Matthew
Ritornare in ufficio dopo le parole che ho deciso di confessare a Catherine è stata dura. Di certo non si aspettava certe mie parole, né tanto meno io mi aspettavo che fosse così restia nei miei confronti. Magari ho frainteso i suoi atteggiamenti, ma da come si comportava nei miei confronti pensavo che fosse palese il suo interesse nei confronti della mia persona.
Sono chiuso nel mio ufficio da almeno un'ora cercando in tutti i modi di non incontrarla. È stata dura fino ad adesso, ma per ora ce l'ho fatta. Ho cercato di far portare il mio lavoro in ufficio da Simon e quello per cui non potevo essere agevolato sono stato aiutato dallo stesso Smith il quale si è offerto di svolgerlo al posto mio e io come un maledetto egoista ed orgoglioso ho accettato perché incontrare gli occhi di Cat dopo aver ricevuto un rifiuto del genere mi metteva paura.
<< Io te lo avevo detto che dovevi evitare questa situazione! >> mi rimprovera Liam sapendo che non potrei ribattere ne ora e ne mai. Me lo ha detto sin dall'inizio e io ho cercato in tutti i modi di fare le cose per bene e corteggiarla come ogni donna vorrebbe essere corteggiata. Ma che cosa ho sbagliato? Magari ho detto o fatto qualcosa che lei non voleva ne sentire ne vedere? Non ho parlato nemmeno con una ragazza, mi sono comportato da degno cavaliere e allora perché rifiutare un uomo come me?
Smith senza conoscere la situazione si è fatto sfuggire che sono stato colpito da un colpo di fulmine per una qualche persona, ma non sa perfettamente di chi si tratti. Forse è vero, il colpo di fulmine mi ha colpito in pieno la testa ma non ci posso fare niente. Catherine è così coinvolgente che mi sono fatto anche io trasportare in soli due giorni nel vortice Cat.
<< So che me lo hai ripetuto miliardi di volte, ma non è colpa mia se... >>
<< Colpa tua che cosa? Sei il suo capo, il suo cliente, non puoi permetterti di farti travolgere in questo modo da quella ragazza. Abbasso la testa vergognandomi delle parole di Liam perché so che ha perfettamente ragione e che non dovevo fare l'adolescente in preda una cotta adolescenziale.
<< Che cosa pensi che possa fare adesso? Ormai è troppo tardi per tornare indietro. >> e sono consapevole questa volta delle mie parole. No potrò più tornare indietro perché sono i fatti quelli contano e non di certo le parole che le ho detto.
Il mio migliore amico si siede sulla sedie di fronte alla poltrona della mia scrivania accavallando le gambe. Sorrido mostrando la sua perfetta dentatura bianca e provocandomi con lo stesso. Ormai dopo anni conosco il suo sorriso. Sbatto la testa sulle mille carte che invadono la mia scrivania. Ormai sono fregato.
<< Sono tuoi problemi, amico mio! >> e so per certo che questa sarà la fine. << E per quanto riguarda la vendita dell'azienda? >> domanda per la prima volta facendosi sempre più serio. A quanto pare neanche lui era a conoscenza di questa situazione, ma una cosa è certa: di certo non ha preso la notizia come l'ho presa io. È questo infatti che ci caratterizza da una serie di anni: lui tra i due è sempre stato il ragazzo più controllato, quello che ragiona con la testa anche sotto pressione. Io al contrario, nel momento in cui vengo attaccato, principalmente nella vita privata, divento così matto da riuscire a combinare una serie di cavolate una dietro l'altra senza neanche accorgermene.
<< Ieri mi è arrivata una lettera. Questa mattina un'altra, ma questa ancora Catherine non l'ha letta. Non so se fargliela vedere. >> confesso prendendola dal cassetto della mia scrivania. Questa situazione si sta facendo sempre più complicata e forse sarebbe anche il momento di lasciarla perdere.
"Ancora non ti sei arreso? Non hai capito che devi starle lontano?" un'altra lettera anonima che mi fa perdere sempre di più la pazienza e la ragione perché da una parte vorrei strapparla e continuare a corteggiare Catherine fino a quando non cederà, dall'altra parte so per certo che dovrei lasciare perdere di fare la corte al mio avvocato e lasciarle la lettere per avere sempre più prove per incriminare quel maledetto malvivente.
<< Le devi parlare. Devi lasciare le vostre questioni private e parlarle. Non si può andare avanti così. Hanno preso te di mira, non me. Vogliono farti fuori! >>
<< Cazzo, lo so, ma che cosa posso fare? Non ho niente nelle mani, mentre loro hanno una maledetta firma in dei maledetti pezzi di carta. Possono giocare come vogliono adesso. >> giuro che questa volta non so più che pesci prendere.
Il bussare della porta mi distoglie dai miei pensieri mentre cerco di avere una postura composta. Invito l'ospite ad entrare con un flebile avanti e questo apre la porta mostrandosi in tutta la sua bellezza. Catherine indossa un magnifico tailleur color antracite e i capelli sono legati una composta coda di cavallo. Quello che ho voluto evitare per tutta a mattina si è appena materializzato davanti ai miei occhi mandandomi in tilt ancora una volta il cervello. Mi schiarisco la voce cercando in tutti i modi di darmi dei toni, ma quest'ultima sembra tremare senza avere il controllo di se. Guardo immediatamente Liam nella speranza che quest'ultimo prenda la parola. In questo momento sembra essere l'unico ad aver il pieno controllo di sé.
<< Hai qualche novità? >> chiede poi Catherine guardandomi dritto negli occhi. Dove ha preso tutto questo coraggio? Questa mattina non aveva neanche le forze di parlare a causa dell'intensità delle mie parole. Abbasso lo sguardo non sapendo come reagire. Da una parte c'è la vita privata a pesare sul cuore, dall'altra parte sono sempre più consapevole che quella ragazza è stata assunta per svolgere il suo lavoro e non di certo per avere un'ipotetica storia con il suo capo. Alla fine noto Liam muoversi sulla sedia e prendere il pezzo di carta che gli avevo mostrato poco prima nelle mani.
<< No, fermo! >> cerco invano di fermarlo, ma ormi la lettera minatoria è nelle mani del mio nuovo avvocato.
<< Che cosa sarebbe? >> domanda lei dopo averla letta più di una volta. È comprensibile che ancora non abbia capito che cosa contenga quella lettera perché ancora una volta la sua espressione risulta essere sbalordita. << Quindi è ufficiale: qualcuno ci ha visto insieme. >> la ragazza arriva alla conclusione prima di me, perché io tutt'ora non riesco a credere ai miei occhi che se la siano presa proprio con lei. In fondo che cosa ha fatto di male quella ragazza?
<< Devi stare calma. >> suggerisce poi Liam notando che nessuno dei due esprimeva una sola parola. Catherine sposta lo sguardo sulla lettera per poi tornare a guardare Liam.
<< Non ho paura che mi possano toccare. Non ho niente da nascondere e loro non possono provare niente. Il problema qui è lui. >> questa volta guarda me e il suo sguardo è duro come non ne avevo mai visti pima in tutta la mia vita. << Comunque venendo qui al lavoro stavo pensando a una cosa: e se avessero falsificato la firma? Con i nuovi strumenti, con le nuove tecnologie si può fare di tutto. Perché non contraffare una firma per ottenere ciò che si vuole? Tutto è possibile per una mente contorta. >> Il suo ragionamento in effetti non fa una piega e mi sorprendo di non averla assunta prima, perché un avvocato così astuto non si trova da tutte le parti.
Alla fine la guerra è solo iniziata e solo uno potrà portare a casa la vittoria e quella persona devo essere io, perché quando i duri combattono, i duri iniziano a giocare.
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Hug my heart
ChickLitCatherine Stewart è un giovane avvocato pronta a lottare per i propri clienti. Grazie alla sua ambizione è riuscita a realizzare il suo più grande sogno: diventare l'avvocato di una delle società più rinomate di quel momento. Cosa potrebbe succedere...