Capitolo 40

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Catherine

Tornare in ufficio è veramente straziante, principalmente dopo il week end passato tra le braccia di Matthew. Non ci siamo fermati un attimo e adesso il mio corpo ne risente. Adam in compenso non è tornato a casa e forse credo proprio che sia stato un segno del destino. Ovviamente non ho alcuna intenzione di dare retta a Matthew. Continuerò con il mio piano senza che lui si accorga di qualcosa e questa volta avviserò Adam di non fare nessun passo falso.

Per i corridoi ogni singolo dipendente mi guarda come se sapesse che sono andata a letto con il loro capo. Un senso di nausea sale alla mia bocca se penso che ciò si possa avverare. Alcuni di loro ridono dopo ogni mio passaggio, altri abbassano lo sguardo come se io potessi avere il potere di farli fuori. Corrugo la fronte non riuscendo a capire che cosa possa essere successo. Nonostante tutto continuo però a camminare a testa alta indifferente da ogni singolo sguardo indirizzato a me. Questo fino a quando non vado a sbattere distrattamente contro qualcuno.

<< Mi scusi, io non l'avevo affatto vista! >> chiedo perdono raccogliendo tutti i fogli che erano nelle mie mani. Adesso, a causa di questa caduta accidentale, ci vorrà un'intera mattinata per sistemarli nel dovuto ordine.

<< Sempre distratta, eh Catherine? >> la sua voce mi fa battere forte il cuore. La paura si impossessa dei miei occhi al solo pensiero se ci avessero visti insieme. Un coro di "che poca di buono" si fa spazio tra le mura degli uffici. Parole soffocate, altre sussurrate nella vana speranza che io non li senta. Peccato però che sia tutto il contrario.

<< Ryan, scusami è che stavo pensando ad altro. Sai per caso perché i dipendenti mi danno della poca di buono? >> domando cercando di fare chiarezza su questo mistero. L'uomo davanti a me corruga la fronte come per dire "Sei sul serio l'oggetto dei suoi pensieri?" ma con me non attacca, so per certo che oggi c'è qualcosa che non va. Non vado a lavoro da diverse settimana a causa della notizia bomba del matrimonio di mia cugina. Come possono avere qualcosa da ridire su di me senza che in realtà sono stata al lavoro? << Scusami ma adesso devo andare. >> gli comunico per poi proseguire verso la mia meta, ovvero l'ufficio di Matthew.

Entro senza preoccuparmi di bussare. Le mie mani non me lo permettono così faccio come se fossi a casa mia.

<< Buongiorno! >> esclamo al settimo cielo, principalmente dopo quello che abbiamo condiviso, ma la sua faccia non sembra essere dello stesso parere. Farfuglia un semplice ciao non degnandomi di uno sguardo e a quella reazione inizio già a sudare. << Hai fatto tutto ciò solo per portarmi a letto, non è vero? >> domando quasi urlando non preoccupandomi che qualcuno possa sentirci. Tanto peggio di così. Alle mie urla Matthew alza la testa da quei maledetti fogli corrugando le sopracciglia confuso. Giuro che questa volta lo ammazzo se solo dice qualcosa di sbagliato.

<< Cosa? >> domanda incredulo delle mie parole ma io so per certo quello che dico. In fondo gli uomini vogliono solo una cosa da noi donne.

<< Volevi solo portarmi a letto. Volevi fare sesso con il tuo avvocato solo per appagare i tuoi bisogni fisici. Se no che bisogno c'era di trattarmi in questo modo? >> questa volta non sembra più spaesato e incredulo dopo ciò che ho detto. Si limita ad alzarsi venendo nella mia direzione e facendomi indietreggiare.

<< Spero tu stia scherzando!? >> sembra infuriato ma non mi importa.

<< Stai. Lontano. Da me. >> ringhio facendolo allontanare e spostandomi alla sua destra per non avere alcun contatto con quell'uomo. Matthew torna a sedersi nella sua comoda poltrona continuando ad osservarmi attentamente. Mi guarda, mi studia, mi analizza e io mi sento sempre più a disagio.

<< Scusa tante se sto cercando di capire da dove spunta questo biglietto. Scusa tante se sto cercando di salvare la tua reputazione! >> mi rimprovera ma io questa volta non capisco dove voglia andare a parare.

<< Di che cosa stai parlando? >> farfugli mentre mi porge una specie di volantino colorato.

"Il nostro capo vuole vendere l'azienda con la complicità della sua amante Catherine Stewart. Dipendenti noi non vogliamo essere licenziati, non è vero?" come sempre la firma è anonima ma noi sappiamo perfettamente chi sia stato.

<< Sul serio? >> domando poi non riuscendo a credere a quello che i miei occhi hanno letto. Dio, è una situazione così assurda

<< Questa mattina quando sono arrivato tutti i dipendenti stavano facendo una specie di manifestazione davanti all'entrata dell'azienda. Non volevano ascoltarmi, ma poi ho chiarito loro la situazione. Ho detto che c'è stato un errore e che l'azienda non verrà venduta. Hanno chiesto pure spiegazioni su di te e io ho dovuto negare che ci fosse qualcosa tra noi due. Una cosa è che attaccano me, ma non permetterò mai per niente al mondo che tu sia oggetto di queste assurde menzogne, Catherine. >> le sue parole sembrano sempre dette al momento adatto in qualsiasi situazione. Quell'uomo non sbaglia mai a parlare e io sono più che felice di aver trovato una persona come lui, un capo come lui. << Ma su una cosa non dubitare mai: non dubitare mai che tu sei la miglior cosa che mi sia successa negli ultimi anni. >> e questa volta mi sciolgo sul serio perché l'uomo qui davanti a me sta facendo l'impossibile per rendermi felice. L'uomo qui presente sta cercando in tutti i modi di difendermi da qualsiasi diceria che possa volare all'interno di questa struttura. 

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