Capitolo 80

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Matthew

Sentire quelle parole uscire dalla sua bocca, devo ammettere che mi hanno fatto commuovere. Fino ad ora voleva avere con me una semplice relazione, la stessa che forse avevo instaurato io da ragazzino. Forse aveva paura di fidarsi ancora una volta di un altro uomo e io da perfetto egoista non ero ancora riuscito a comprenderlo. Dovevo imparare a fidarmi delle sue parole e crederle anche quando ciò che diceva non mi convinceva. Forse ora non saremmo ridotti così su un letto di ospedale a cercare di ricordare i momenti passati insieme.

«Un tempo di fidavi, anche se non completamente.» affermo deciso. Ormai ho intrapreso il viale dei ricordi e mi è quasi impossibile trovare la giusta strada per uscirne.

«Perché dici così?»

«Dopo un bel po' che siamo stati insieme ho deciso finalmente di chiederti cosa siamo in realtà noi. Sei andata nel pallone alla mia domanda e non mi hai voluto rispondere.» mentre le rivelo questa semplice confidenza continuo a guardarla negli occhi. Deve capire la mia sincerità e cosa principale deve capire quanto io la possa amare.

«E cosa ti ho risposto io?» mentre mi pone questa domanda ha il fiato sospeso. Lo vedo come possa essere curiosa di questa risposta. In fondo non sarebbe lei se non provasse curiosità.

«Non mi hai risposto. Ripeto: sei entrata nel pallone e ci mancava poco che mi lasciassi definitivamente.» ghigno facendo finta che la cosa non mi importi minimamente.

«Lo sai che non potrò ancora risponderti, non è vero? A mala pena so chi sei attualmente!» sorrido alla sua affermazione. È ovvio che non potrà darmi immediatamente una risposta, ma io sono disposto ad aspettarla per tutta la vita.

«Dovremmo recuperare il tempo perso, che ne pensi?» domando nella speranza che si possa finalmente sciogliere. Dentro di me c'è ancora quella piccola speranza che mi possa dire finalmente così e che possa esaudire il mio unico desiderio: sposarla per passare il resto della mia vita con lei. È assurdo come l'amore possa cambiare la tua vita. Un giorno sei lo scapolo più ambito della città e quello dopo ti innamori della donna più incredibile che tu abbia mai potuto conoscere.

La vedo annuire con uno sguardo perso nel vuoto, uno sguardo che non nego che mi preoccupi. Mi avvicino sempre di più a lei sollevandole con le dita il mento.

«Ehi piccola, tutto bene?»

«Promettimi che non mi lascerai mai. Penso di aver bisogno di te. Un bisogno che non ti riesco neanche a spiegare. Quando non ci sei stato, quando ti ho cacciato mi è mancata quasi l'aria. Non riuscivo più a respirare e non capivo il perché. Dopo che mi hai baciato tutto mi è sembrato più chiaro: io ho un estremo bisogno che tu stia al mio fianco, o almeno fino a quando non riesco a capire chi sono.»

«Perché dopo non mi vorrai?» scherzo sperando che capisca quello che le voglio dire.

«Bhe dipende tutto da come ti comporterai.» scherza anche lei ed è proprio da queste sue semplici parole che riesco a capire che finalmente si sia sciolta. Non mi aspettavo che prendesse nuovamente confidenza così presto, ma forse è vero che se due persone sono destinate ad essere, nessuno potrà mai separarle.

Mi avvicino nuovamente a lei poggiandole dei leggeri baci sulle labbra. Il suo sapore devo ammettere che mi era mancato e che finalmente questa piccola quotidianità mi ha fatto tornare quasi alla normalità. Stare lontano da lei mi è quasi impossibile e questo incidente ci stava allontanando quasi definitivamente. Ho capito che lei era la vera donna di cui avevo bisogno nella mia vita nel momento in cui l'ho allontanata quasi definitivamente dalla mia vita e lei continuamente è tornata da me senza mai arrendersi. È sempre stata disposta a prendersi cura di un paralitico anche se la vita poteva offrirle di meglio e invece è sempre stata al mio fianco a combattere. Adesso tocca a me fare la stessa cosa, anche quando lei vorrà stare lontano da me. Dovrò starle sempre vicino, perché in fondo chi ama fa semplicemente questo: fa sentire la sua presenza anche se di questa presenza il tuo interlocutore vuole sentire solo il 10%.

«Quando potrò tornare a casa?» domanda fiduciosa Cat guardandomi con gli stessi occhi con cui mi ha fatto innamorare.

«Adesso vediamo che cosa possiamo fare. Provo a parlare con il dottore, però solo a patto che mi giuri che ti senti così bene da poter scappare!» esclamo trovando la scusa per non farle altro male. In fondo è l'ultima cosa che voglio.

«Ti giuro che mi sento meglio. Sono persino in grado di camminare da sola, ma ti prego fammi uscire da questo ospe...» un'improvvisa scarica di dolore percorre il mio corpo, costringendomi a sedere. Nei suoi noto un velo di preoccupazione, la stessa che attraversò i suoi occhi nel momento in cui capì che avrei avuto serie difficoltà per tornare a camminare.

Un medico notando la scena si avvicina a me, porgendomi una sedia sulla quale sedermi.

«Signore, tutto bene?» domanda allarmato che possa essere successo un qualcosa di grave. Annuisco digrignando i denti per il dolore, ma quando poi capisco che non potrò durare per altri cinque minuti mi affretto a rivelargli la mia reale condizione di salute. Il fatto che io in questo momento sia in piedi è semplicemente un miracolo, ma penso che adesso abbia sforzato troppo le mie gambe e qualcuno ha deciso di ricordarmelo. «Le vado a prendere immediatamente una sedia a rotelle. Sapete per caso come tornare a casa?»

«Prenderemo in tal caso un taxi. Vorremmo tornare immediatamente al nostro hotel se è possibile. La signorina è tra le altre cose stanca. Vorrebbe ritornare tra i suoi affetti.» il fatto che sia passato un medico estremamente giovane e appena laureato non può far altro che giovare alla situazione. Ogni tanto una fortuna, dopo tanti sforzi, ci viene concessa.

Alle mie parole l'uomo sembra realmente stordito, ma il viso scavato dalla distruzione di Catherine gli fa cambiare immediatamente idea.

«Vedrò come procurarvi un permesso. Non le prometto niente però. Comunque sia penso che dovrete passare almeno questa notte qui in ospedale. Principalmente lei dato che miracolosamente ha ricominciato a camminare.»

Ha perfettamente ragione, ma l'importante è che comunque sia non rimarremo per altro tempo in questa bettola, perché in fondo penso che abbiamo passato fin troppo tempo in un ospedale. Adesso ci meritiamo un po' di meritato riposo e principalmente di serenità, un elemento che nelle ultime settimane manca proprio alla base delle nostre tempestose vite. 

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