Capitolo 46

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Matthew

Devo cercare in tutti i modi di fermare questa follia. Innanzitutto devo fare in modo di disdire la notizia perché quanto è vero che mi chiamo Matthew Parker io vincerò quella causa. Non mi importa se sarò costretto a fare carte false, l'importante è vincere. Dopotutto Ryan Steel non si è fatto scrupoli a giocare a suo piacimento. Sta manipolando Catherine a suo piacimento insieme al resto dei miei dipendenti i quali non pensano più a lavorare. Sono convinti che il futuro titolare di questa azienda li debba licenziare uno per uno rovinando ogni loro famiglia, ma io non permetterò che ciò accada nonostante la loro piccola rivolta nei miei confronti.

Cerco di rintracciare Catherine per cercare di capire come risolvere questa situazione ma il suo telefonino risulta irraggiungibile. Cosa diavolo starà combinando per non rispondere alle mie chiamate? Non la sto chiamando per piacere come ho fatto immediatamente questa mattina ma per cose riguardanti il lavoro e io non tollero che non si risponda in questi casi. Riprovo un'altra volta nella speranza che questa sia la volta decisiva ma l'unico contatto che ho con lei è la sua segreteria telefonica. Anche con quella voce metallica riesce a risultare dolce senza neanche accorgersene.

Il bussare alla porta m desta dai miei pensieri portandomi ad alzare la testa verso il nuovo ospite che verrà accolto dal mio ufficio. Un flebile avanti si fa spazio tra i muri della stanza mentre continuo a fissare il giornale sul quale è incisa la terribile che notizia che sta portando alla rovina la mia azienda.

<< Si può sapere che cavolo stai combinando? >> la voce di mio fratello Erik mi arriva dritta dritta alle orecchie. Non c'è modo di fargli capire che la deve smettere di urlare quando parla. Ogni volta è sempre la stessa storia.

<< Ciao anche a te fratello. >> enfatizzo la parola fratello sorridendo ai suoi occhi. So perfettamente che odia essere chiamato in questo modo, ma nonostante ciò adoro farlo arrabbiare. << Come stai? Anche io sto bene. Non ti dovevi preoccupare di chiedermelo! >> scherzo sul suo comportamento sapendo perfettamente che mi abbia dato fastidio. Nonostante ci leghi il DNA, Erik Parker non ha alcun diritto di presentarsi in questo modo nel mio ufficio.

<< Smettila di scherzare. Voglio capire che cosa hai intenzione di fare con questi giornali! >> esclama buttandone uno sopra la miriade di fogli che investe la mia scrivani. Anche io sto cercando di capirlo, car fratello.

<< Sto provvedendo a sistemare la faccenda. Non ti devi preoccupare. Il mio avvocato sa come farmi uscire da questa situazione. >> a volte confidarmi con lui è il miglior modo per rilassarmi e nel momento in cui accenno di Cat i miei nervi immediatamente si rilassano perché so che lei troverà veramente il modo per farmi uscire da questa situazione.

<< Ah sì giusto. Il tuo nuovo avvocato. Ti riferisci a quello che mi ha soffiato il posto per caso? Quella novellina appena laureata? >> le sue parole sono più dure di quanto credessi. Non avrei mai pensato che a distanza di due mesi provasse ancora del rancore nei miei confronti per non averlo assunto nell'azienda di famiglia. In fondo non è colpa mia se penso che il sangue del mio sangue non sia in grado di presenziare ai processi per difendermi.

<< Sai che ti vorrei qui ma il tuo carattere così irruente non mi permette di assumerti. >>

<< Certo, però dopo un mese che cercavi il tuo avvocato non ti sei fatto scrupoli a scegliere proprio lei. >>

<< A cosa ti riferisci? >> domando non riuscendo a seguire il suo discorso. Qualcosa mi dice che non stiamo più parlando di questioni di lavoro, bensì di qualcosa di personale.

<< Sai a cosa mi riferisco. L'anno del diploma. Quello a cui non ho potuto presenziare perché il tuo caro avvocato è riuscita a farmi sospendere dalla scuola. >> e ora tutto mi è più chiaro.

Quando mio fratello doveva conseguire il diploma non ha potuto frequentare l'anno scolastico a causa di una stupida ragazzina con l'apparecchio e gli occhiali. Sin da bambini Catherine ha avuto il senso di giustizia rispetto a mio fratello e in quegli anni non si è fatta scrupoli a denunciare alla preside un atto di bullismo da parte di mio fratello. Così Erik perse un anno e rispetto a noi comuni mortali fu costretto a diplomarsi un anno più tardi. Ridacchio ripensando alla scena quando il mio caro e dolce fratellino tornò a casa con la coda tra le gambe non sapendo se infuriarsi o mettersi a piangere per aver dato un dispiacere ai nostri genitori. Alla fine, nonostante fosse stato il classico ragazzo menefreghista nei confronti della scuola e delle persone, il suo unico desiderio è sempre stato non deludere i nostri creatori.

<< Smettila di prendermi in giro! >> si siede sulla poltrona di fronte alla mia disperato a causa della situazione. << Lei ti farà capitolare. Ne sono più che certo. Rovinerà te come ha rovinato me quell'anno. >>
Ne sono più che certo ma non come intende lui. Lei alla fine mi h già rovinato perché nonostante le sue aspettative ha irrimediabilmente incasinato la mia vita rendendola perfetta.

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