Capitolo 95

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Catherine

Il trillo del mio telefono disturba il mio sonno. Delle volte ricevere una telefonata è il momento migliore della giornata, principalmente quando questa è andata storta, ma oggi non mi va proprio. Dopo tanto tempo sono riuscita finalmente a prendere sonno nonostante la mancanza di Matt. Odio dormire senza di lui, ma purtroppo non posso fare altrimenti. Il destino purtroppo è stato crudele con me: il mio precedente ragazzo mi ha tradito con mia cugina, donna con la quale si è sposato e dopo avermi regalato cinque minuti di felicità dopo avermi fatto conoscere Matt, la stessa mi è stata strappata via come se non fossi io a destinataria di tale regalo. Mi alzo dal letto cercando di coprire le cosce che ormai Ryan ha già visto fin troppo bene e chiudo la porta alle mie spalle in modo tale da non fargli sentire la mia telefonata con Adam. Capisco le minacce e tutta la merda che lo circonda, ma la mia vita deve rimanere separata dalla sua. I miei segreti sono miei e di nessun'altro.

Fino a qualche tempo fa erano pure di Matt, urla la mia coscienza ma questo non è il momento per discutere di queste cose.

«Cosa c'è? Finalmente ero riuscita a prendere sonno dopo settimane e tu lo sai benissimo e mi disturbi per dirmi cosa? Sicuramente una qualche tua fantomatica cazzata.» lo rimprovero cercando di non farmi sentire da Ryan dall'altra stanza, anche se il tutto è alquanto improbabile che accada dato che sto passeggiando come mio solito lungo tutto il perimetro del soggiorno.

«Che sei acida oggi! Hai per caso le tue cose? A papino lo puoi dire!» come suo solito Adam non fa altro che fare l'idiota e giuro che delle volte lo detesto. Forse però è meglio così perché con la sua idiozia è l'unico che riesce a farmi riprendere.

«Sbrigati a parlare che Ryan è di là che dorme. Non voglio che senta la nostra telefonata. Ha giocato fin troppo con me e non voglia che abbia altre informazioni per ricattarmi.» parlare in questo modo mi fa male perché da avvocato quale sono non dovrei prestarmi a questi giochetti. Da avvocato quale sono dovrei amare la verità e la giustizia e forse perché amo fin troppo quest'ultima cosa mi sto prestando a questo scherzo meschino.

«Potresti tornare a casa per favore? Ti devo parlare!» il suo tono sembra alquanto preoccupato e non ne vedo ragioni visto che quella che fa le stronzate nell'ultimo periodo sono sempre io. Non campisco quindi cosa potrebbe essere successo di così grave da farmi tronare nel nostro piccolo appartamento che ho odiato così tanto quanto amato. Devo ammettere che una parte di quella stanza mi manca: mi manca il profumo del caffè che puntualmente mi preparava il mio coinquilino quando sapeva che avrei fatto tardi. Mi manca raccogliere le briciole che Adam gettava per terra pur avendo la spazzola adattata per raccogliere le molliche dal tavolo. Forse e solo forse, penso che mi potrebbe anche mancare l'Adam strafottente che invitava le belle ragazza nel nostro appartamento. Odio la mia vita e odio più di tutto come sia diventata da quando ho accettato quel lavoro. Di certo non potevo sapere che mi sarei innamorata e che quello stesso amore me lo avrebbero strappato via dalle mani come se nulla fosse.

«È successo per caso qualcosa che io non so? Adam che cosa hai combinato questa volta?»

«Dio mio, possibile che devo essere io quello che combina cazzate? Cara mia fino a prova contraria sei tu quella che si sta scopando il nemico per ottenere un qualcosa e sai perfettamente quanto me che questo piano non potrà mai funzionare. O almeno se agirai da sola stupida!» le sue parole mi fanno accapponare la pelle perché so perfettamente che è la dura verità, ma non trovo opportuno sbattermela in faccia in un modo così crudele.

«Sto arrivando, non c'è bisogno che inveisci in questo modo coglione che non sei altro!» urlo e quasi me ne pento per la paura di aver svegliato il mostro. Non voglio che senti quello che riguarda la mia vita e il mio migliore amico non me lo rende affatto possibile. Delle volte mi chiedo come si possa essere così idiota, ma cosa principale come mai io mi sia legata così tanto a quell'uomo nonostante i nostri caratteri siano uno l'opposto dell'altro.

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