Capitolo 38

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Catherine

Dopo una settimana torno a casa ma questa volta con la coda tra le gambe. Una volta arrivata non lo so che cosa mi aspetta, sicuramente sarò invasa dalla sua furia. Fortunatamente arrivato a casa avrà trovato Adam che in un qualche modo mi difenderà dalle cattive parole del mio cliente, perché io sono più che sicuro che me ne dirà di tutti i colori. Non avrà pietà questa volta di me perché mi aveva avvertito di non fare stronzate e io non gli ho dato comunque retta.

Il portiere all'ingresso del mio palazzo mi guarda come per dirmi: "È stato un piacere averti incontrato" espressione che ricambio con un sorriso gentile. È stato bello anche per me conoscere il portinaio del mio palazzo e parlargli della mia vita. Quando mi sono trasferita qui per la prima volta è stato proprio lui ad aiutarmi con le valigie e gli infiniti scatoloni che ho preso da casa di Jeffry. Ricordo perfettamente come quella volt mi abbia guardato e mi abbia detto che un cuore distrutto non è niente in confronto a un cuore distrutto per la morte della tua amata.

Erik Moore ormai è vedevo da più di dieci anni. Ha sessantotto anni e per me ormai è diventato quasi come un padre con quei suoi occhi neri come la pece e i suoi capelli canuti e brizzolati. A volte si è dimostrato essere un miglior confidente anche più di Adam, il quale se capisce che hai fatto una stronzata darà di matto e allora in quel momento si salvi chi può.

Nella mia vita però on ho temuto nessuno come temo Matthew Parker, mio cliente e capo. La sua furia e le sue grida invaderanno l'intero stabilimento e io non sono pronta ad affrontare una cosa simile. Salgo lentamente le scale inventando una scusa plausibile da raccontargli. Se voglio sopravvivere devo mentire e se devo mentire devo avere un'idea geniale in meno di trenta secondi perché è questo il tempo che mi separa dalla porta del mio appartamento. Prendo un respiro profondo e infilo la chiave nella toppa della serratura. Magari Adam senza dirmelo l'ha cambiata e sono salva, o almeno per il momento. Invece no, la chiava fa uno scatto così sonoro che mi meraviglio che sia la nostra porta, così vecchia da dover essere immediatamente cambiata. Scruto attentamente all'interno della prima stanza che si presenta entrando non notando alcun movimento sospetto, così entro a passi felpata nella tana del lupo chiudendomi la porta silenziosamente alle spalle. Butto un sospiro di sollievo. Okay, per ora pericolo scampato. Avanzo lentamente nel corridoio buio no n trovando nessuna stanza illuminata. Evidentemente non c'è nessuno in casa e io posso definitivamente ritenermi salva. Mi dirigo così verso la mia camera per cambiarmi. Afferro dal letto un paio di pantaloncini striminziti e un top che copre a malapena le mie forme. Adam dice che anche in questo modo potrei far cadere qualsiasi uomo ai miei piedi ma a me non serve tutto ciò. Scosto le coperte dal letto buttando i cuscini sul pavimento. Devo ammettere che l'ordine a volte non è proprio il mio forte.

Ripenso al messaggio di Matthew. Quel ragazzo prima o poi mi farà diventare matta. Perché scappare dall'ufficio quando l'ho rifiutato per poi ripresentarsi alla mia porta e sparire di nuovo? Giuro che quel ragazzo non lo capirò mai. I messaggi precedenti sono ancora conservati nella chat tra i messaggi importanti. Non so perché l'abbia fatto, ma ogni notte li rileggo nella speranza che un uomo come lui possa bussare alla mia porta e mi porti lontano da questa vita, nella speranza che mi faccia dimenticare. Improvvisamente la gola si fa sempre più secca così decido di avviarmi verso la cucina per prendere una bottiglietta d'acqua. A volte sento il repellente bisogno di quello strano oggetto poggiato sul mio comodino.

Nella casa si sentono riecheggiare solamente i miei passi. Nessun rumore ambiguo. Nessun russare. Segno che Adam, dopo aver convinto Matthew ad andarsene ha lasciato la casa molto probabilmente per andare dalla sua novella ragazza. Non ricordo il suo nome o forse non me lo ha mai detto ma la cosa sicura è che voglio assolutamente conoscere la ragazza che ha rubato il cuore al mio migliore amico. Non è una cosa da tutti i giorni in fondo trovare la tua persona e io sono contenta che lui l'abbia trovata. Non accendo la luce dalla cucina per evitare di perdere tempo nell'andare a dormire. Le braccia di Morfeo mi stanno tirando verso la loro direzione costringendomi ogni tanto a riaprire gli occhi. La luce del frigorifero illumina parzialmente la stanza permettendomi di guardarmi intorno. E poi lo vedo: un'ombra o forse un uomo.

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