Matthew
Vederla li distesa per terra mentre tutti gli altri uomini chiedevano aiuto ha provocato numerose vibrazioni lungo il mio corpo. Adesso capisco cosa ha provato lei mentre mi ha visto disteso per terra con una pallottola conficcata all'interno del mio corpo. Nel momento in cui l'ho sentita gridare una sensazione di vuoto a pervaso il mio io interiore. Panico, amore per la mia stessa vita. Sensazioni che fino a quel momento non avevo mai provato prima. Sembra quasi che il nostro non sia veramente destino. Prima lei viene rapita e io vengo fatto saltare all'aria da una pallottola indirizzata verso la mia donna, ora questo. Giuro che se riusciamo a sopravvivere tutti e due, non mi importa se lei mi ami o meno, ma io a sposerò. È meschino lo so, ma più vado avanti più capisco che la vita è imprevedibile. Oggi ci siamo, domani saltiamo in aria a causa di una bomba.
Ho bisogno di sentirla. Ho bisogno di sentirla mia e di nessun'altra. Con non poca difficoltà cerco di muovere le ruote della mia sedia nella speranza che gli uomini vittima di questa nuova strage abbiano compassione per un uomo come me.
«Signore sta bene?» un dipendente dell'albergo si avvicina a me cercando di infondermi un minimo di sicurezza. Annuisco non perdendo di vista Cat con lo sguardo mentre cerco di allontanare quell'uomo dalle mie grinfie. Quando sono infuriato tendo a prendermele anche con la persona più innocente di questa terra. «Signore?» il suo tono di voce è sempre più forte in mezzo al panico che travolge l'albergo. Mi volto finalmente verso di lui prestandogli la mia attenzione.
«Se vuoi veramente aiutarmi, la vedi quella donna?» domando indicando il corpo di Cat ancora disteso per terra e calpestato da chi cerca di scappare da questa follia. «Come ti chiami?» continuo poi nella speranza che qualcuno mi potesse aiutare.
«Jackson, signore!» esclama iniziando finalmente a collaborare.
«Jackson, quella è la mia fidanzata. Penso che sia la donna maggiormente travolta nell'esplosione e io... bhe è inutile continuare perché basta guardami. Ti chiedo solo una cosa: aiutala per favore!» vedo Jackson annuire mentre si avvicina velocemente verso la donna da me amata. Osservo attentamente la situazione intorno a me mentre diversi uomini scontrano la mia carrozzella. Non sopporto più questa vita da paralizzato e sono passate solo poche settimane. Sbuffo ancora una volta avvicinandomi al facchino chiedendogli con gli occhi quale fosse la situazione. In meno di due mesi ho provato la sensazione dei perderla, una sensazione terribile che nessuno dovrebbe mai provare. Quando perdi la persona che ami ti senti soffocare, ti manca l'aria e come se il tuo corpo fosse comandato da qualche cosa smette di respirare. Il tuo cuore smette di battere e la testa inizia a girare.
«Allora come sta?»
«Ho chiamato l'ambulanza. Sta per arrivare, stia tranquillo!» mi rassicura poggiando una mano sulla mia spalla. L'ansia incomincia a crescere mentre noto Cat riuscire a respirare a mala pena. Possibile che non riusciamo ad avere un angolo di paradiso? Possibile che nella nostra vita dobbiamo sempre lottare contro tutto e tutti? Sembra ieri quando io e Catherine ci scontrammo per la prima volta in ufficio. La odiavo. La odiavo terribilmente tanto per come si era comportata nei miei confronti. Dopo un po' l'unico obiettivo che volevo perseguire era portarle fastidio, ma non avevo messo in conto che proprio il vederla così infastidita nei miei confronti mi ha fatto innamorare giorno dopo giorno di lei.
«E devi vedere i colo... Cazzo mi scusi!» il suo cellulare cade per terra aprendosi in mille pezzi e molto probabilmente la chiamata vocale con il suo amico si sarà interrotta a causa di questo inconveniente.
Non sopporto la gente distratta. Odio profondamente chi, come questa giovane donna, non bada a dove mette i piedi. Sarà magari il mio lavoro, o forse la mia personalità così impaziente...
«Mi scusi io...» inizia a balbettare una serie di parole insignificanti che la fanno sentire ancora più piccola di quando non lo sembri già.
«Mi dispiace veramente tanto non averla vista, ma ero così presa da questo mio nuovo lavoro che stavo raccontando dell'accoglienza di questa azienda al mio coinquilino. La prego non lo dica al nostro capo, le prometto che non ricapiterà più una situazione del genere. Glielo prometto.» la donna davanti ai miei occhi continua a blaterale mentre i suoi occhi si illuminano di una luce che non avevo mai visto in nessuno. Nonostante tutto, nonostante le mie sicurezze e la mia virilità potrò essere sembrato un vero e proprio cafone. Potevo chiederle di presentarsi, ma la verità è che ben poco mi importa di questa donna così irresponsabile durante il suo primo giorno di lavoro. Vorrei tanto capire chi l'abbia assunta, ma giuro sulla mia azienda, che qualsiasi lavoro ricopre, glielo renderò impossibile.
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Hug my heart
ChickLitCatherine Stewart è un giovane avvocato pronta a lottare per i propri clienti. Grazie alla sua ambizione è riuscita a realizzare il suo più grande sogno: diventare l'avvocato di una delle società più rinomate di quel momento. Cosa potrebbe succedere...