Capitolo 66

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Catherine

Sto studiando il caso da circa una settimana e ancora non sono riuscita a trovare il modo per far parlare Ryan. Ho approfittato dell'assenza di Matthew per lavorare in santa pace, ma il suo collego risulta essere sempre più restio a parlare.

I nostri appuntamenti vengono riempiti solo dal suono dei nostri baci, unica alternativa per fare in modo che potesse parlare, ma a quanto pare neanche questo serve. Non voglio vendermi per la causa dell'azienda, non ne sarei capace, ma devo trovare allo stesso tempo un modo affinché il socio di Matthew possa parlare.

Ogni volta che le mie labbra baciano le sue ripenso a qualche giorno fa, quando sussurrai all'orecchio di Matthew quanto emotivamente fossi attratta da lui. L'ho sentita la sua pelle rabbrividire. L'ho sentita tutta quella tensione che c'era tra noi due. E nonostante ciò me ne sono andata lasciandolo viaggiare con la fantasia.

«Sei libera?» Ryan entra nel mio ufficio con un mazzo di rose rosse in una mano e un caffè nell'altra. Ormai è diventata un'abitudine la sua intrusione nel mio ufficio per portarmi una tazza di caffè per svegliarmi. Principalmente se arrivati a metà mattinata, dove il mio cervello inizia a dare i numeri.

«Si, certo, entra pure» gli sorrido falsamente posando le carte del processo in una parte nascosta della scrivania.

«Hai qualche informazione per quanto riguarda Matthew? Sta meglio? Sai quando potrebbe tornare?» la sua catena di domande mi infastidisce non poco convinta che vogli utilizzare queste informazioni per continuare il suo subdolo piano. Valuto con attenzione che cosa dire guardandolo negli occhi.

«Non ricevo sue notizie da circa due settimane. Nessuno sembra sapere niente, eccetto Liam e Simon che ovviamente non vogliono scendere nei particolari.» lo informo sperando che abbocchi alle mie parole. Mentire a volte mi risulta proprio difficile, ma in certi casi bisogna provvedere a dare il meglio di sé affinché i tuoi piani procedano per il meglio.

«Non trovi strano questo suo comportamento?» Cavolo si sta iniziando ad insospettire e adesso come posso rispondergli? Forza Cat, fatti venire immediatamente un'idea geniale. Lui non deve scoprire niente. Non deve scoprire il tuo gioco.

«Penso che sia normale dopo che ti ritrovi costretto a vivere su una sedia a rotelle. Deve ancora assorbire il colpo e da orgoglioso per quale non penso che lo farà in fretta. Deve passare ancora per la fase dalla rassegnazione, dell'accettazione. Sono sicura che solo all'ora deciderà di tornare a lavorare per ognuno di noi dando il meglio di sé.» difenderlo sembra quasi un atto spontaneo e naturale, ma la verità è che ho dovuto dosare ognuna di queste parole affinché Ryan potesse credermi.

L'uomo davanti a me annuisce forse convinto delle mie parole mentre un sorriso prende forma sulle mie labbra. Mi alzo dalla mia poltrona girando dietro la scrivania. Il vestito che ho deciso di indossare questa mattina si alza leggermente rendendomi il compito ancora più facile. Mi seggo sulle gambe di Ryan sussurrando parole dolci al suo orecchio mentre noto un piccolo sorriso comparire sulle sue labbra.

«Non capisco come mai solo ora hai deciso di uscire allo scoperto. Perché proprio ora che Matthew è in convalescenza?» domanda guardandomi negli occhi in modo curioso. Ingoio la saliva immediatamente accumulatasi nella bocca per il nervosismo. Ryan non è un uomo stupido e sicuramente avrà iniziato ad insospettirsi.

«Perché ogni nostra conversazione deve finire per vedere come protagonista quell'uomo?!» incrocio le braccia fingendomi offesa di tale domanda. Devo cercare di perdere tempo e di trovare subito una risposta che possa soddisfare il suo ego smisurato.

«A che gioco stai giocando Kate? Cosa mi stai nascondendo?»

«Non chiamarmi Kate, lo sai già. E comunque non sto giocando a niente.»

«Ah no? E allora perché questa improvvisa attrazione nei miei confronti? La notavo la gelosia Matthew quando ti avvicinavi a me anche solo per sbaglio. Ricordo la sua reazione quando ci incontrammo per la prima volta. E ricordo come vi guardavate prima che lui finisse su quella sedia. Sguardi di fuoco che colpivano l'atmosfera. Incendiavano qualsiasi luogo voi vi trovavate. Quindi Cat, hai ancora il coraggio di mentirmi? Vuoi ancora giocare?»

«Tu non sai niente di bene.»

«So abbastanza per sapere che mi stai prendendo in giro.» il tono rude, più duro di quello utilizzato da Matt il giorno della sparatoria.

«Mi stai dicendo che non credi in noi?»

«Dovrei?»

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