Capitolo 16

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Catherine


<< Matthew non sei lucido in questo momento. Riprenderemo il discorso domani mattina. Adesso è importante che tu torni a casa. >> gli suggerisco cercando in tutti i modi di far ragionare il mio cervello. È importante che almeno uno dei due si comporti da persona matura e in questo caso dovrò indossare io i pantaloni e cercare in tutti i modi di ricondurlo alla sua dimora. È vero che l'uomo in questione ha trent'anni, ma la verità è che a volte non si smette mai di essere dei veri e proprio bambini, degli adolescenti che dimenticano in che mondo viviamo per un breve minuto o per tutta la serata. Una risata si propaga per tutta la stanza provocando numerosi brividi lungo il mio corpo.


<< Io. Non ti dirò. Dove vivo. >> sogghigna ancora una volta provocandomi e facendomi alzare gli occhi al cielo.


<< Se vuoi rimanere qui, almeno abbi la cortesia di alzarti in qualche modo e di coricarti sul divano. >> gli suggerisco nella speranza che capisca che voglio che stia comodo. L'alcool devo ammettere che rende molto stupidi, motivo per cui rimango nella mia decisione che non toccherò mai una goccia di alcolico.


<< Sai, sei carini quando lavori. >> mi confessa Matthew dopo essersi alzato con fatica. Gli sorriso imbarazzata non sapendo che cosa rispondergli per poi raggiungerlo vicino al divano su cui finalmente si è disteso.


<< Che cosa diranno i tuoi dipendenti se ti troveranno così domani mattina? >> domando incuriosita dalla risposta. L'unica cosa certa è che io devo tornare immediatamente a casa, anche perché non ho detto niente ad Adam di questa mia improvvisa uscita e sicuramente si starà preoccupando. Afferrò il cellulare per informarlo della mia situazione inviandogli un messaggio. Appena tornerò sicuramente mi aspetterà una bella ramanzina, anche perché nello stesso messaggio sono stata costretta a rivelargli dove sono, sennò non mi avrebbe lasciata andare e mi sarebbe venuto a cercare da tutte le parti. Quando poso il telefonino mi dirigo ancora una volta verso il divano in pelle nera. Matthew sembra dormire profondamente con una mano poggiata sul suo volto e le labbra socchiuse, quasi a voler respirare meglio. Approfittando della sua incoscienza mi siedo in un angolino del divano ammirando la sua pelle. Nonostante il suo brutto carattere devo ammettere che è un bell'uomo, affascinante e... misterioso. Si, misterioso perché ancora, in tutta onestà, non ho ben capito che cosa gli frulli in quella testa da imprenditore. Involontariamente la mia mano percorre i tratti delle sue labbra percependo tutte le vibrazione che esse provocano in me.


Vederlo in questo stato devo ammettere che mi fa venire voglia di conoscerlo meglio, non tanto in campo lavorativo se non privato. Di certo colui che è di fronte a me è un uomo misterioso, un uomo che nella sua vita ha subito diverse manipolazioni da parte dell'uomo che lo hanno portato dove è adesso. Ognuno di noi è caratterizzato da incubo che pesano ogni notte nella nostra mente. Ognuno di noi è caratterizzato da un segreto che non vuole rivelare e Matthew a parer mio è uno di questi.


Il mio braccio viene bloccato da una mano, il suo di braccio. Sussulto per il gesto inaspettato mentre il mio capo continua a sogghignare. Giuro che in questo momento vorrei con tutto il cuore assestargli un pugno in pieno viso fino a rovinare la sua bellezza.


<< Dimentichi che io sono il capo! >> esclama provocandomi con lo sguardo.


<< Scu-scusa. >> scatto dal mio posto alzandomi e allontanandomi dal suo corpo, ma il mio movimento viene impedito immediatamente dal suo braccio che ancora una volta blocca i miei gesti. Le sue mani sul mio corpo mi fanno provare una sensazione strana. Non è di fastidio, semplicemente di...


Matthew mi tira a se facendomi cadere sul suo corpo ubriaco. Questa situazione non mi piace per niente!


<< Che... che cosa stai facendo? >> domando spalancando gli occhi per la sorpresa del suo gesto. Matthew accarezza lentamente il mio volto, portando dietro l'orecchio una ciocca di capelli.

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