Catherine
Ritrovarsi ancora una volta qui davanti a questo impetuoso palazzo, mette come sempre i brividi. Come sempre penso di non essere all'altezza di tanta maestosità, ma questa volta mi rendo conto che sono qui sotto una veste diversa: questa volta sono stata già assunta e conosco i miei colleghi. Tecnicamente non dovrei preoccuparmi di niente e invece le mie gambe incominciano come sempre a tremare. Vedo Matthew dirigersi verso la porta centrale mentre me ne sto ferma come se fossi un piccoli cagnoli abbandonato. Le mie gambe non trovano la forza di andare avanti, né tanto meno di correre per scappare da questa spaventosa situazione.
«Matt, fermati un attimo!» quasi urlo nella speranza che solo lui mi abbia potuto sentire. Non so cosa mi sia preso ma per la prima volta il mio corpo sta tremando di paura.
«Che cosa succede? Ti senti bene?» domanda quello che penso dovrei iniziare a chiamare come il mio ragazzo.
«Sto bene. Più o meno. Volevo semplicemente dirti una cosa!» affermo guardandolo dritto negli occhi. La curiosità è palese e traspare da ogni sua espressione. Dentro di me sorrido perché in fondo sono stata fortunata ad avere un uomo così nella mia vita subito dopo Josh. Un uomo che finalmente mi ha permesso di capire chi sono e la mia vera personalità. Mi avvicino lentamente a lui intrecciando le mie braccia dietro al suo collo. A questo gesto il mio uomo mmi guada sempre più confuso, o almeno fino a quando non avvicino le mie labbra a quelle sue per depositarvi un casto e leggero bacio. «Non so se prima dell'incidente l'abbia mai detto, ma io penso di essermi innamorata di te. Ti amo, ti ho amato e penso che ti amerò sempre Matthew Parker. E si, penso che voglio passare il resto della mia vita tra le tue braccia, perché solo lì sono capace di sentirmi protetta e a casa.»
«Dio mio, non ci credo che tu l'abbia detto veramente!» sorrido alle sue parole, finalmente serena di aver compiuta una giusta azione. Ne sono innamorata e anche se l'ho capito troppo tardi sono contenta di averglielo rivelato in questa occasione. «Ti giuro non pensavo ad essere onesto che l'avresti mai detto. In realtà ero convinto dei tuoi sentimenti anche se ancora non me li avevi rivelati, ma non ti nego che ogni tanto mi assalivano i dubbi.»
«Ti ricordi quella sera quando mi hai beccata con il tuo telefono in mano? Ecco quella sera ho capito quanto tu sia importante per me. Rileggere i nostri messaggi mi ha smosso un qualcosa dentro che non ti saprei spiegare, ma è stato un qualcosa che mi ha portato a riflettere e adesso eccoci qui!»
«Dio, sono contentissimo di queste tue parole. Quindi il fatto che tu sia venuta a vivere con me non è stato un solo caso! Eri convinta della tua decisione nonostante le mille paure.» annuisco in quanto senza bisogno che gliene parlassi ha capito a pieno la situazione.
«Adesso entriamo. Non voglio fare tardi il primo giorno di lavoro per queste smancerie. Il fatto, ripeto, che io sia innamorata del mio capo non mi dà l'autorizzazione a fare ciò che voglio e tu lo sai.»
«Bhe, per quanto mi riguarda potresti anche licenziarti, ma ti pagherei lo stesso.» inizio a ridere di cuore mentre avanzo piano pian verso l'ingresso. Prendo un respiro profondo e forse è arrivata l'ora di fare il passo decisivo.
Dopo tanto tempo finalmente posso tornare a lavoro e, anche se con un po' di timore, finalmente entro dall'ingresso sotto gli occhi stupiti di alcuni miei colleghi. Nessuno sembra crederci, ma a quanto pare sono finalmente tornata!
«Signorina Stewart, finalmente si è ripresa! Non vedevamo l'ora che lei tornasse.» uno di loro si avvicina a me, anche se io purtroppo non ricordo bene chi sia. Come abbiamo capito sono riuscita a ricordare ben poco e mi odio per questo perché tra uno di loro ci potrebbe essere qualcuno che mi ha voluto un bene immenso e io non riesco neanche a ricordarmi il suo nome.
«Mi avete sempre dato del lei?» domando abbastanza stupita. Anche se non ricordo molte cose, lo so per certo che se mi avessero dato del lei, li avrei immediatamente corretti. Non amo molto che mi trattano come se fossi una donna più grande rispetto alla loro età. Mi fanno sentire più vecchia e non ne ho proprio bisogno. O per meglio dire: nessuna donna ne avrebbe bisogno.
«No, ma dato il suo avvicinamento al signor Parker mi sembra d'obbligo porgerle lo stesso rispetto.» afferma con decisione stupendoci.
«Clark, hai visto il bacio?»
«Si signore!» afferma colui che ho appreso si chiami Clark come se fosse un vero e proprio soldato.
«Anche se hai visto quello che hai visto non occorre che tu mi dia del lei. Le cose sono rimaste le stesse, così come il nostro rapporto, anche se non lo ricordo perfettamente!»
Tornare a parlare con persone differenti dalle solite devo ammettere che è un gran sollievo. Ormai la mia era diventata una monotona routine che stavo iniziando realmente ad odiare. Entrare qui dentro mi ha permesso finalmente di respirare un'aria nuova, un'aria quasi come se fosse pulita. In fondo questo è sempre stato il mio ambiente, il mio campo da caccia. Il tuo posto di lavoro alla fine è la tua casa. Non importa quanto tu lo possa odiare all'inizio, ma alla fine quelli che pensavi fossero i tuoi nemici, alla fine diventa la tua famiglia, quella che vorresti vedere anche dopo una brutta giornata.
Mi avvicino agli ascensori mentre cerco di raggiungere Matt adottando il suo stesso passo. Mi sono fermata qualche secondo in più a parlare con i miei colleghi che, devo ammettere, si sono dimostrati carini e disponibili davanti ai miei problemi.
Quando raggiungo l'ascensore Matthew ha già chiamato il piano mentre nell'attesa prende la mia mano. Dice che si è stancato di nascondersi e che, visto che finalmente ho capito i miei sentimenti, vuole gridare al mondo intero quello che prova per me. Prova a continuare il discorso quando una figura appare al nostro fianco. Una figura che forse ancora non ero pronta a vedere, perché in fin dei conti è stato proprio a causa sua che io adesso ricordo a frammentariamente come mi chiamo.
«Guarda qui chi è tornato! Sbaglio o sono vietate le relazioni sui posti di lavoro?»
«Sbaglio o sono io il capo?» Matthew al mio fianco sembra essersi stancato di questa storia così inizia a preparare il campo di battaglia. I suoi occhi sembrano iniettati di sangue, mentre le sue mani iniziano a tremare. Non lo avevo mai visto in questo stato, ma evidentemente l'odio che sta iniziando a sviluppare verso quest'uomo è decisamente superiore di quello che stavo iniziando a ricordare. Forse, la mia, è una forma di protezione, ma stranamente tutto ciò che riguarda Ryan lo ricordo come se non fosse mai successo niente.
«No, ti sbagli. Vorrei ricordarti che adesso qui il potere è decisamente mio! I documenti sono validi e tu sei fuori dai giochi. Mi dispiace, ma adesso come socio di maggioranza ho il potere di licenziarti. Prendi le tue cose Matthew Parker, perché da oggi non lavorerai più qui!»

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Hug my heart
ChickLitCatherine Stewart è un giovane avvocato pronta a lottare per i propri clienti. Grazie alla sua ambizione è riuscita a realizzare il suo più grande sogno: diventare l'avvocato di una delle società più rinomate di quel momento. Cosa potrebbe succedere...