Catherine
È passata ormai una settimana dalla mia assunzione e finalmente mi ritrovo sul mio comodo divano con una confezione di gelato tra le mani e il mio amato telecomando, pronta per una maratona di film, che causano, a detta di mio fratello, il diabete vedendo solo la sigla iniziale. Non capisco come faccia a non adorare certi film e ad apprezzare quelle schifezze che parlano di zombie e assassini vari. Penso che Bridget Jones sia il film più bello da vedere e da capire perché solo in questo modo ti puoi rendere conto di quanto la tua vita non sia ancora arrivata ai suoi livelli. Solo così puoi capire quanto in realtà tu possa essere fortunata nella vita nonostante le piccole gioie che pensavi di poter avere ma che in realtà nel momento tanto atteso svanivano proprio davanti i tuoi occhi come per magia. Sorrido mentre osservo con attenzione la scena in cui Bridget incontra dopo tanto tempo il suo Mr Darcy. Tanto bello e affascinante quanto a volte stupido ed egoista. Penso che quel personaggio non lo capirò mai fino in fondo. Non capirò mai cosa passa per la testa di quell'uomo che lo costringe una volta ad avvicinarsi e un'altra ad allontanarsi dalla donna da lui sempre amata. Forse in realtà non capirò, in generale, l'universo maschile.
Non capirò mai mia cugina e il motivo per il quale abbia voluto tradirmi. Proprio lei che l'ho sempre trattata come una sorella, come una persona importante da proteggere e invece la peggiore coltellata l'ho ricevuta da quella stessa persona che credevo mi amasse e che avrebbe fatto di tutto per rendermi felice. Sorrido amaramente davanti al mio cucchiaino di gelato che ho sempre amato. Adoro i dolci e le mie forme penso che possano confermare le mie teorie.
Siamo arrivati alla parte più bella del primo film di Bridget quando il mio cellulare inizia a suonare portandomi a maledire non solo quell'insulso affare, ma anche chi gli abbia permesso di vibrare informandomi dell'arrivo di una chiamata. Così sono costretta a mettere in pausa e vedere chi possa essere il probabile disturbatore.
«Adam!» rispondo quasi infuriata, in fondo con lui posso anche permettermelo. «Stavo vedendo un film!» quasi urlo per il nervosismo, ma in fondo mi fa piacere ricevere una sua chiamata mentre siamo distanti. Si, è vero, lui è il mio coinquilino, ma molto spesso la sera mi ritrovo da sola in quanto, quello che reputo in questo momento, il mio più fedele amico gay, è sempre alla ricerca di qualcuno che gli faccia provare nuove emozioni mai provate prima. Quasi provo disgusto nel pensarlo in certi atti di intimità che teoricamente, e ripeto teoricamente, dovrebbero essere normali, ma la verità è che ancora non ci ho fatto l'abitudine.
Adam ancora non si definisce gay al 100%, la percentuale di attrazione che prova per un uomo, a parer mio senza cervello, è la stessa che prova per una donna con un quoziente intellettivo pari a quello di una donna come Alda Merini.
«Ssh, non fare la guastafeste e raccontami tutto del tuo nuovo lavoro.» afferma sicuro di se e per un attimo vorrei strozzarlo.
«Adam, proverò a mantenere la calma, ma dimmi immediatamente dove diavolo sei!» inveisco contro il mio amico certa di quello che le mie orecchie hanno appena sentito.
«Sto per tornare a casa, perché? >> la sua voce trema, chiaro segno che sta mentendo.
«Adam?» dall'altro capo della cornetta si sente uno sbuffo e questa volta sorrido genuinamente sicura di aver vinto ancora una volta e di averlo messo in trappola.
«E va bene, sono a casa di una donna. Contenta?» domanda in modo retorico. Il gemito che ho sentito mi avevo permesso di immaginare abbastanza, ma volevo semplicemente una conferma. Volevo che una volta ogni tanto quell'uomo fosse sincero con me, come quella volta che ha messo a nudo i suoi sentimenti, o per meglio dire il suo orientamento sessuale.
«Il primo giorno è andato bene. Solo una persona non mi è sembrata molto contenta del mio arrivo. Evidentemente sarà un dipendente, o magari un avvocato che ha provato un colloquio ma che non è mai stato preso evidentemente.» rifletto sull'atteggiamento di quell'uomo e in effetti, pensandoci bene, non posso trovare altra spiegazione. Per guardarmi in quel modo così ostile gli avrò sicuramente sottratto il lavoro a cui lui tanto ambiva come del resto la sottoscritta.
Poso la vaschetta di gelato sul tavolino accanto al divano, alzandomi da quest'ultimo per dirigermi verso la cucina. A furia di mangiare quel coso congelato i miei denti hanno subito la stessa reazione chimica e adesso tremo mentre mi dirigo verso la credenza per prendere una bottiglietta di acqua quasi calda, data la temperatura della stagione. Tengo il telefono appoggiato tra l'orecchio e la scapola della mia spalla mentre ascolto, purtroppo, i baci soffocati dei due amanti. Potrei anche vomitare, oppure decidere di chiudere il telefono in faccia a quello che reputo il mio migliore amico, invece opto per una terza opzione:
«Questa sera torni?» domando curiosa di sapere la risposta anche se questa volta penso proprio di saperla.
«No, mi dispiace Cat, ma la mia donna non penso proprio che mi lascerebbe andare. Non è vero piccola?» domanda retoricamente a quella che ha appena definito essere la "sua donna".
«Non sai neanche il suo nome!» asserisco dal suo modo di trattarci anche se questa volta sento nella sua voce un qualcosa di diverso. Si conoscono da qualche ora, ma il mio istinto mi dice che con questa donna non potrà mai essere la felicità di una sola notte. Se fosse stato così non mi avrebbe mai chiamato durante quello che credo che fosse un loro momento di intimità. Regola principale che ha mantenuto la nostra amicizia in questi anni e il nostro stato di convivenza è quella di non chiamare durante una serata "speciale" l'altro a meno che non si è in presenza di un'emergenza. Mai chiamare per le confidenze l'altro quando si è in presenza dell'amante di una notte: nessuno deve sapere di noi, tanto meno un'insulsa conquista per appagare i nostri piaceri fisici. Anche se ad essere sincera la regola vale più per lui che per me; ma se questa volta ha chiamato vuol dire che sentiva in lei un essere speciale.
«Cosa intendi fare con la tua reale ragazza?» domando cercando di capire le sue reali intenzioni.
«In che senso?» a volte penso proprio che sia realmente stupido. Forse è proprio per questo motivo che non riesce a trovare un reale lavoro come quello mio. Alzo gli occhi al cielo, stanca ormai della sua stupida innocenza.
«Adam non sono un'idiota fortunatamente. Ricordi la nostra regola? Nessuna chiamata durante le tue scappatelle. Se mi hai chiamata vuol dire che quella donna ti ha veramente colpito. Per cui ho la sensazione che per questa donna non provi solo un'irrefrenabile passione fisica.» gli sbatto la realtà in faccia come non avevo mai fatto prima d'ora. Nonostante Adam abbia dei genitori, molto spesso sembra che ricopra io il ruolo di madre. In fondo questo è un concetto che mi ripete sempre: "Tu per me non sei solo una coinquilina: sei un'amica, una sorella, una madre... tu... tu sei la mia famiglia". Sorrido nel ricordare le sue parole pronunciate con la voce e, in particolar modo, con gli occhi di un bambino.
Un sospiro lascia le sue labbra mentre lo sento muoversi dal letto sul quale immagino fosse seduto. Conoscendolo si starà allontanando da quella ragazza della quale non conosco neanche il nome.
«Io ed Emily ci siamo lasciati questa mattina. Non volevo dirtelo per non rovinarti il tuo primo giorno di lavoro. Ha scoperto che la tradivo e ha deciso di mollarmi senza tenere in considerazione tutto l'amore che ho sempre provato nei suoi confronti e che continuo a provare nonostante tutto.»
«Tesoro un tradimento non lo puoi perdonare tanto facilmente. È naturale che abbia reagito così. Come volevi che reagisse?»
«Già! Tu lo sai bene! Comunque sia non scappi dal mio interrogatorio.» schiva immediatamente la conversazione che mi stavo preparando ad avere con lui, forse troppo a disagio per parlarne ora con me. «Com'era questo uomo? Come ti è sembrato?» domanda curioso di qualche notizia in più dopo essersi ripreso da quell'improvviso cambiamento d'umore. Sicuramente vuole sapere se sia un bell'uomo o meno ma questa sarà un'informazione che terrò solo per me. Non gli rivelerò come le mie gambe abbiano iniziato a tremare nel momento in cui i nostri occhi si sono prepotentemente scontrati. Non gli racconterò come il mio cuore inizialmente abbia smesso di battere per poi aumentare vergognosamente i suoi battiti cardiaci. Non gli svelerò come dopo tanto tempo il mio respiro sia venuto a mancare.
No, questo sarà solo un mio segreto, un segreto che terrò per me fino a quando non sarò sicura che quell'uomo non influenzerà la mia vita.
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Hug my heart
ChickLitCatherine Stewart è un giovane avvocato pronta a lottare per i propri clienti. Grazie alla sua ambizione è riuscita a realizzare il suo più grande sogno: diventare l'avvocato di una delle società più rinomate di quel momento. Cosa potrebbe succedere...