Catherine
«Devi smetterla di fare il doppio gioco. Non tollero che i miei dipendenti si comportino in questo modo. Ti do una news cara Catherine. O me o lui. O il lavoro o l'amore. Dipende cosa sceglierai lui sarà morto e tu sai perfettamente che ne sono perfettamente capace.»
Il ricordo delle sue parole producono su tutto il mio corpo dei brividi che difficilmente riusciranno a scomparire. In pratica Ryan mi ha minacciata di uccidere Matthew se non lo lascerò andare via. Se non sceglierò il lavoro a lui. Una scelta da folli che sono costretta a fare per il suo amore e ancora una volta sarò costretta a mentire a lui e a me stessa.
Quando gli ho confessato di non amarlo l'ho vista la sofferenza nei suoi occhi. Quella stessa sofferenza che gli ho causato io come nessun'altro forse. L'ho visto il suo cuore spezzarsi in mille pezzi mentre cercava di fermarmi dal distruggerlo, ma io ho preferito così. Ho preferito spezzare me piuttosto che lui anche se apparentemente sembra che sia io quella cattiva in questo momento. Fosse stato per me avrei scelto mille volte lui perché alla fine il lavoro lo posso sempre trovare da qualche altra parte. Un uomo come lui al contrario non posso trovarlo neanche se lo cercassi accuratamente.
«E allora? Che cosa stai facendo ancora lì impalata? Sto aspettando che mi porti i miei documenti.» urla infuriato Ryan dall'altra parte dell'ufficio. Odio quando deve fare così e a maggior ragione quando deve dettare ordini pur sapendo che non è il ben voluto qui dentro dopo quello che ha fatto.
«Stavo semplicemente facendo una pausa. Mi girava la testa così ho deciso di venirmi a prendere un po' di caffè.» gli confido abbassando il tono della voce come se fossi mortificata. Ammettere le mie debolezze a prescindere da chi sia il mio interlocutore mi fa vergognare terribilmente perché Catherine non è mai stata un tipo debole e mai lo dovrà dimostrare.
«Hai preso una barretta di cioccolato insieme al caffè? Lo sai che quello non potrà fare miracoli, non è vero?» e anche il suo tono improvvisamente sembra cambiare del tutto. Non sembra più il Ryan capo che ha deciso di colonizzare l'azienda con il suo potere. Adesso sembra quasi una persona vicina a noi umani e non a quei tiranni dei suoi simili come Erik, anche se quest'ultimo tutto si potrebbe definire meno che un tiranno. Idiota sarebbe la parola più adatta per descriverlo.
«No, ancora non l'ho presa. Ho appena preso il caffè quando mi hai praticamente urlato contro.» lo rimprovero, anche perché con il suo modo di fare mi aveva anche spaventata facendomi cadere qualche goccia del liquido ambrato sulla mia camicetta. Lo vedo annuire mentre si avvicina sempre di più a me. Poggia una mano sulla mia fronte cercando di capire forse la temperatura del mio corpo.
«Adesso che non c'è più Matthew a prendersi cura di te ci dovrà pur essere qualcuno, tu non credi?»
«Sai, sembra che tu me lo stia facendo apposta e sai benissimo che odio gli uomini come te.» forse sembrerà strano ma non mi farò sottomettere da un uomo che non reputo il mio capo anche se lo è.
«Comunque sia non hai alcuna febbre. Stai benissimo, quindi non capisco questi capogiri.» sembra quasi preoccupato, ma attenzione: quelli di cui ti devi spaventare sono proprio loro, piccoli e innocui uomini che sembrano volere il tuo bene, ma farebbero di tutto per ingannarti. «Per evitare altri malesseri ti permetterò di andare a casa. Alla fine vedi? Non sono un dirigente così meschino!» mi rinfaccia la situazione come se questo mio malessere potesse far capire diverse cose. L'unica cosa che invece io ho capito è che più stronzo di quanto lui non voglia far credere.
In lontananza un Simon preoccupato gesticola nella mia direzione facendomi intendere che tra i due lui vuole proprio me. Corrugo la fronte non riuscendo a capire immediatamente di cosa voglia parlarmi, così decido di avviarmi verso la sua direzione dopo aver chiesto al mio nuovo capo di poter andare a prendere la borsa nel mio ufficio per andare a casa ufficialmente per quella mattinata. Il mio passo è sempre più accelerato mentre i miei occhi continuano a guardare preoccupati quell'uomo.
«Che cosa è successo?» domando prendendolo per un braccio e nascondendoci in un'altra stanza in modo tale che Ryan non si accorga di tutto questo.
«Ho parlato con gli altri soci e nessuno vuole parlare. Nessuno vuole esercitare il loro diritto di opzione scegliendo di tenere come manager Ryan Steel. Dio, è una follia!» le sue parole ancora una volta mi stupiscono non riuscendo a capire dove voglia arrivare. O forse ci arrivo, ma evidentemente non voglio ammetterlo. Se i soci decidono di non annientare Ryan, ciò significa che manterrà il suo posto ancora per molto tempo e che in un modo o in un altro è riuscito ad incutere timore anche nei giovani consociati.
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Hug my heart
Genç Kız EdebiyatıCatherine Stewart è un giovane avvocato pronta a lottare per i propri clienti. Grazie alla sua ambizione è riuscita a realizzare il suo più grande sogno: diventare l'avvocato di una delle società più rinomate di quel momento. Cosa potrebbe succedere...