrei anche corteggiarti? Tanto lo hai detto tu che la legge non vieta che il tuo capo ti mandi i tuoi fiori preferiti >>
<< E come sai quali sono i miei fiori preferiti? >> domando cercando di perdere tempo e di deviare la conversazione che è stata appena intavolata. Certo che non si vuole proprio arrendere. Dopo Jeffry nessuno mi aveva più toccato come aveva fatto lui. Dopo Jeffry nessun uomo si è più permesso di avvicinarsi a me perché troppo abituato alla visione della dolce Catherine accompagnata dal suo uomo. E se Jeffry si dovesse pentire di essere andato a letto con tua cugina? Alcuni mi domandavano retoricamente per liquidarmi, ma la verità è che il mio ex ragazzo non si sarebbe mai pentito perché non fa mai niente per puro caso. Lo stesso giorno infatti mi dichiarò di non provare più ciò che lo ha spinto a chiedermi di sposarmi e io capii, ma solo dopo una settimana. Capii che in realtà un uomo del genere non mi meritava, perché un uomo dopo aver chiesto la mano alla sua donna avrebbe fatto di tutto per lei e per non farla allontanare quando quest’ultima sarebbe stata colpita dai dubbi come una pallottola in pieno petto.
<< I girasoli. >> torno alla realtà grazie alla voce di Matthew che come sempre mi riscuote dai miei pensieri. << Secondo me sei una ragazza da girasoli. >> afferma convinto di e cavolo ancora una volta ha avuto ragione. Jeffry ha impiegato più di due mesi per capire quale fosse il mio fiore preferito, mentre a Matthew è bastata poco più di una settimana per conoscermi così bene. Forse a questo tavolo non sono l’unica che si debba vantare di conoscere alla perfezione le persone vedendole una sola volta nella vita.



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