Capitolo 89

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Catherine

«Sei sicura di non avere la febbre?» la voce di Adam si sparge per tutto il monolocale in cui sono tornata a vivere da quando ho deciso di salvare la vita di Matt. Annuisco anche se so che dall'altra stanza il mio amico non mi possa vedere. Mi copro con le coperte che mi ha fornito il mio amico per evitare che soffrissi il freddo a causa delle finestre aperte. Sto ancora cercando un metodo per evitare che l'azienda entri in possesso di Ryan quando Adam si avvicina a me con una tazza di thè fumante. Vi soffio sopra spostando il fumo che esce dalla tazza. È bollente e la sua temperatura mi proibisce di berlo immediatamente.

«Sai, sono passati solo due giorni e già mi manca.» gli confido mentre la mia testa ricomincia a pensare a lui. Sono rimasta qui dentro per due giorni cercando di convincere Ryan di avere la febbre e che per questo motivo quella mattina a lavoro stavo così male.

«Sei sicura di quello che stai facendo?» domanda Adam sedendosi improvvisamente sul mio letto. Delle volte non capisco nemmeno io le decisioni che credo di voler prendere, ma questa volta penso di essere sicura al 100%. Matthew merita di essere felice e l'unico modo per renderlo tale e lasciarlo per fare in modo che possa vivere la sua vita come lui ha sempre desiderato. È vero che il più delle volte ha affermato che può essere felice solo con me accanto, ma lui non capisce che non è così che funziona. Per essere felici non occorre un uomo o una donna al tuo fianco: per esserlo devi semplicemente imparare ad amare te stesso e, una volta aver imparato a stare da solo, potrai dire di essere veramente felice aggiungendo a questa felicità l'ultimo gioiello della tua vita, la donna che amerai per sempre.

«Arriverà un giorno in cui lui si dimenticherà di me e si innamorerà di un'altra donna. Solo in quel momento potrà essere felice.»

«Pensi realmente che ci si possa innamorare ogni volta che vuoi di una donna diversa? Cat, l'amore non ha i comandi e mi stupisce che io stia facendo un discorso del genere proprio a te, donna dalle mille emozioni.»

«No, tu non capisci.» gli confido scuotendo la testa. Perché delle volte è così difficile far capire ciò che pensi alle persone a cui vuoi più bene? «Ha detto che lo avrebbe ucciso se solo non lo avessi lasciato andare via da me. Io... se lui muore ne morirei anche io, non lo capisci? Sto salvaguardando tutti e due e qui nessuno sembra volerlo comprendere. Se lui muore il mio cuore si spezzerà per sempre, possibile che non lo capiate?»

«E preferisci farlo soffrire in questo modo? Catherine Stewart in questo momento lui sta morendo mille volte in più nel sapere che siete a km di distanza e non poterti anche solo sfiorare.»

«E poi tu che cosa ne sai dell'amore? Hai cambiato donne mille volte dicendo che finalmente avevi trovato quella giusta e alla fine ti sei ritrovato ogni sera in un letto diverso perché quella che tu credevi di amare ti dava delle mancanze. Sei arrivato persino a stare con degli uomini! Tu non sei nessuno quindi per dirmi cosa sia l'amore e come agire!» questa volta sono davvero infuriata. Come può permettersi proprio lui di parlarmi in questo modo? Sono stanca di tutte queste prediche senza alcun senso.

«Ne so di certo più di te dato che ti stai facendo scivolare dalle mani l'amore della tua vita.» e questo suona quasi come un rimprovero se solo non conoscessi realmente quello che reputo il mio migliore amico.

«Senti vai via dalla mia stanza per favore. Vorrei riposare.»

«Perché dovresti riposare? È da tutta la mattina che dormi, non sei stanca di poltrire sul letto? Ti ordino di alzarti e di riprendere in mano la tua vita che, fattelo dire tesoro, sta cadendo a pezzi per un idiota.»

***

Dopo altri due giorni di pausa mi sono decisa a ritornare a lavoro per "riprendere in mano la mia vita". Tornare in ufficio, questa volta con una consapevolezza differente, fa un brutto effetto, forse peggiore di quello precedente. Questa volta sono carica per rovinare il piano malefico di Ryan. Lo rovinerò perché solo quando farò cadere il suo domino apparentemente perfetto potrò tornare ad essere felice insieme a Matthew. Svolgo quindi il mio lavoro nel migliore dei modi richiedendo per la terza volta la presenza di Simon. Ormai l'ho fatto chiamare più di una volta e non si è ancora degnato di venire. Odio quando i collaboratori devono fare in questo modo. Io una cosa del genere non l'avrei mai fatta, principalmente se mi avessero detto che era una cosa urgente.

Quando finalmente arriva nel mio ufficio, sono passate tre ore e, per quanto mi riguarda, è ormai la quinta volta che sbadiglio in attesa del famigerato alleato.

«Che fine avevi fatto?» la sua domanda sembra uno scherzo se pronunciata proprio da lui.

«Dovrei chiederlo io a te, non credi?» alla mia imminente risposta il mio amico inizia a ridere dandomi con lo sguardo quasi ragione.

«Adesso sono qui, che cosa ti serviva?»

«Hai riunito nuovamente il resto dei soci?» domando per poi vederlo annuire percettibilmente. «E...?» domando immediatamente dato il mio profondo odio per quei momenti di suspense.

«E anche loro vogliono fare fuori Ryan. È qui da pochissimo giorni e già lo odiano per come si comporta. Vogliono il loro vecchio capo. Quello di cui si sono fidati si dall'inizio in seguito alla morte del fondatore. Tuttavia non riusciamo ad ottenere la maggioranza. C'è chi si tira indietro per paura e chi rimane imparziale senza riuscire a prendere nessuna decisione.» capisco quello che stanno provando in questo momento quei giovani ragazzi e non. Si sentivano protetti da una persona che vedevano come un idolo e quella stessa persona da un giorno all'altro è stato costretto a chiudere le porte della sua azienda per farle aprire, obbligatoriamente, a Ryan.

«Cosa dobbiamo fare adesso?»

«Non farete niente, perché qui adesso ci penso io.» una terza voce si insinua nel nostro discorso facendoci voltare improvvisamente. Una donna dai capelli rossi si avvicina lentamente a noi fasciata da un meraviglioso tailleur firmato Gucci.

«E tu chi saresti?» la domanda di Simon sorge spontanea, mentre un'ondata di gelosia invade il mio corpo al solo pensiero che questa donna possa essere una conoscente anche solo di uno degli uomini che lavorano qui dentro. Ovviamente il mio generalizzare fa riferimento in particolare a uno di quegli uomini.

«Sono la prima ragazza di Matthew Parker, piacere diconoscervi! E voi chi siete?»

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